L'articolo Intervista a Giuseppe Tarantino, chef del ristorante “Corbezzoli” a San Lazzaro di Savena proviene da Luxgallery.
]]>Mare e terra si incontrano in una proposta gastronomica dai sapori decisi ma eleganti ed avvolgenti. Ricette del territorio emiliano sposano ingredienti campani e viceversa. Una contaminazione ricca ed intensa. Due terre, forti nelle loro tradizioni gastronomiche, si incontrano in piatti sempre sorprendenti…Curiosi di conoscere la sua filosofia di cucina, siamo andati a trovarlo a Bologna per farci raccontare la sua identità culinaria.
Chi è Giuseppe Tarantino?
“Mi ritengo una persona genuina e concreta, ancorata ai valori della famiglia. Mi piace costruire una base solida per i miei sogni, circondarmi di persone schiette e oneste con cui condividere il cammino, e amo il mio lavoro in maniera viscerale”.
Quale è la tua filosofia di cucina?
“La mia è una cucina genuina che più che al futuro punta a riscoprire il passato in una nuova chiave: la tecnica al servizio del gusto e del cibo sano, e non come mero esercizio di stile. La tradizione come base culturale, la dieta mediterranea come ideale per una cucina salutare, genuina e sostenibile.
Punto a tornare a una cucina meno complicata, fatta di cotture dirette e caratterizzata da ingredienti di prima qualità, in qualche modo un ‘ritorno al fuoco’. Un ritorno al passato, ma attraverso l’avanguardia”.
Emilia Romagna e Campania. Come riesci a contaminare queste regioni?
“Sono due grandi terre e due grandissime tradizioni culinarie, entrambe mosse dal vero piacere della tavola come espressione della convivialità. La mia idea è quella di valorizzare questo aspetto attraverso una contaminazione che elevi l’eleganza nei sapori e nell’estetica del piatto.
La parte difficile e allo stesso tempo divertente sta proprio nella ricerca dell’equilibrio tra sapori spesso molto lontani anche ideologicamente. Penso allo scampo e alla salama da sugo ferrarese che ora è presente in menù… La sfida sta proprio nel proporre un piatto bilanciato”.
La nuova carta primaverile è in tavola. Quale è il piatto iconico di questo nuovo menu?
“Senza dubbio il primo piatto ‘Risotto al pomodoro’. Dentro c’è tutta la mia cucina, che in Primavera si esprime in maniera molto netta: profumi, sapori, famiglia, terra e sostenibilità”.
Quanto è importante per te valorizzare il territorio e le sue eccellenze?
“Non solo importante. È un dovere, ma anche un divertimento. Raccontare il territorio vuol dire ricerca, studio, sperimentazione ma anche conoscenza della storia e della tradizione gastronomica. Farsi portavoce del proprio territorio, di origine o di adozione, ci rende migliori, ci aiuta a crescere e migliorare”.
Hai una trattoria-osteria tipica in Bologna dove ti piace andare?
“Osteria La Vetta a Castel De Britti, sulle colline. Materie prime di qualità, ricette semplici ma eseguite con maestria e senza fronzoli. Quando un amico viene a trovarmi lo porto lì, vado sul sicuro, mangio bene e mi rilasso”.
Quale è il tuo piatto preferito campano e perché?
“Non è un piatto ma una preparazione: il ragù napoletano. Per me il ragù rappresenta tante cose: il profumo durante l’attesa (oggi siamo abituati al “risultato veloce”, per un buon ragù ci vuole tempo invece… e quel tempo è un valore), la sapienza del fare la conserva di pomodoro in estate per averlo tutto l’anno, l’utilizzo versatile per mille ricette (parmigiana, pasta, primi, secondi), il recupero, la famiglia e la convivialità. Fare il ragù mi riporta all’atmosfera di festa in famiglia. Per quanto apparentemente lontano dal fine dining, il ragù rappresenta molte delle caratteristiche che cerco di valorizzare nella mia cucina”.
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]]>L'articolo L’arte protagonista di questo 2021, le mostre più interessanti dell’anno che sta per concludersi proviene da Luxgallery.
]]>Le esposizioni sono eventi che con il tempo hanno acquisito sempre più importanza e sopratutto interesse da parte dei visitatori. Se infatti inizialmente le mostre d’arte erano riservate principalmente ad un pubblico appartenente all’alta borghesia ora invece attirano un po’ tutti. Dalle mostre di arte classica a quelle più all’avanguardia, l’abitudine di visitare musei, fiere e saloni che accolgono mostre d’arte di qualsiasi genere è diventata sempre più frequente. Vediamo alcune imperdibili mostre d’arte che l’Italia ha ospitato in questo 2021.
