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Fase 2: settore moda riparte insieme a quello automobilistico

Fase 2: settore moda riparte insieme a quello automobilistico

Le aziende del settore moda e del settore automobilistico riaprono i battenti dovranno attenersi però al protocollo unico, contenente tutte le misure per operare in sicurezza. Poche regole ma fondamentali per evitare la cosiddetta “seconda ondata” dell’epidemia da Coronavirus. Tra queste, l’obbligo di mascherina e la misurazione della temperatura per ogni lavoratore prima dell’inizio del turno di lavoro.

Tutte le disposizioni per il settore moda

La moda è pronta ad andare sulla passerella della Fase 2. Il settore, simbolo del Made in Italy nel mondo, è un sistema complesso fatto di grandi griffe e migliaia di Pmi e di artigiani. Operare per un riavvio dei motori senza conseguenze catastrofiche e stimato perdite per 50 miliardi.

C’è chi ha rotto gli indugi per conto suo (prima del 4 maggio) come:Gucci a lavoro solo il 10% dei dipendenti, vale a dire più o meno 100 persone, con misure di sicurezza “validate” dalla consulenza del virologo Roberto Burioni.

Tutte le disposizioni per il settore automobilistico

La filiera dell’auto (compreso l’indotto), che per ampiezza, fatturato complessivo, forza lavoro, gettito fiscale derivato e incidenza sul PIL rappresenta una delle realtà di primissimo piano per la vita pubblica. E proprio dal settore automotive arrivano i primi segnali di riapertura dopo il blocco forzato alle attività negli stabilimenti.

La ripartenza avviata da Fiat-Chrysler Automobiles mette ovviamente in campo una serie di misure funzionali all’operatività degli impianti scongiurando eventuali contagi da Coronavirus (operazioni periodiche di igienizzazione e sanificazione, mantenimento di almeno un metro di distanza fra i dipendenti anche con l’impiego di pannelli ad hoc, istruzioni sul lavaggio delle mani, gestione dei meeting, utilizzo delle mense e degli ascensori, impiego dei distributori dell’acqua con bicchieri o con borracce.