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“Via col vento”, i costumi indimenticabili di Rossella O’Hara: significato per ogni abito

“Via col vento”, i costumi indimenticabili di Rossella O’Hara: significato per ogni abito

In queste ore sta facendo parecchio discutere la decisione della piattaforma HBO Max di ritirare ‘Via col vento’, capolavoro del cinema mondiale, perché ritenuto non politicamente corretto. Una scelta assurda maturata sullo sfondo delle proteste seguite all’uccisione di George Floyd da parte della polizia di Minneapolis. La tormentata storia d’amore di Rossella O’Hara e Rhett Butler, ambientata negli anni della Guerra di Secessione, “è il prodotto del suo tempo” e “presenta alcuni pregiudizi etnici e razziali che sfortunatamente sono stati comuni nella società americana”, ha spiegato un portavoce del servizio in streaming. Peccato però che la pellicola abbia portato Hattie McDaniel ad aggiudicarsi un Oscar come migliore attrice non protagonista. Lei, l’adorabile Mami, la prima afroamericana a vincere l’ambita statuetta. Eh già solo questo dovrebbe far capire che non è nascondendo la storia che si educano al meglio le nuove generazioni. Non si può cancellare ‘Via col vento’, l’intreccio avvincente, le scenografie, i costumi. E proprio su questi ultimi vorrei indugiare, presentando l’evoluzione degli outfit di Rossella O’Hara, interpretata dall’avvenente Vivien Leigh. Come lei nessuna, dietro ogni abito un segreto. 

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“Via col vento”, i costumi indimenticabili di Rossella O’Hara: significato per ogni abito

‘Via Col Vento’, che nel 1998 è stato messo al sesto posto nella classifica dei più grandi film di tutti i tempi dell’American Film Institute, è stato reso immortale anche grazie al lavoro scrupoloso del celebre costumista Walter Plunket. Pensate che questi è arrivato a produrre solo per i quattro protagonisti ben 110 costumi; per gli altri personaggi invece gli abiti confezionati sono stati più di 5.000. Come spesso succede nei film, ma anche nei romanzi, i colori e i tessuti dei vestiti recitano un ruolo importante: non si tratta di scelte casuali né frutto soltanto del contesto storico. Prendiamo Rossella O’Hara, che in ‘Via Col vento’ indossa diversi abiti e di tinte varie: bianco, rosa, verde, rosso. E ciascun colore denota uno stato d’animo particolare, vuole trasmettere un messaggio diverso. Il film di V. Fleming, ispirato al romanzo di M. Mitchell, si apre in medias res, con la famosa scena di Rossella che è a Tara, davanti alla sua casa, intrattenuta dai fratelli Tarlenton. Nella sequenza iniziale la giovane indossa un abito bianco, col il colletto chiuso fino al collo. Due elementi che combinati insieme denotano purezza e innocenza, qualità che la protagonista perde mano a mano che la macchina narrativa procede. Ad anticipare però lo spirito indomito di Rossella O’Hara i fermagli tra i capelli e la cintura, che evidenzia la vita sottile, di colore rosso, tinta che ritroveremo soprattutto nella seconda parte del film dopo le nozze con Rhett Butler.

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Dall’abito bianco della scena iniziale al vestito rosso fuoco alla festa a casa di Melania

Nella scena successiva, quella ambientata a ‘Le dodici Querce’, per la merenda dai Wilkes, Rossella O’Hara indossa sì un abito bianco, dai dettagli verdi, ma è scollatissimo. Un particolare libidinoso per cui la giovane arriva a discutere con la stessa governante Mami (nella sequenza immediatamente precedente), la quale le ribadisce la necessità di indossare uno scialle per evitare la comparsa di lentiggini: «Ora tua pelle molto bianca!». Ma la splendida fanciulla vuole apparire più grande, seducente, forse per catturare il cuore di Ashley Wilkes, che sta per sposare la cugina Melania Hamilton. L’abito assai vaporoso, è accompagnato da un ampio cappello. Un copricapo assai più grande di quello indossato dalle altre invitate, che sono meno belle indubbiamente della protagonista, che proprio per questo è oggetto di aspre critiche e commenti al veleno. «Gli uomini corteggiano le ragazze come lei, ma non le sposano», dice inviperita Lidia, la sorella di Ashley. Ma la storia le darà torto: Rossella O’Hara arriverà a sposarsi ben tre volte: le prime due con uomini che non ama, la terza con Mr. Butler. Un matrimonio quest’ultimo guastato dalla fissazione ostinata per Ashley Wilkes, che «tradisce sua moglie col pensiero, ma non osa farlo. Quand’è che si decide?», chiede, ad un certo punto, Rhett, ubriaco, pazzo di gelosia, a Rossella durante una lite. Ed è la domanda che ci facciamo un po’ tutti durante i 238 minuti del film. Ma torniamo ai costumi meravigliosi indossati dalla splendida Vivien Leigh, che è stata scelta tra 1400 attrici, tra cui Katherine Hepburn e Bette Davis.