Milano ha ospitato, all’inizio dell’anno 2021, la primissima grande mostra dedicata a magnifiche artiste vissute tra il ‘500 e il ‘600. Raccontando l’arte e le incredibili vite di 34 diverse artiste riscoperte attraverso oltre 130 opere, a testimonianza di un’arte tutta al femminile. In mostra le artiste più note, ma anche quelle meno conosciute al grande pubblico, le nuove scoperte ed alcune opere esposte per la prima volta.
La mostra racconta non solo la maestria di queste pittrici, ma anche il ruolo sociale che hanno rivestito, tutte donne capaci di confrontarsi con i propri ideali. Tra le eroine in mostra a Palazzo Reale domina per celebrità la figura di Artemisia Gentileschi, icona di rivolta, artista e imprenditrice; un esempio di lotta contro l’autorità e contro il confinamento riservato alle donne.
Firenze, culla dell’arte italiana e madre di eterni artisti quali Brunelleschi, Donatello e Michelangelo. Con una storia artistica unica alle spalle, quest’anno Firenze ha ospitato l’innovazione con una grande mostra dedicata a Jeff Koons, una delle figure più importanti e discusse dell’arte contemporanea a livello globale. La mostra ha raccolto una selezione delle più celebri opere di questo artista che dalla metà degli anni Settanta ad oggi ha rivoluzionato il sistema dell’arte internazionale.
Aperta al pubblico fino al 30 gennaio 2022, quindi ancora visitabile per un altro mese, la mostra propone al pubblico concetto di “shine”, ovvero lucentezza. Concetto inteso come gioco di ambiguità tra splendore e bagliore, essere e apparire. Le sculture, in metallo perfettamente lucido, replicano oggetti di lusso, iconici giocattoli gonfiabili fino ad arrivare ad una re-interpretazione di personaggi della cultura pop.
Una mostra fotografica suggestiva ed affascinante. “Amaziona” nasce grazie alla documentazione raccolta durante il viaggio fatto da Sebastiao Salgado, durato ben sei anni, nell’Amazzonia brasiliana. Il fotografo ha catturato le immagini di tutto ciò che lo ha circondato durante il viaggio; foreste, fiumi, montagne e persone. Grazie alle impressionanti fotografie di Salgado con abbinati in sottofondo i suoni concreti della foresta il risultato è quello di sentirsi completamenti immersi nella realtà raccontata.
La mostra mette in evidenza la fragilità di questo ecosistema, dimostrando che nelle aree protette dove vivono le comunità indiane, la foresta non ha subito quasi alcun danno. Questa esposizione artistica diventa un vero e proprio percorso emotivo ed invita a vedere, ascoltare e a riflettere sulla situazione ecologica e la relazione che gli uomini hanno oggi con questa.
La mostra “Impressionisti. Alle origini della modernità.”, ha avuto un successo tale da aver avuto il riconoscimento della Medaglia dal Presidente della Repubblica. Ancora aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2022, la mostra offre una raccolta di ben 180 opere tra disegni, acquarelli, incisioni e sculture. Il percorso espositivo illustra gli sconvolgimenti e le trasformazioni del movimento espressionista, che sfociarono in una vera e propria rivoluzione artistica.
Il progetto vuole racconta le innovazioni intraprese dagli artisti di questo movimento, in sfida con l’avvento della fotografia. I capolavori scelti rappresentano ricerca e innovazione, raccontati dai grandi maestri come Courbet, Manet, Delacroix, Millet, Degas, Pissaro e tantissimi altri.
La Pinacoteca di Brera, solitamente associata ad icone della tradizione, quest’anno ha ospitato un’arte diversa. Per il 140 esimo anno di Picasso il museo milanese ha accolto infatti una splendida collezione di arte moderna. Due i gioielli di Picasso inclusi nell’esposizione; La loge (Il balcone) e un’intensa Testa di Toro.
L’itinerario su Picasso si propone come un’occasione per focalizzarsi su due degli aspetti della multiforme personalità artistica dell’artista. Quello a partire dal 1917 con le tele concepite per gli scenari teatrali, in correlazione al periodo successivo, quello degli anni ‘40, connotato dal rapporto con l’artista Braque.
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]]>L'articolo Orient Express “La Dolce Vita”, il lusso ti accompagna in viaggio per l’Italia proviene da Luxgallery.
]]>E’ stato lanciato lo scorso giugno l’ambizioso progetto del Treno della Dolce Vita. Un’offerta di viaggi di lusso, slow e sostenibili lungo binari storici e destinazioni simbolo della nostra penisola.
I passeggeri viaggeranno attraverso più di 16.000 km di linee ferroviarie percorribili che rappresentano un profondissimo legame con il territorio e la storia dell’Italia.
