
In psicologia, la sindrome della capanna o del prigioniero non viene reputata un disturbo mentale, ma una reazione a un momento di forte stress come quello che tutti abbiamo vissuto e, ancora oggi, stiamo vivendo a causa dell’emergenza Coronavirus. In poche parole, la paura di uscire e di tornare al contatto con la vita esterna.
Vittime di questa sindrome
Si tratta di una dimensione emotiva, che in psicologia è definita Sindrome della Capanna o del Prigioniero e si tratta di un particolare fenomeno che può manifestarsi in seguito a lunghi periodi di distacco dalla realtà. Un malessere che sta interessando un gran numero di persone in questo specifico momento di ripresa dopo il lungo lockdown. I sintomi più comuni di questa patologia sono:
episodi di irritabilità;
tristezza, paura, angoscia, frustrazione;
stato di letargia, sentirsi stanchi, avere difficoltà ad alzarsi al mattino, percepire malessere fisico, avere la necessità di riposare spesso;
difficoltà di concentrazione, scarsa memoria;
demotivazione
Soluzioni valide per uscire dalla sindrome della capanna
Tendenzialmente dovrebbe sparire o diminuire nel tempo con il normalizzarsi della situazione esterna, ma è comunque possibile mettere in atto alcune strategie per affrontarla come: prendersi cura di sé: piccoli gesti quotidiani per soddisfare i propri bisogni, stabilire obiettivi da superare durante la giornata e cercare a tutti costi di vedere il lato positivo delle cose, dare rilievo all’importanza degli affetti e degli elementi vitali, ridimensionando l’utilizzo del superfluo.