Oggi siamo soliti vedere in passerella o sulle campagne pubblicitarie modelle “super skinny” o al contrario “curvy”. Le prime sono taglie piccolissime, 36/38 a volte 34. Molte ragazze sono vittime di anoressia e bulimia. Ho visto colleghe consumarsi pian piano. È stato terribile. Solo perché l’agenzia e i bookers per continuare a proporle ai clienti le volevano più magre. Una necessità determinata dalla richiesta dei brand più importanti. “Se non rispetti le misure non lavori più” .
Ma se esiste questa triste parabola dell’ambiente, esiste anche il suo opposto. Anche questo, a mio parere, malsano. Le così dette modelle “curvy” che vanno dalla taglia 46 in poi. Al mondo d’oggi anche l’obesità è uno dei temi più ricorrenti e il fatto che si proponga questo modello di donna ( molto burrosa ) ne è la prova. Le modelle “curvy” nascono come punto di rottura nei confronti della magrezza smisurata sulle passerelle. Fin qui nulla di sbagliato come concetto. Ma portato al suo estremo. E gli estremi sono sempre esempi non sani. Secondo Aristotele, la virtù etica è precisamente “medietà” (mes6tes), ossia disposizione a volere sempre il giusto mezzo tra due vizi, “uno per eccesso e uno per difetto”.
Io la penso esattamente così. Dai miei studi liceali di filosofia questo concetto mi è rimasto particolarmente impresso. E può essere utile applicarlo anche nella moda. Lo trovo particolarmente adatto per questo argomento. Perché entrambi i modelli ” super skinny” e ” curvy” sono esempi a mio parere poco “sani”. Se da una parte le modelle skinny bevono cotone con succo di frutta per bloccare lo stomaco così da non provare più la sensazione di fame e non mangiare, dall’altra parte le modelle curvy mangiano a dismisura. Si allenano molto ma sono un esempio portato all’eccesso.
Io rappresento la categoria “plus model” da poco nata per rappresentare modelle che stanno più o meno a metà tra le due parti. Nel “mezzo”. Un fisico magro il giusto, sano, che si allena regolarmente e segue un’alimentazione equilibrata. Un “fitness body” è l’esempio migliore per me. Ma è solo il mio parere. Il paradosso è che modelle come me (che rappresentano fisicamente la media delle donne) hanno molto meno lavoro e richieste delle skinny” e delle “curvy”. Alla modella taglia 42 (nella norma) a volte le viene suggerito di diventare skinny o curvy così da identificarsi in una categoria specifica e lavorare di più. Una follia per me. Per fortuna stanno aumentando i brand che lavorano con modelle “normali”, cioè taglia 42 e 44.
La moda dovrebbe rappresentare la media delle persone comuni e dare il buon esempio dell’immagine e del fisico. Troppe ragazze seguono riferimenti sbagliati e finiscono per ammalarsi di anoressia e bulimia. Perché il marketing delle aziende e la pubblicità propone questo come modello di bellezza assoluto.
In contrapposizione, ragazze che portano una taglia ” plus size” si sentono giustificate dal fatto che esistono modelli “curvy” e si lasciano andare senza seguire delle regole. L’obesità, come affermo sopra, è un problema grave anch’esso.
La bellezza non è una questione di taglia ma lo è quando si tratta di salute. Questi temi sono molto delicati da affrontare. Sono consapevole che ognuno ha le sue idee e che esistono pareri differenti. Però allo stesso tempo, mi sento responsabile (attraverso questo blog) di trasmettere da modella esempi sani. E continuerò a farlo.
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