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La storia della Fashion Week: l’evento più importante del mondo della moda dalle origini alla massima espansione

La storia della Fashion Week: l’evento più importante del mondo della moda dalle origini alla massima espansione

Introduzione alla Fashion Week

fashion week

Fashion Week, o più semplicemente “settimana della moda”. Da Parigi a Milano, da Londra a New York (e non solo) la passerella più attesa di sempre è uno degli eventi principali e immancabili di tutto il fashion industry. Il suo “focus” più importante. Non esisterebbe la moda senza “Fashion Week”. Qual è la sua storia? Com’è nata? E in quale città? Il sogno di ogni modella/o è quello di sfilare almeno una volta nella vita per l’ambiziosa settimana della moda, far parte di questo attesissimo evento annuale. Le Fashion Week di settembre stanno per andare in scena e ci presenteranno i capi che faranno tendenza nella stagione Primavera/Estate 2020.

La storia della Fashion Week

Settembre: un mese importante, non solo perché sinonimo della fine di un’estate oramai al suo tramonto; ma soprattutto simboleggia, per gli appassionati “modaioli”, un mese che fa rima con “sfilate e passerelle”. Ovviamente, un appuntamento da non perdere per i più accaniti “fashionisti”. Giornate frenetiche, senza sosta, tra una sfilata e l’altra, con protagonisti i designers più iconici di sempre. E i top model più famosi del momento. I corpi, i volti e il talento che si fondono per dare vita a vere e proprie rappresentazioni artistiche, talvolta non soggette a critiche e pareri controversi.

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Sfilata di Loewe 2018 Cara Taylor

La moda è così. Creatività pura, che alle volte si trasforma in una patetica messa in scena, con abiti al limite del ridicolo, portati sempre con maestosa eleganza dai modelli, protagonisti delle collezioni accanto agli stilisti che ne hanno generato la creazione. Proprio nel mese di settembre, infatti, vengono organizzate le Fashion Week. Le settimane della moda, momento quasi religioso per tutti i “fashion addicted”. Le settimane più glamour di sempre, vengono organizzate due volte l’anno: tra gennaio e febbraio per le collezioni Autunno/Inverno e tra Settembre e Ottobre per quelle Primavera/Estate. Le quattro città interessate, come ho citato sopra, sono: New York, Milano, Londra e Parigi.

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Non solo sfilate…

Non solo sfilate, ma anche eventi e party post-sfilata tra i più trendy di sempre. Impossibile mancare a tali “fashion party”: sono occasioni importantissime per tessere una rete di contatti e public relations con i nomi più autorevoli della moda, dell’editoria, della fotografia e non solo…Purtroppo, però, assistere alle sfilate e ai relativi party “post catwalk” non è così semplice, visto che l’accesso è consentito solo su invito o tramite accredito. Insomma, se non si è parte del mondo della moda bisogna talvolta accontentarsi delle dirette streaming che i brand pubblicano online o delle infinite Stories che le influencer (invitate) postano sui social.

Giorgio Armani RTW Spring 2019

Un po’ di storia

La prima industria Couture nasce a Parigi nel 1850, grazie al designer Charles Frederick Worth, considerato anche il padre delle modelle. La prima vera sfilata ha luogo a New York nel 1903, in un negozio della Grande Mela, “Ehrich Brothers” che decise di prendere spunto dalle ‘modelle dal vivo’ di Worth e di mostrare ai clienti le proprie collezioni. A partire dal 1910 altri grandi negozi di New York seguirono l’esempio e iniziarono a realizzare delle sfilate.

La “Press Week”

Nel 1920 il concetto di sfilata invase tutta l’America. Anche se la passerella divenne ormai un concetto consolidato, solo nel 1943 Eleanor Lambert propose la prima vera e propria “Press Week”, nome originario della New York Fashion Week. Poco dopo Ruth Finley pubblicò il primo calendario della moda. Una guida, utilizzata tuttora, con tutti gli eventi della settimana della moda. La stampa e i giornalisti, non poterono far altro che parlare e scrivere di questo nuovo e attesissimo evento, oramai giunto alla sua massima celebrazione e consacrazione.

La massima espansione

A partire dal primo post della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, la Chambre Syndicale de la Haute Couture, fondata con il contributo di Worth, iniziò a richiedere ai brand e ai rispettivi stilisti, di presentare alla stampa una collezione di almeno 35 pezzi all’anno, comprendente sia look da giorno che da sera. Le sfilate presero così vita anche in Europa, a partire dalla Francia. Pian piano, anche le modelle iniziarono ad avere una grande importanza, arrivando a comparire anche in televisione. A New York, nel 1962, nacque il Council of Fashion Designers of America, con lo scopo di far riconoscere il ramo della moda dall’arte e dalla cultura americana.

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Proprio in questo periodo, presero piede riviste come Vogue ed è così che le sfilate iniziarono ad avvicinarsi agli eventi che conosciamo noi oggi. La settimana della moda di Parigi è stata ideata nel 1973 dalla Federazione Francese della moda – Fédération Française de la Couture e si tenne per la prima volta al palazzo di Versailles. Nel frattempo, anche in Italia l’aristocratico Giovanni Battista Giorgini, prendendo spunto da Lambert, organizzò una serie di spettacoli a Palazzo Pitti a Firenze.

