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“Se questa è una modella”: la magrezza ostentata sulle passerelle delle Fashion Week, un capitolo triste che ritorna sempre e inesorabile

“Se questa è una modella”: la magrezza ostentata sulle passerelle delle Fashion Week, un capitolo triste che ritorna sempre e inesorabile

Le modelle sulle passerelle delle Fashion Week, come ogni anno, sempre troppo magre

Ogni anno ritorna l’attesissimo evento delle ormai note Fashion Week, il momento in cui la moda raggiunge i suoi massimi livelli. Talvolta, si ricordano più per la magrezza delle indossatrici che sfilano in passerella che per la creatività e il gusto dei designer che si rendono protagonisti attraverso le loro collezioni.

Ritorna inesorabilmente il dibattito infinito sulle modelle troppo magre; tanto da non stare in piedi. Ma ogni anno, ripropongono sempre gli stessi canoni, senza nessuna variazione. Nessun cambiamento quindi, sebbene le numerose campagne contro la magrezza ostinata a ogni costo e tutte le lotte affrontate da molte case di moda contro un fashion world sordo a problemi quali anoressia e bulimia. Perché è inutile girarci attorno, le Fashion Week, talora, rappresentano uno scenario tra i più tristi e sconfortanti, che mettono in scena e promuovono loro stessi (sulla passerella) una “magrezza malata”: Al limite della malattia vera e propria.

La moda deve agire nel concreto

Molte sono state le prese di posizione contro le taglie inumane delle indossatrici. Non stiamo parlando solo di taglie 38 per 1.80cm per ragazza, ma talvolta si sfiora il limite del possibile, arrivando anche a taglie ultra small: 36 e 34. Un palcoscenico da far venire i brividi, non tanto per la bellezza artistica delle collezioni, ma per altrettanto dolore e sofferenza che inesorabilmente raggiunge la passerella. Visi scavatissimi, sguardi imbronciati, e gambe filiformi come grissini, se non più sottili.

Guardando queste ragazze, i quesiti sorgono naturalmente :“Saranno veramente felici per quello che fanno? Saranno così di costituzione fisica o vivranno una vita privata di qualsiasi cosa? Staranno bene? Saranno davvero in salute?” Come sovente precisano le agenzie di moda e gli stessi designers: le modelle sono in perfetta salute! Stento a crederci, talvolta, perché è palese agli occhi di tutti che non stiano bene. La moda, ha avuto sempre l’anoressia al centro delle sue problematiche. Ma nessuno ci fa caso veramente. E quando dico nessuno, è nessuno. Sono tutti troppo impegnati ad apparire durante questi eventi e postare Instagram stories e feed sui social , invece che chiedersi: “Le modelle che sto vedendo sfilare stanno bene? Queste ragazze come vivono? Tante di loro si presentano palesemente “pelle e ossa”.

La moda è da sempre sorda a queste problematiche

Talora come fanno a non vederlo e a essere così “sordi”? Perché la moda è ipocrita. Non c’è nulla da dire. Ne ho la conferma dopo anni di carriera in questo ambiente. La conferma nel vedere propagandato un fisico sano e in salute, quando in realtà l’unica cosa che conta davvero è la propria immagine. Il sentirsi “in pace con la propria coscienza” e partecipare ugualmente ad uno show fatto di manichini viventi. Belle parole, ma dal punto di vista realmente pratico, niente.

“La bellezza non può e non deve essere rappresentata da una taglia”. “Basta con queste modelle androgine”. “L’anoressia nella moda è ancora un problema reale, basta!”. E non si fa nulla. Nel concreto? é tutto uguale agli anni passati. E gli stilisti utilizzano sempre le stesse modelle. Magre, scheletriche, evanescenti, tristi, innegabilmente sole. Perché entrare nel mondo dell’alta moda talvolta significa scendere “a patti con se stesse, andando contro se stesse” (come testimonia la pellicola “Il diavolo veste Prada”). Dove ti dicono chiaramente “questi sono i canoni, se vuoi lavorare è così, altrimenti non posso proporti”. Il lavoro deve essere svolto in origine, in primis dai designers. Che ogni anno promettono cambiamenti in termini di misure e taglie leggermente più morbide e femminili, ma come sempre, queste svolte tardano ad arrivare, e forse, non arriveranno mai! Tutto ciò rappresenta solo mera illusione! Poiché di reale non c’è nulla.

Le modelle come tali sono così, e questi sono i canoni! Non esistono ripensamenti

Non è di certo bastato il movimento delle modelle “curvy” a cambiare le cose. Anche se quest’ultime rappresentano l’estremo opposto. In breve, è come essere vittima di un vortice dentro il quale non esiste via d’uscita, e per questo, si rimane immobili assecondando il suo flusso. Inermi, senza poter dire o fare nulla. Queste sono le regole ferree dell’alta moda che impone senza sconti alle sue modelle.

Bisogna agire, le belle parole non bastano al cambiamento!

Svegliamoci da questo torpore che ci chiude gli occhi e ci chiude il cuore. La moda deve rappresentare un esempio di vita giusto, sano, non malato. Per tutte quelle generazioni che seguono le sfilate e le Fashion Week attraverso i social network. Il mio è un appello tra i tanti, ma spero possa contribuire ad un cambiamento, anche piccolo, ma pur sempre ricco di significato. Perché parlare e scrivere un post su Instagram non basta, se non per ricevere qualche applauso di convenienza! A me la convenienza non piace e non mi è mai piaciuta. Come l’ipocrisia e chi è sordo a tematiche così importanti! Non voglio farmi pubblicità e non desidero essere compiaciuta dagli altri. Scrivo per passione e per far emergere le VERE realtà del fashion. E Voi? Da che parte state?

“Sono fiera di come sono, e ringrazio l’Universo se sono quel che sono”! Ci vuole solo un po’ più di coraggio e soprattutto rifiutarsi di partecipare sempre al solito scenario desolante che vede alle volte come protagonisti manichini inanimati esposti in passerella. Facciamoci sentire! Diamo voce e forma al cambiamento!