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‘Via col vento’ icona del cinema mondiale: il segreto dei costumi di scena

Nel corso del film Rossella O’Hara rimane vedova due volte: in virtù di questo la giovane è costretta ad indossare (non senza lamentarsi) abiti neri. Trattandosi però di uomini per cui non provava alcun sentimento la ragazza non disdegna far ricorso ad accessori colorati, come il cappello alla moda che le riporta Rhett dalla Francia. In quello stesso dialogo tra i due salta fuori il discorso delle mutande ingombranti indossate dalle donne all’epoca: «Quei mutandoni, a Parigi, non c’è una sola ragazza che li porti», dice Rhett. «Voi dite che… Non sta bene parlare di queste cose!», replica Rossella, che è una ragazza assai attenta alle tendenze, è vanitosa e vuole essere alla moda. E le ‘mutande’ arriverà a perderle, lo confesserà lei stessa a Melania, dopo aver ucciso un disertore, chiedendole di darle la sua sottana per pulire il sangue sul pavimento. «Oh, non essere sciocca. Se avessi le mutande o uno scialle lo adopererei. Io non ho certi pudori». La guerra spazza via ogni bella illusione indurendole il cuore: durante il periodo più difficile la giovane indossa abiti scialbi, semplici, senza strascichi o fronzoli. Il più noto forse quello rosa, con cui fugge da Atlanta per tornare a casa sua, nella sua tenuta deturpata dal conflitto civile. Si tratta del vestito, per intenderci, del famoso bacio appassionato con Rhett Butler al bivio per Tara.

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Rosella O’Hara anti-eroina per eccellenza: dietro ogni abito un segreto

Senza dubbio però il costume più importante, conosciuto da tutti come il “Curtain Dress” in quanto ricavato dalle tende della sua casa, è quello verde, che lei indossa quando si finge ricca per andare a chiedere denaro in prestito a Rhett. Il costumista Plunkett voleva che fosse proprio di diverse tonalità di verde (simbolo per antonomasia di speranza). Per ricreare quell’effetto del sole riflesso sulle tende espose le fibre di velluto alla luce del sole. Un’intuizione brillante: un vestito entrato di diritto nella storia del cinema. La Mattel decise di realizzare addirittura una Barbie negli anni Novanta con le fattezze di Vivien Leight e l’abito in questione. Altrettanto meraviglioso è quello rosso fuoco che Rhett intima a Rossella di indossare alla festa di Melania, dopo aver scoperto di un abbraccio tra la moglie e Ashley. Con le nozze dell’avventuriero gli abiti si fanno lussuosi, riflesso dell’agiatezza della casa stessa in cui la coppia andrà a vivere. Il precedente matrimonio con Franco, lo spasimante della sorella, dettato dagli interessi, aveva spinto Plunkett ad optare, invece, per abiti molto più pratici, belli a vedersi, ma non dai colori sgargianti, tantomeno sfarzosi. Fatta eccezione forse per quello blu, che Rossella indossa al momento dell’aggressione in una zona malfamata della città.

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“Via Col vento” censurato da Hbo

Via via che il film va avanti una serie di lutti si susseguono: dalla morte di Diletta, la figlia adorata di Rhett e Rossella, a quella di Melania. Così prepotente sulla scena torna il nero, che si sposa perfettamente con l’incarnato pallido di Vivien Leight. E si chiude così il nostro viaggio alla scoperta degli outfit di Rossella O’Hara in ‘Via col vento’. I costumi del film, icona del cinema mondiale, sono conservati nel Harry Ransom Center di Austin, in Texas. Dunque, che ne facciamo delle polemiche di questi giorni? «Francamente me ne infischio», stavolta la battuta memorabile ci sta tutta. E per tirarne in ballo un’altra, altrettanto indimenticabile, «Domani è un altro giorno», cerchiamo di renderlo migliore evitando di cadere nel ridicolo. Perché se censuriamo ‘Via Col vento’ per scene discutibili, allora che ne facciamo della ‘Divina Commedia’, la bruciamo? Per carità, giù le mani dai capolavori. Voi che ne dite?

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