L’Orient Express La Dolce Vita offrirà un nuovo modo di vivere il Bel Paese, andando alla scoperta di strade dimenticate, località intime e borghi nascosti. Un incarnazione dell’arte di “vivere all’italiana” per eccellenza. Spaziando tra tutte le sue meravigliose tradizioni con uno spirito di viaggio più contemporaneo e sopratutto all’insegna del comfort.
Dichiara Paolo berretta, ceo di Arsenale: “Il fascino e l’unicità del nostro territorio, le sue eccezionalità, le peculiarità del paesaggio, fino al cibo e alla buona tavola sono i tratti distintivi dell’Italia e per questo saranno i pilastri della nostra offerta e dei nostri iconici treni. Con il progressivo stabilizzarsi della situazione sanitaria globale, il settore del lusso sarà una parte importante per la ripresa del turismo nazionale. Il nostro lavoro è orientato a creare le condizioni per accogliere nuovamente i milioni di viaggiatori che nei prossimi 50 anni sceglieranno il nostro Paese come loro prima destinazione.”
I percorsi interesseranno prevalentemente l’Italia dove protagoniste indiscusse dello scenario saranno le Alpi, i bucolici paesaggi collinari e idilliache spiagge del Sud. Inoltre tre tratte collegheranno l’Italia a Parigi, Istanbul e Spalato, attraversando oltre ben 8 Paesi.
https://www.luxgallery.it/orient-express-quanto-costa-295143/
Un viaggio su un Orient Express non può che definirsi all’insegna del lusso. Non un semplice spostamento su un treno qualunque, ma una vera e propria esperienza esclusiva. Godendosi panorami mozzafiato seduti su poltrone di prima qualità, sorseggiando un calice di champagne. E’ questo che offre un viaggio a bordo del Dolce Vita; assistenza, relax, confort ed esclusività.
Tra i servizi offerti troviamo una cucina raffinata che offrirà degustazioni dei miglior vini Made in Italy e farà assaporare le ricette più peculiari della tradizione italiana, ad opera di chef stellati. Intrattenimento e lounge bar.
Personale qualificato impegnato ad assicurare i più elevati standard di lusso.
Rotte riservate e offerte personalizzate create «ad hoc». Offerte che prevedono località esclusive con possibilità di servizi aggiuntivi. Insomma un’offerta integrata a 360 gradi.
Uniformi e arredi interni sono progettati da Dimorestudio, lo studio internazionale di architettura e design fondato da Emiliano Salci e Britt Moran. Gli arredi, invece, esaltano la creatività e l’arte. Il credito va ai grandi maestri del design italiano anni ’60 e ’70, fino ai grandi artisti dello Spazialismo. Movimento il quale vedeva al centro delle loro composizioni il tempo e lo spazio, che vedeva come artista protagonista Lucio Fontana.
I fondatori di Dimorestudio descrivono così il progetto: «Il design racchiuso nel progetto Orient Express La Dolce Vita è stato concepito per incarnare un impeccabile e sobrio equilibrio tra storico e contemporaneo, senza perdere la sua autenticità” Ed ancora:“Gli spazi sono pensati e ben curati, senza cadere nell’ostentazione. Ogni elemento si integra perfettamente creando un senso di profonda appartenenza al contesto, con un gioco di stratificazioni che lo rende sofisticato. I dettagli sono studiati per risultare complementari e naturalmente bilanciati».
Orient Express è lusso ed è pronto ad ospitarvi su un itinerario che vedrà come protagonista l’Italia. Quale miglior combo per un viaggio da programmare per il 2023?
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]]>L'articolo Hotel di lusso, sul Lago di Como la suite più preziosa: Il Sereno by Patricia Urquiola proviene da Luxgallery.
]]>L’intero progetto hotel di lusso è stato affidato a Patricia Urquiola, sorge così Il Sereno Lago di Como, tra le strutture extra lusso più amate della zona. Ai magnifici spazi dell’hotel è appena arrivata l’ultima novità: la Penthouse Suite, unica nel suo genere, una pietra preziosissima. Vanta una vista pazzesca sul lago, la Penthouse Suite de Il Sereno, anch’essa come il resto dell’hotel porta la firma di Patricia Urquiola. Esploriamola insieme: 150 mq, di cui 30 di terrazza e 50 di giardino, che fanno sfoggio di tutta l’italianità del design del Bel Paese. All’interno pezzi d’archivio e nuove creazioni che trovano un equilibrio sorprendente. Vico Magistretti, Gio Ponti, Franco Albini ma anche Ettore Sottsass e poi ovviamente le creazioni della stessa Urquiola, molte delle quali in vendita sul sito dedicato.
