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La moda riparte “phigital”: chi sono gli eroi sulla passerella?

La moda riparte “phigital”: chi sono gli eroi sulla passerella?

La moda riparte “phigital”. Questa volta il fashion industry riappare non solo attraverso sfilate fisiche ma anche in formato digitale; a causa delle misure restrittive per contenere la trasmissione del virus Covid-19. L’onore e l’ònere della moda (in questo periodo storico particolare) è di guardare al presente con coraggio e determinazione per progettare un futuro altrettanto prolifico e positivo. Il passato nostalgico dei tempi d’oro (oramai passato) è solo un lontano memorabile ricordo giunto al termine. Le prime sfilate dal vivo di questa controversa fashion week milanese definita “phigital” sono un invito rassicurante a ritornare ai vecchi albori di un tempo. A volte in forma fisica, e più spesso in digitale sfilano con audacia le collezioni della prossima estate. Sono tutti molto attenti, prudenti e rispettosi delle regole anti Covid. Nonostante ciò, qualcuno sembra comunque intrepido.

La moda milanese riparte “phigital”: tantissimi gli stilisti che hanno osato con creatività e stile d’avanguardia

Tra gli stilisti e creativi più coraggiosi emerge senza ombra di dubbio Alessandro Dell’Acqua con il suo ricercato brand indipendente qual è Numero 21. Il noto designer napoletano è stato capace di trasmettere l’idea e il concetto di un mondo secondo il quale “ il talento è la ricchezza e non il contrario”. All’interno della sua talentuosa collezione sono previste decorazioni fantastiche come le sottili piume grige che decorano la gonna di lei come la manica del pullover di lui. Oppure ricami riciclati fatti con diversi elementi metallici dei press button, perle e cristalli di recupero, spille da balia e minuscole fibbie. La nuance principale protagonista delle creazioni è senza ombra di dubbio il grigio perla e il verde smeraldo. Oltre ai bellissimi tagli che cambiano completamente le proporzioni del davanti rispetto al dietro.

Alessandro Dell’Acqua e gli altri

Oltre al già citato Alessandro Dell’Acqua e al suo inestimabile coraggio anche Nicola Brognano è un altro nome di spicco della nuova e positiva moda milanese. Nicola (a soli 29 anni) accetta il compito di disegnare un marchio mitico come Blumarine che al tempo fu realizzato a sua volta da Anna Molinari mescolando rose e motivi animalier. Le tinte pastello sono le grandi protagoniste della collezione caratterizzate da ruche e volant e piume con i brillantini. La giovinezza ha il sapore della concretezza. La collezione di Alberta Ferretti, invece, sfila nel cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco riorganizzato in vista della manifestazione in un giardino magico. Abiti a sottoveste incantano la passerella, il pizzo di sangallo, il lavoro a crochet con tanto di legnetti inseriti nel ricamo.

Moda “phigital”: Silvia Fendi e Brunello Cuccinelli

Silvia Fendi ha realizzato una collezione simbolo delle belle tradizioni familiari. Ad esempio come  tramandarsi il corredo di madre in figlia, le lenzuola di lino della nonna con l’orlo e così via. Tra i più audaci di questa particolare settimana della moda milanese non poteva di certo mancare Brunello Cucinelli. Non scende in passerella  ma riceve un ristretto gruppo di giornalisti per far vedere le creazioni prodotte a Solomeo. Tutto in estrema sicurezza secondo le misure anti Covid. Simonetta Ravizza presenta all’interno del suo negozio milanese una bella capsule di look estivi con piccoli dettaglii di pelle o pelliccia. Tradizione senza tempo del marchio.

L’appello di Giorgio Armani: “Smettiamo di produrre troppo. È la lezione di questi mesi. Chi ha avuto successo ha il dovere di indicare la via”

Giorgio Armani stilista d’avanguardia. Sempre con uno sguardo rivolto verso il futuro, a dir poco lungimirante. È stato il primo, lo scorso 23 febbraio, a sfilare a porte chiuse. Due settimane fa ha annunciato che la sfilata Giorgio Armani per la primavera/estate 2021 sarà presentata in TV, su La7, il 26 settembre, guardando positivamente al futuro e dando un nuovo valore al significato di “moda democratica”«Chi ha avuto successo ha il dovere di indicare la via».«Ripartire da ciò che è autentico e che ci ha fatto grandi negli anni: il prodotto che presentiamo. Senza quello il nostro lavoro è mero intrattenimento, e a me non va: penso sia una strada che, a lungo termine, porta al baratro». E ancora «Parlerei di un’evoluzione necessaria. Mi sono concentrato sull’essenziale: di meno e meglio. La risposta immediata, in collezione, è una ricerca di leggerezza e libertà».