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Il successo di questi spettacoli ebbe un piacevole effetto sulla Camera Nazionale della Moda Italiana, fondata nel 1958, spingendola a creare una vera e propria settimana della moda dedicata ai grandi nomi italiani del fashion system. Dapprima a Roma, poi trasferitasi a Milano. La prima Fashion Week ebbe uno stampo milanese fin dall’origine. Andò in scena nel 1975. A Londra, invece, fu il British Fashion Council ad ufficializzare i giorni dedicati agli stilisti britannici. Fino ad arrivare ai giorni nostri, dove la Fashion Week (e la falcata memorabile dei modelli suoi protagonisti durante la catwalk) rappresenta un evento di moda più unico che raro .

Cosa succede durante il backstage della Fashion Week? Come affrontano le modelle gli attimi prima della sfilata?

Siamo abituati ad ammirare le modelle sfilare: belle, eteree, perfette, sicure di sé. Senza timori e senza paure. Eppure molte delle indossatrici sono poco più che “bambine”. Sotto la perfezione estetica che la moda spesso richiede, si celano pensieri, vissuti, ambizioni da ragazzine. Teenager a tutti gli effetti. Come è naturale che sia. Così giovani, eppure così inibite davanti ai riflettori: abituate ad essere circondate da persone che lavorano sulla loro immagine. Un momento prima ridono e scherzano, ma improvvisamente cambiano espressione con un battito di ciglia. Questa è l’essenza della modella.

 

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Passano da essere ragazzine appena uscite dalla lezione di storia del liceo a dive vere e proprie, interpretando la professione con grande serietà e determinazione, dando un volto ai nomi della moda. I preparativi di un backstage richiedono molto più tempo di quanto non ne serva per il catwalk in sé. Dopo mesi di prove, dietro le quinte c’è un’orchestra di parrucchieri, estetiste, fotografi, assistenti che in poche ore deve compiere un’impresa quasi da Oscar: preparare alla perfezione tutte le ragazze o ragazzi che dovranno sfilare.

Caos, tanto caos

Caos, tanto caos. Sembra incredibile poter mantenere la calma in una situazione di così tanta confusione. Eppure le grandi protagoniste, le modelle, mostrano un self control ineccepibile, un’aria pacifica ed apparentemente rilassata. Forse solo per mascherare l’ansia vera e propria. Dote di una brava modella è mantenere sempre il controllo nelle situazioni più disparate. Qualsiasi cosa accada. Da una zip rotta di un vestito che non sale più, ad una trasparenza inaspettata, e così via.  Tutti intorno alle “dee della bellezza” corrono all’impazzata. Loro aspettano solo, talvolta, la loro grande occasione: c’è chi legge, chi ascolta la musica, chi fa un piccolo spuntino.  Piccole donne cresciute, forse più del dovuto. Che talora, a soli diciassette anni, conoscono alla perfezione il mondo della moda e le sue dinamiche folli.

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backstage sfilata

Quando arriva il momento del countdown i ritmi diventano ancor più frenetici: è un vero e proprio caos universale. Tra interviste agli ospiti più illustri, ai ritocchi sugli scatti per inviarli il prima possibile alle testate giornalistiche e agli uffici stampa. Chi stira e chi cuce velocemente gli ultimi capi e chi posa con ironia per un selfie ( solitamente le modelle). Finalmente è arrivato il momento!  Che lo show abbia inizio!

Adrenalina a fior di pelle che da il via allo spettacolo: tutto deve aspirare il più possibile alla perfezione assoluta. Protagonista indiscussa una precisione maniacale nell’organizzazione della sfilata. Niente viene lasciato al caso, ogni errore può risultare fatale. Ogni addetto alla messa in scena ha il suo ruolo specifico, come ho citato precedentemente, che converge all’interno di un lavoro di squadra (in team). Come se tutti fossero parti di un meccanismo all’interno di macchina perfetta. Qual è la moda. Mesi di lavoro e prove incessanti che vedono come  frutto finale pochi minuti di sfilata. E finisce tutto in brevi istanti. Brevi attimi che però segneranno la storia.

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La tensione generale taglia l’aria in quei momenti… in cui il pubblico ha un ruolo attivo: gli occhi di tutti sono puntati sulla passerella con grande attenzione. Più o meno esperti, non perdono di vista nemmeno un dettaglio . Pochi minuti per entrare a pieno titolo nell‘Olimpo della moda. O meglio, per alcuni veterani del mestiere, consolidarsi in esso come re e regine del fashion world e aggiudicarsi buone critiche da parte dei giornalisti. Siamo in trepida attesa di assistere alla prossima Milano Fashion Week primavera/estate 2020. In scena a Settembre, magica come sempre. Sono sicura che ci regalerà nuovi spunti di arte, storia e design.

Buona Fashion Week a tutti!