I materiali dell’hotel di lusso sono squisitamente made in Italy così come anche i soffitti, che sono in legno di noce Canaletto. Non fanno eccezione i muri, in pietra Verde Alpi, e i pavimenti in Ceppo di Gre, fino alle eccellenze comasche. Forte richiamo alle sete anni ’50 i tessuti, tra cui quelli utilizzati per le federe dei cuscini che ripropongono il paesaggio che si ammira dalla finestra. Insomma, qualsiasi oggetto scelto da Urquiola per la suite intende celebrare l’Italia in ogni suo aspetto.
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]]>L'articolo Sanremo 2021: tutte le co-conduttrici del Festival sul Palco dell’Ariston. Sera dopo sera proviene da Luxgallery.
]]>Sanremo anche in anno di pandemia è il Festival, o meglio show, (non solo tv) più seguito e amato dagli italiani. Le donne che affiancheranno Amadeus rappresentano delle vere e proprie pietre miliari del mondo dello spettacolo contemporaneo. Non chiamiamole vallette, come si usava un tempo. Già l’anno scorso sono state quasi più conduttrici che co-conduttrici. Nel senso che, più che affiancare i conduttori (confermati), le signore in questione sono davvero protagoniste indiscusse. Come nell’edizione 2020, anche quest’anno ogni sera saranno diverse. Amadeus le ha “presentate” e “lanciate” così: «Le ospiti femminili raccontano quello che è un loro desiderio, la loro storia, un loro momento. E poi c’è anche una co-conduzione. Elodie certo si esibirà, ma ci sarà anche una sorpresa con Matilda De Angelis, la Palombelli danzerà. L’ultima sera la Vanoni ci regalerà il pezzo con Gabbani. Ma anche le sue più belle canzoni come la prima serata con Loredana Bertè che ci racconterà la storia della sua musica e presenterà il suo inedito Figlia di…».
Il Festival di Sanremo 2021 parte ufficialmente martedì 2 marzo. Alle 20.50, in diretta su Rai1, si apre il sipario su un’edizione unica nel suo genere. Senza pubblico (vista l’emergenza sanitaria Covid) ma ricca di bellissime e talentuosissime donne. La prima donna tra le primedonne dovrebbe essere Matilda De Angelis, professione neo attrice italiana d’esportazione, dopo il trionfo di The Undoing. Lei, bolognese, tra Nicole Kidman e Hugh Grant. La sua dorata carriera internazionale è cominciata a partire dal festival di Berlino 2018. Matilda è l’italiana più intervistata e famosa attualmente del mondo, una vera e propria icona classe 1995. Al fianco di Amadeus e Fiorello, quella stessa sera ci sarà anche Loredana Bertè, nel ruolo di super ospite.
Mercoledì 3 marzo dovrebbe essere la serata di Elodie e Luisa Ranieri. La prima è in lista da tempo. Luisa Ranieri è la new entry, che arriverà all’Ariston forte del successo della sua serie tv Le indagini di Lolita Lobosco. Da detective sui tacchi a spillo nella fiction di Rai1 in programma la domenica sera, a ospite del festival.
Giovedì 4 marzo sarà la serata di Vittoria Ceretti. Unica co-conduttrice della “puntata”, la top model è stata annunciata/presentata così da Amadeus: «La kermesse si arricchisce di una nuova presenza femminile. È la giovane Vittoria Ceretti, super top model italiana che a poco più di vent’anni ha sfilato sulle passerelle di tutto il mondo per le più importanti griffe. È apparsa sulle copertine delle più prestigiose riviste di moda ed è la musa ispiratrice dei grandi maestri della fotografia contemporanea. Vittoria sarà la mia partner in una delle cinque serate di Sanremo 2021».
Barbara Palombelli, giornalista (conduttrice di Stasera Italia e Forum), e la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi dovrebbero essere le donne protagoniste del venerdì firmato Sanremo 2021. Gran finale, sabato 6 marzo, con Ornella Vanoni, Serena Rossi e Simona Ventura. I beauty look? Ancora una sorpresa ma super attesi da tutte le più esperte e così dette fashioniste.
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]]>L'articolo Chi è Vittoria Ceretti. La top model italiana da quasi un milione di follower a Sanremo 2021 proviene da Luxgallery.
