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Quando mi dicevano… «Non sembri una modella»

Quando mi dicevano… «Non sembri una modella»

“Non sembri una modella”

“Non sembri una modella”. La bellissima e carismatica  Irina Shayk si presenta nuovamente nei miei articoli, questa volta in una veste diversa, in un “aspetto” che ci ha accomunato e tuttora ci accomuna all’interno del mondo della moda . In breve, il fatto di essere considerate dal senso comune come delle belle donne “fatte e finite”, con delle forme femminili e sensuali che ci contraddistinguono. Sì, perché il mondo fashion, la maggior parte delle volte, storce il naso davanti a figure sinuose e seducenti, soprattutto nell’alta moda.

 

La modella “perfetta”, secondo i canoni dell’high fashion, è una ragazza alta 1.80 cm, taglia 38, possibilmente bionda e con gli occhi chiari. Proveniente preferibilmente dall’est Europa, pelle diafana. Ma caratteristica più importante in assoluto è che sia androgina, cioè senza “forme fisiche” troppo evidenti. Con il termine “forme fisiche” intendo busto e fianchi. La misura del seno non deve superare la seconda size. I fianchi non devono andare oltre (in media) i 90 cm.

Le modelle di oggi: veri e propri “manichini viventi”

In poche parole, le modelle che vediamo sfilare oggi in passerella (come ho già citato in un precedente articolo) sono dei veri e propri “manichini viventi”. Ovviamente queste allusioni fanno riferimento solo alla moda donna. «Le altre ragazze erano magrissime e sfilavano, mentre io non venivo scelta perché non entravo nei vestiti small, avevo un seno abbondante e la pelle olivastra». Irina Shayk ha proprio ragione. Ad oggi è una delle top model più richieste dal fashion system internazionale, precursore della rivolta delle “glamorous girls” in passerella. Il suo percorso però non è stato di certo facile. Quanti “no” ricevuti per una taglia in più di seno. Quante porte sbattute in faccia per una taglia M di vestiti ( significa 40tg abbondante).

Dopotutto non è possibile andare contro la propria struttura fisica. E fare la modella con questi “svantaggi” iniziali potrebbe creare non pochi  limiti ed ostacoli apparenti. Da una parte sei considerata la donna più bella del mondo, dall’altra ti senti sempre inadatta e fuori contesto.

La mia storia: gavetta, sacrificio e dedizione

La mia storia si adatta molto bene con quello dichiarato dalla super modella russa all’Evening Standard Magazine. Quando disponi di una tipologia fisica mediterranea le agenzie di moda ti snobbano, i clienti ti scrutano privi di interesse, non convinti che tu possa arrivare ai massimi livelli e dare un contributo importante a questo ambiente. Ovviamente la lingerie è un altro mondo, commerciale, dove possiamo trovare le donne più belle del pianeta. Ma talvolta, estremamente differente da tutto ciò che viene considerato l’Olimpo della moda per eccellenza: la passerella. Io non ho mai sfilato per nessun cliente di alta moda a causa delle mie misure, ma questo poco importa. Vivo bene con la consapevolezza di essere una donna desiderabile, sexy, talora iconica.

Valentina Bìssoli by Marc Collins

Non ho mai ceduto al ricatto: “ se vuoi lavorare, devi dimagrire una taglia”. Perché in fondo, sono le fashion star della lingerie che fanno sognare il pubblico: non a caso le modelle più seguite, anche sui social network, sono i celeberrimi angeli di Victoria’s Secret. Più volte mi sono chiesta: perché ho deciso di intraprendere una carriera nel modeling? Cosa mi ha spinto a diventare una modella e a seguire questo sogno?

Una pubblicità, ed improvvisamente il sogno di diventare una modella

Improvvisamente si apre un’immagine nella mia mente: la prorompente sensualità di Irina Shayk nel memorabile spot di Intimissimi del 2009. Avevo 18 anni, ma lo ricordo come se fosse ieri. Ho un ricordo indelebile di quella pubblicità. Attualmente Irina, rappresenta ancora un esempio per me, una delle mie top model preferite in assoluto. Facevo la quinta superiore e dovevo scegliere in quell’anno che cosa fare da grande: in un attimo sospirai … la modella! Volevo diventare quel tipo di donna, raggiungere quel livello di sicurezza in me stessa e il medesimo sex appeal che faceva rimanere chiunque senza fiato.

