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Le campagne di Gucci contro il lavoro nero e la violenza sulle donne: lusso ed etica

Le campagne di Gucci contro il lavoro nero e la violenza sulle donne: lusso ed etica

Gucci è un’azienda italiana attiva nei settori dell’alta moda e degli articoli di lusso che fa parte della Gucci Group, divisione della società francese Kering. Fondata nel l 1921 a Firenze, nel 2016 il marchio italiano ha fatturato 7,6 miliardi di euro nel mondo diventando il secondo marchio di moda più venduto dopo Louis Vuitton. Nel febbraio 2013, Gucci ha lanciato il “Chime for Change”, un’organizzazione benefica che sostiene la campagna globale contro la violenza sulle donne.

No alla violenza

Gucci si è proposta nel rispetto dei principi normativi e di eticità e a tal fine ha realizzato una struttura organizzativa, economica e concettuale volta ad assicurare l’eticità e la sostenibilità della filiera produttiva. Il brand italiano ha da sempre dei comportamenti volti a proteggere il prossimo, oltre ai principi di salvaguardia dell’ambiente. L’azienda ha sempre posto in essere ogni strumento per contrastare, in ogni realtà geografica ed in particolare nelle aree più “difficili” la diffusione di pratiche di sfruttamento del lavoro. Gucci, inoltre ha donato all’UNICEF circa 5 milioni e mezzo di euro, oltre a essersi distinta come la più grande società che abbia sostenuto alcuni importanti progetti, come l’iniziativa “Schools for Africa” del 2004.

Donne

La Fondazione Kering ha firmato tempo fa a Milano la carta sulla prevenzione e la lotta contro le violenze alle donne in Italia, insieme con l’associazione Donne in Rete contro la violenza (D.i.Re). Il marchio pilota del progetto è Gucci, la maison fiorentina che fa parte del colosso francese del lusso. Nel luglio 2013, l’attivista Lydia Emily fu incaricata da Gucci di dipingere un murale nello Skid Row di Los Angeles, un’immagine ritraente una donna di nome Jessica sopravvissuta al traffico di esseri umani.

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