]]>Tutto il mondo ce la invidia. Di chi si tratta? Ovviamente della top model Vittoria Ceretti. Supermodella italiana, nata a Brescia il 7 giugno 1998 sotto il segno zodiacale dei Gemelli, un metro e settantasette centimetri e misure perfette e androgine: 76-59-88. Ha diversi tatoo, uno dei quali molto piccolo sulla spalla, con la scritta “ME”. Lei è nientemeno che la numero uno assoluta della moda e high fashion internazionale. Dalla provincia di Brescia alle passerelle più importanti, Vittoria ha iniziato adolescente e ha collezionato centinaia di sfilate tra New York, Londra, Milano e Parigi. Sicura di sé e molto determinata, nel 2014 viene scelta da Dolce e Gabbana per la loro campagna pubblicitaria, l’anno successivo Giorgio Armani le dona un’eleganza da diva d’altri tempi. Poi è la volta di Fendi, Valentino, Versace, Ferragamo. Poi ancora Dior, Miu Miu, Chanel Michael Kors, Tommy Hilfiger, Tom Ford, Marc Jacobs, Burberry, Versace, Roberto Cavalli, Hermès, Yves Saint Laurent e Givenchy. Riviste e cover la scelgono come musa indiscussa, quali Vogue, L’Officiel, Numèro e molti altri. Una modella che non segue i così definiti canoni di bellezza, bensì li propone e detta lei stessa.
Naomi Campbell, l’inarrivabile venere nera cinquantenne ha detto no all’ultimo momento al Festival di Sanremo, per paura della pandemia e per evitare la quarantena al suo rientro negli Stati Uniti. E così Amadeus ha tirato fuori un asso nella manica delle bellezze nostrane: la super top Vittoria Ceretti. Alta, sottile, bellissimi occhi grigio verdi tanto da sembrare una ninfa. Una bellezza eterea ed ultra-terrena quella della super-modella Vittoria Ceretti (22 anni, originaria di Inzino, Gardone Valtrompia). La top model affiancherà Amadeus in una delle cinque serate del festival di Sanremo, dal 2 al 6 marzo. “Vittoria sarà la mia partner – ha detto il conduttore e direttore artistico – È una super top model italiana che a poco più di 20 anni ha già sfilato sulle passerelle di tutto il mondo, per le più importanti griffe. È apparsa sulle copertine delle più prestigiose riviste di moda ed è la musa ispiratrice dei grandi maestri della fotografia contemporanea”. Naomi Campbell, dal canto suo,dà forfait ed è una bellezza italiana a salire sul palco dell’Ariston. Ceretti condurrà una serata del festival alternandosi alle attrici Matilda De Angelis e Miriam Leone, come alla cantante Elodie. Un cast tutto femminile senza presenze straniere di elevato livello glamour, seppur frutto di un far necessità virtù in tempi di tagli al budget.
Vittoria Ceretti è stata legata a Tony Effe, rapper della Dark Polo Gang. A giugno nel 2020 ha sposato a Ibiza il dj Matteo Milleri, 32 anni. La cerimonia è stata celebrata in una chiesetta di Es Cubelles, nel sud dell’isola spagnola, in gran segreto. Ma due settimane dopo la sposa ha condiviso l’album di nozze su Instagram (ben 900 mila follower): lei in bianco, un bellissimo abito a balze, semplice, il velo in testa, un mazzo di rose bianche e rametti di ulivo. Lui con la camicia fuori dai pantaloni, felici e innamoratissimi in posa abbracciati davanti al mare. Tuttora innamoratissimi e felici come non mai.
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]]>L'articolo Icone di moda 2021: Daphne Bridgerton fa impennare la vendita di cerchietti e mantelle proviene da Luxgallery.
]]>La moda ritorna alle sue origini. La storia del costume ci insegna a rivalorizzare alcuni particolari vintage, che nel 2021 potrebbero fare la differenza. Come ad esempio le maniche a sbuffo, tornate prepotentemente di tendenza ed indossate con disinvoltura dalla protagonista indiscussa del grande successo Netflix del momento. Molti abiti per l’inverno 2021 visti sulle passerelle le hanno più o meno riproposte. Le donne, durante l’età della reggenza, hanno iniziato ad indossare molti abiti tagliati stile impero con scollature da “scoop” e piccoli gioielli, se non del tutto. Niente di ostentato, poiché l’idea era quella di concentrarsi sulla bellezza naturale di una donna. Non solo abiti da sogno e particolari fashion, anche hair-styling. Dafne Bridgerton (l’omonima serie è stata ideata da Shonda Rimes) possiede un hair look davvero fashionista: la sua frangia è cortissima e molto sbarazzina. I capelli sono quasi sempre indossati raccolti, occasionalmente con un piccolo accenno di perle o nastri. Di conseguenza, solo gli orecchini e le collane venivano sfoggiate nel quotidiano, mentre i pezzi più prestigiosi erano strettamente riservati ai grandi eventi.