MIlano, una piazza difficile e molto competitiva

Ovviamente Irina non ha paragoni, ed è singolare per la sua perfezione estetica. Anche se ognuno di noi è unico ed irripetibile. Mi sono ripromessa a me stessa:  “Voglio diventare come lei”. Ero una ragazza ingenua ed inesperta, incurante di tutto ciò che volesse veramente significare fare una carriera nel modeling. Così, a partire dal 2010/2011, iniziai a cercare un’agenzia a Milano. Solo nel 2012 riuscii a firmare il mio primo contratto importante con una model agency. Questo perché mi trovavo in una piazza difficile, come quella di Milano, dove la competizione è altissima e la maggior parte dei clienti rappresentano l’alta moda. Milano, Parigi, Londra e in coda New York, sono il cuore pulsante della passerella. Mercati fashion, non proprio adatti alla mia tipologia fisica, anche se ad oggi Londra e New York rappresentano un’eccellente realtà commerciale.

In breve, la mia difficoltà era doppia: da una parte ero italiana in Italia, e quindi poco interessante (è più trendy lavorare con le straniere) perché vittima dell’esterofilia che caratterizza il mio Paese, dall’altra avevo le misure da “femme fatale” che siamo soliti immaginare sulle copertine di Sports Illustrated. A differenza che io non ero a Miami, bensì a Milano. Talvolta mi veniva vivamente consigliato di propormi ai casting come brasiliana o spagnola e di parlare in lingua inglese per confondere le mie origini. Latina sì, ma preferibilmente non italiana. Ad oggi le cose sono cambiate, grazie ad un’attenzione e ritorno sempre maggiore al “made in Italy”.

In base ai diversi Paesi, anche i canoni delle modelle cambiano. Barcellona e Miami sicuramente offrono molti più lavori commerciali rispetto a Parigi e Milano. Inoltre, non possedevo un buon “book” perché non avevo ancora iniziato a viaggiare e a lavorare con i fotografi più importanti del fashion industry. Inesperta e senza mestiere, ma con una determinazione che poteva scalare le montagne.

La svolta

La mia carriera subisce in breve tempo una svolta improvvisa: uno dei fotografi più importanti del mondo della moda, Stefano Babic, mi nota e mi sceglie per uno shooting. Mi notò, proprio durante un servizio fotografico di costumi da bagno. Nel quale, in quel momento, tra luci; set, scatti sensuali e il vento fra i capelli, mi sentivo esattamente come Irina Shayk nello spot di Intimissimi. Quel momento, un istante, lo ricordo come magico. “Il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni”.

 

Talora, credere nelle proprie capacità e sognare in grande, con umiltà, caparbietà e un pizzico di inconsapevolezza, può portare ai risultati sperati. Per me è stato un fulmine a ciel sereno. In quel momento ho pensato: ce la posso fare anch’io! Ad oggi, 2019, sono considerata una modella a tutti gli effetti, valorizzata, apprezzata dagli addetti ai lavori, reduce dai Grammy Awards e dalla campagna pubblicitaria di Yamamay #MyConfidentBeauty.

“Volere è potere”

Ho scattato con i fotografi più famosi del mondo, e sono stata immortalata dai magazine di maggior richiamo internazionale. Testimonianza che nella vita “volere è potere” e non bisogna mai arrendersi, o peggio, gettare la spugna. Se mi fossi arresa ai primi “no” ( e ne ho ricevuti tanti) a quest’ora non sarei una modella conosciuta, stimata da tutto il mondo della moda. E soprattutto non avrei la possibilità di raccontare, come in questo momento, le mie esperienze. Perché non avrei nulla da comunicare sul mondo fashion. Sarebbe una realtà a me sconosciuta, quando ad oggi, fa parte a pieno titolo della mia vita.

Nessuno meglio di Voi, conosce il vostro destino. Nessuno può dirvi “no, non puoi farlo”. Se ci credete veramente, tutto è possibile. Come Irina Shayk, e come tante altre bellissime modelle che hanno affrontato numerose difficoltà, complici di una lunga gavetta, prima di arrivare agli apici del successo. Talvolta, chi mangia la polvere in una fase iniziale, diventa “il migliore” e un esempio da seguire. Ancora una volta, andate avanti….e PROVATECI fino alla fine!

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