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Next In Fashion su Netflix: il reality sulla moda che lancerà 18 stilisti di talento

Next In Fashion su Netflix: il reality sulla moda che lancerà 18 stilisti di talento

Next In Fashion è il reality di competizione che sta per essere lanciato su Netflix, alcuni tra i designer promettenti più talentuosi, a livello internazionale, gareggeranno per divenire i nuovi protagonisti dell’industria del fashion. Il reality è condotto dallo stylist nonché personaggio TV Tan France (Queer Eye) e dalla stilista, modella e icona mondiale di moda Alexa Chung. Tra i 18 concorrenti una piacevole sorpresa tutta italiana: Angelo Cruciani.

Come funziona e cosa si vince a Next In Fashion

In Next in Fashion 18 designer si sfideranno in prove incentrate sulle tendenze e gli stili che influenzano l’abbigliamento mondiale. Gareggeranno tra loro per vedere chi ha la stoffa, l’originalità e la caparbietà per conquistare il montepremi e un contratto di lavoro. Una cifra esorbitante che ammonta a 250.000 dollari, e la possibilità di lanciare una propria collezione con Net-a-Porter, rivenditore di haute couture. Tra i concorrenti troviamo una piacevole sorpresa tutta italiana: Angelo Cruciani. Il designer ha 42 anni, è un attivista per i diritti Lgbt, ideatore del marchio Yezael e vincitore nel 2019 del premio «best creativity» alla Beijing Design Week.

Angelo Cruciani e il marito Shi Yang

Angelo Cruciani: la moda nel DNA

«Non mi aspettavo di essere scelto [come concorrente del reality Next in Fashion] — ha spiegato Cruciani in un’intervista a corriere.it. Hanno fatto prima una selezione tramite i direttori di giornali moda, poi un casting durato 6 mesi, ci hanno portato in 28 a Los Angeles, e siamo rimasti in 18, ognuno famoso nel suo Paese ma non altrettanto a livello internazionale. Non mi aspettavo di entrare perché sono una briciola rispetto agli altri concorrenti e ad altri colleghi italiani che sfilano in calendario e hanno un percorso ben avviato. Già a tre anni avevo creato sulla carta una mini collezione, almeno è quello che mi ha detto mia madre. Ho chiesto ai miei di comprarmi una Barbie e negli Anni 70 un bambino con la bambola era uno scandalo, ma i miei genitori mi hanno sempre sostenuto… sono stati rivoluzionari e li ringrazio per questo. Come producevo vestiti per la bambola? Ero molto piccolo, quindi prendevo vecchi calzini e li tagliavo, poi ci aggiungevo pezzi di tessuto.»

Alexa Chung e Tan France (Queer Eye)

«Ho anche avuto l’opportunità di posare. Per caso. Un fotografo locale mi ha contattato per un catalogo e da lì sono partito. Ero alto (183 cm) e magrissimo, in pratica 20 chili fa. In realtà, non mi interessava una carriera in passerella, ma l’esperienza mi è servita per aumentare la mia autostima, al tempo un po’ bassa. Non avevo una buona considerazione di me stesso. Ho commissionato tanti abiti da uomo in sartoria per me stesso, da miei modelli, scegliendo tessuti, fodere e finiture. Quando li ho visti tutti insieme, tantissimi, su due relle, ho pensato che erano già una collezione e così ho deciso di prendere la strada del mio brand. La collezione donna invece risale al 2016 e per crearla ho dovuto studiare tanto». 

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