Il 2021 è l’anno dell’esagerazione “gold” in ambito moda. E non ha certo paura di esagerare con le nuance dorate la bella Daphne, che durante gli episodi dell’omonima serie firmata Netflix “Bridgerton”, indossa con estrema disinvoltura un abito interamente color oro ed appariscente più che mai. Anche i fiocchi tornano di tendenza, e la bella Daphne non se li fa mai mancare. Decisamente un gusto bon ton e delicato. In un’intervista ad Harper’s Bazaar la venticinquenne, da sempre fan dei romanzi di Jane Austen, ha svelato al noto magazine di aver sempre sognato di recitare in una pellicola ambientata nell’età della Reggenza. Nota per il periodo di sfarzi, eccessi ed estrosità che caratterizzavano la vita dell’alta società britannica. “Essere in grado di interpretare un personaggio nell’età della Reggenza per me è ancora più elettrizzante, perché ti permette di spaziare tra il tuo ‘Orgoglio e Pregiudizio’ e la tua ‘Ragione e Sentimento’”.
Figlia d’arte appassionata di Jane Austen. Attrice da quando aveva 14 anni, con Bridgerton ha trovato la sua grande occasione che le ha permesso di compiere il famoso “salto di qualità” all’interno della sua carriera. Phoebe Dynevor , durante le vacanze di Natale, ha conquistato letteralmente i cuori degli spettatori Netflix con la sua love story in Bridgerton. Nella serie la protagonista Daphne, raggiunti i 21 anni, cerca quello che cercano tutte le fanciulle della sua età nella Londra della Reggenza: un buon matrimonio. Daphne, però, è un’ineguagliabile romantica e vorrebbe sposarsi (anche) per amore. Il suo cuore comincia a battere per un gentiluomo tanto ammaliante quanto impossibile: il duca di Hastings, interpretato da Regé-Jean Page, per il quale rifiuta addirittura la proposta di matrimonio di un principe. I genitori di Phoebe sono molto conosciuti in Inghilterra. Il padre ha sceneggiato Emmerdale Farm e The Drowning, mentre la madre è un volto conosciuto del piccolo schermo e dei palcoscenici teatrali.
Emancipazione femminile, amore, colour-blind casting (ovvero la scelta di seguire un casting non tradizionale, senza considerare l’etnia, il colore della pelle, la forma del corpo, il sesso o il genere dell’attore), costumi moda e molto altro sono parte integrante dell’omonima serie Netflix Bridgerton. Un mix perfetto che ha determinato indissolubilmente un enorme successo. A partire dalla sua protagonista, Daphne. Il diamante e fulcro della stagione infatti rifiuta (con eleganza) un matrimonio scelto per lei dalla regina stessa, escogitando un piano di fuga dalle imposizioni della società. La serie è stata creata con grande maestria sulla base dei romanzi bestseller di Julia Quinn, ambientati nel mondo competitivo dell’alta società londinese nell’Età della Reggenza. La serie ha debuttato il 25 dicembre 2020 su Netflix.
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]]>L'articolo A Como “brilla” la cucina nordica dello chef comasco Mirko Gatti proviene da Luxgallery.
]]>Lo chef ha maturato la sua esperienza in realtà tra le più eccellenti d’Europa, come City Social, Arbutus, Chiltern Firehouse, e come il Relae e il Noma.
“Radici Restaurant” è il progetto che l’ha ricondotto in Italia, spinto dall’intento forte di portare qualcosa di nuovo.
Quale è la filosofia del noto ristorante comasco? Il racconto delle radici intese come legame con la natura: dal territorio quindi montagna, il lago e la collina, provengono le materie prime eccellenti che lo chef lavora nella sua “cucina laboratorio” o meglio definita da lui “test kitchen”. Erbe spontanee e selvatiche, frutti, bacche… che lo chef affianca ai prodotti di piccoli produttori biologici e biodinamici che condividono gli stessi valori sostenibili del Radici Restaurant.
Radici Restaurant è un vero laboratorio di sperimentazione, studio e ricerca. Nella test kitchen lo chef e il suo team esplorano idee e metodi sempre diversi e nuovi, tecniche di cottura ancestrali che esaltano i sapori veri degli ingredienti, tra cui molte a fuoco vivo (affumicature, cotture sul carbone, sotto cenere, etc..), e con grande spazio dedicato alle fermentazioni (miso, koji e kombucha di vari tipi).
Lo chef Gatti cucina solo con il fuoco; nella sua cucina infatti lo chef si è focalizzato su questo elemento e su tutto ciò che ne deriva. Vi è una griglia a legna e carbone, dove si cucina e si affumica. Le cotture utilizzate sono a carbone, a fiamma diretta, cotture “appese”, cotture sotto cenere o su carbone.
La cottura è una filosofia. “Da Radici la protagonista di tutto è la natura, in tutti i suoi elementi e uno di questi è proprio il fuoco. Lavorare con la fiamma, il fumo, la legna è un qualcosa di primordiale, un ritorno alle origini che ti avvicina estremamente a quello che stai preparando, cercando di valorizzarlo al meglio. Per ogni gruppo di ingredienti utilizziamo un tipo di legno, per esempio per la selvaggina utilizziamo la quercia, la betulla per il pesce e faggio o ciliegio per il maiale.. Ogni legno ha un aroma che va dosato con cura.
Le affumicature avvengono in diversi modi, a seconda dell’ingrediente che vogliamo affumicare. Utilizziamo il fieno di alta montagna (che sembra quasi camomilla per latticini o per alimenti particolarmente delicati; il ginepro per i funghi e selvaggina; la radice di liquirizia per il cuore di manzo, frutti di mare, etc…” così spiega con passione e grande competenza lo chef comasco.
Dalla “cucina laboratorio” dello chef nascono anche i “juice fermentati” (bevande già proposte all’interno del ristorante in una carta juice che accompagna i percorsi degustazione) che il cliente può acquistare all’interno del locale.
Un progetto innovativo di bevande salutari e genuine. Drink per mantenersi in forma: infatti oltre a migliorare la digestione, questi drink fermentati fanno bene all’intestino perché rinforzano la nostra flora batterica e sono un toccasana per il nostro sistema immunitario.
Lo chef propone al ristorante più di dieci juice e drink naturali molto apprezzati dai suoi clienti; una proposta sempre in evoluzione che rispecchia il concetto di radici, essenza e natura.
Radici Restaurant è una vera esperienza multisensoriale: è un viaggio alle radici di una cucina ancestrale, essenziale e veritiera.
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]]>L'articolo Sandra Milo posa sulla cover del nuovo numero di Flewid: il nudo a 87 anni proviene da Luxgallery.
]]>Sandra Milo posa più bella che mai coperta solo di un lenzuolo in occasione della nuova cover del magazine Flewid. Ovviamente la foto è stata postata anche sui social della nota ed iconica attrice, scatenando in breve tempo molti apprezzamenti e reazioni differenti. Lei ha puntualizzato che si tratta di foto al naturale, rigorosamente non ritoccate. La diva senza tempo perfettamente senza ritocco, dunque, come Madre Natura l’ha creata in origine. L’attrice ha posato per una foto pubblicata sulla prima rivista italiana di arte che rappresenta “l’age diversity” all’interno dell’industria della moda. Una grey models che si rispetti.
Il magazine e la direttrice di Flewid nel presentare la sua cover, ha scritto sulla sua pagina social: “Oggi con Flewid incontriamo un’attrice per cui la parola diva non è sicuramente sprecata”. Nella foto che ha infiammato i social Sandra Milo è seduta su un letto con le gambe divaricate e un solo lenzuolo bianco a coprirle il corpo nudo. Come accessorio un sorriso rosso a illuminarle il viso. “La regina della leggerezza e della sensualità, musa di registi come Fellini, Rossellini e Pietrangeli, capace di performance su qualsiasi tipo di piattaforma a qualsiasi età: lo schermo del cinema, il teatro, la televisione e anche il web”. Il noto magazine d’arte vuole lanciare attraverso questa immagine anche un messaggio molto importante a tutti i suoi lettori, anche sui social: “Quello che imparerete da una mente geniale come Sandra è che la frivolezza e la profondità non sono nemiche ma sorelle, e che una ha bisogno dell’altra per funzionare in modo corretto”.
Tantissimi apprezzamenti e riconoscimenti per la foto postata da Sandra Milo, decantata come una delle donne più belle del mondo. Che sia una diva iconica, d’altra parte, è innegabile. Qualcun altro fa paragoni con personaggi immortali “Come Marilyn”. Sandra, dal canto suo, ha ringraziato tutti i suoi follower rispondendo a tutti i loro complimenti e felicitazioni. Infine puntualizzando: “Le foto non sono state minimamente ritoccate come si fa di solito con Photoshop. Tutta roba naturale”. Complimenti anche da parte del mondo dello spettacolo, di colleghi e colleghe come Valeria Marini che scrive “Stellare”, Giucas Casella che le dice “Meraviglia” mentre Fanny Cadeo le dice “Stupenda”. Tutti indissolubilmente stregati dallo scatto della fotografa Chiara Meierhofer Muscarà e per la protagonista assoluta Sandra Milo.
Sandra Milo, pseudonimo di Salvatrice Elena Greco (Tunisi, 11 marzo 1933), è un’attrice e conduttrice televisiva italiana. Con la sua partecipazione in pellicole passate alla storia del cinema come Il generale Della Rovere, Adua e le compagne, Fantasmi a Roma, Giulietta degli spiriti e, soprattutto, 8½, premiato con l’Oscar, è stata una tra le protagoniste indiscusse del cinema italiano degli anni sessanta. Nel corso della sua dorata carriera, la ricordiamo nei film del regista Rossellini, che per la prima volta la portò sul grande schermo, ma anche in quelli di Dino Risi. A dirigerla anche altri maestri assoluti del cinema italiano come Antonio Pietrangeli, Claude Sautet, Claude Autant-Lara, Luciano Salce e Pupi Avati. Una vita sentimentale molto turbolenta e movimentata: si sposa per la prima volta il marchese Cesare Rodighiero a soli 15 anni. Il secondo matrimonio di Sandra Milo fu con Moris Ergas, dal quale nacque la loro primogenita Debora. Ultimo, ma sicuramente non meno importante, Federico Fellini. Lui e Sandra Milo, sua musa, ebbero una relazione clandestina della durata di ben 17 anni. Poi Sandra conobbe Ottavio de Lollis, dal quale ebbe due figli: Ciro e Azzurra.
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]]>L'articolo È morto a 88 anni Enzo Mari, tra i più grandi esperti e teorici del design italiano proviene da Luxgallery.
]]>Design fa rima con Enzo Mari all’interno di un connubio perfetto. Dagli anni Cinquanta partecipa attivamente ai movimenti di avanguardia, dando vita a riflessioni e ad una personalissima teoria-filosofia del design con lo scopo di indagarne dall’interno le sue dinamiche a trecentosessanta gradi. “La sua opera spazia dal design alla pittura, dalla grafica all’allestimento. È stato docente e attivista politico. Il suo contributo basato su un’asciutta poetica delle forme e un coerente utilizzo dei materiali è ritenuto fondamentale per la storia e lo sviluppo del design italiano nel mondo. Il sodalizio con Danese Milano coincide con lo sviluppo dell’azienda grazie alla quale ha sperimentato tecniche, realizzato allestimenti, sculture e prodotti divenuti pietre miliari”.
“Mari non è un designer, se non ci fossero i suoi oggetti mi importerebbe poco. Mari invece è la coscienza di tutti noi, è la coscienza dei designers, questo importa”. Enzo Mari ottiene nel corso della sua carriera cinque Compassi d’Oro (massimo riconoscimento nel mondo del design) , l’ultimo dei quali nel 2011 alla Carriera. Risultato del suo approccio “filosofico” al design. I primi anni tra studi e carriera iniziano dal 1952 al 1956 dove frequenta l’Accademia di Brera, studiando letteratura e arte ed approfondendo la psicologia della percezione visiva. Mari si dedica così all’attività artistica, impegnandosi in mostre personali e collettive in musei e gallerie, ed entra a fare parte del gruppo dell’Arte Cinetica, dove conosce Bruno Munari: l’influenza dell’artista milanese diventerà visibile in 16 animali, il puzzle a incastro progettato da Mari nel 1956 e messo in vendita da Danese nel 1957.
Mari nel corso della sua dorata carriera realizzò anche decorazioni per piastrelle e ceramiche di design, occasione per rivalutare e riconsiderare il concetto di decorazione a parete, elaborando una specifica teoria del colore e della forma. Un filosofo/teorico che è sempre andato oltre l’apparenza delle cose. Dotato di uno sguardo visionario verso il futuro. Tra i primi frutti della sua attività di teorico e filosofo e design è il saggio Funzione della ricerca estetica pubblicato nel 1974, cui seguiranno Ipotesi di rifondazione del progetto (1978); Dov’è l’artigianato (1981); Tre piazze del Duomo (1984); La libertà della manifattura (1994); Progetto e passione (2000); Lezioni di disegno: storie di carte, draghi e struzzi in cattedra (2008).
Le sue fantastiche creazioni sono attualmente in mostra nella grande opera personale a lui dedicata, dal titolo Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli, presso la Triennale di Milano. Inaugurata da poco, la mostra sarà aperta fino al 18 aprile 2021. “Ho cominciato a capire quante dimensioni convivono nella sua attività: Mari è un designer industriale, un disegnatore di mobili, un progettista di mostre, un artista, un autore di manifesti, un polemista celebre per le sue sfuriate contro il mondo del design. Ogni volta che passavo per Milano nel mio tragitto da Parigi a Venezia non perdevo l’occasione di incontrare lui e la sua compagna, Lea Vergine, grande critica d’arte, femminista, curatrice e pioniera della Performance Art, e insieme andavamo a visitare qualche mostra”.
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