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Idee viaggio, vacanze in Sicilia: Tindari Santuario Madonna bruna, tra storia e leggenda

Idee viaggio, vacanze in Sicilia: Tindari Santuario Madonna bruna, tra storia e leggenda

Idee viaggio, vacanze in Sicilia: Tindari, alla scoperta del Santuario della Madonna bruna, dove storia e leggenda si fondono

Idee viaggio, vacanze in Sicilia: mai stati a Tìndari? La cittadina è situata in una frazione di Patti, in provincia Messina, nel nord-est dell’isola. Una meta suggestiva ed unica nel suo genere, Tindari è situata su un promontorio dei monti Nebrodi che si sporge, da un’altezza di 268 m, a picco sul Mar Tirreno e sulla Riserva naturale orientata dei laghetti di Marinello. A dominare dall’alto l’imponente Santuario che dà le spalle al mare, ubicato all’estremità orientale del promontorio, in corrispondenza dell’antica acropoli, dove fu costruita una piccola chiesa sui resti della città abbandonata.

Santuario Tindari – Photo credits Pixabay

Tindari e il suo Santuario, vista mozzafiato sul Mar Tirreno

Natura a arte sono un tutt’uno in questo lembo di terra siciliana, ed è qui che la storia si mescola alla leggenda. Fondata nel 396 a. C. da Dioniso I, tiranno di Siracusa, come colonia della Magna Grecia per contrastare gli attacchi dei Cartaginesi, la cittadina ha questo nome – Tyndaris – in onore del Re di Sparta, Tindaro. Sotto la dominazione romana l’antica Tyndaris diviene un’importante base navale poi subì la dominazione dei Bizantini e degli Arabi, che la distrussero nell’836. Della colonizzazione romana sono rimaste testimonianze architettoniche bellissime, oggi facenti parte dell’area archeologica apprezzata in tutto il mondo. Qui presenti il Teatro, la Basilica, le Terme, le abitazioni e le case patrizie decorate con mosaici colorati ancora ben conservati. Sull’antica acropoli, nel versante orientale del promontorio a strapiombo sul mare, si erge il Santuario della Madonna bruna, principale polo attrattivo della meta turistica.

Santuario Tindari, Statua della Madonna bruna: storia e leggenda si fondono

All’interno del Santuario di Tindari è custodita la statua in legno di cedro del Libano raffigurante la Vergine bizantina con Bambino. L’origine del culto di questa Madonna nacque probabilmente durante il periodo iconoclastico sorto durante l’impero bizantino, che proibiva il culto delle icone. La leggenda vuole dunque che la Statua della Madonna bruna, nascosta nella stiva di una nave proveniente dall’Oriente per sottrarla alle persecuzioni iconoclaste, venisse abbandonata qui di notte, nei pressi della baia di Tindari, l’odierna Marinello, durante una tempesta. All’alba dell’indomani la nave rimase incagliata in quel tratto di mare e la statuetta rimase lì. Fuori dal Santuario, dalla terrazza a picco sul promontorio c’è una vista fantastica sui laghetti di Marinello, creati dal mare nella baia sabbiosa, oggi Riserva naturalistica per la presenza di un particolare ambiente salmastro di tipo lacustre. Anche questi specchi d’acqua sono legati al culto della Madonna nera: la leggenda racconta di una bambina caduta dalle braccia della madre miscredente. La donna, venuta ad adorare la Vergine, rimase delusa alla vista del suo colorito scuro: “Sono venuta da lontano per vedere una più brutta di me!”, esclamò. La sua bimba allora precipitò dall’alto del monte e si salvò solo grazie all’intervento divino della Madonna. L’improvviso ritrarsi delle acque creò per la piccola culla soffice di sabbia, che la salvò dal mare in tempesta. Un vero miracolo: la spiaggia di Tindari si presenta oggi a forma di donna con le braccia della Vergine che accolgono la bimba precipitata. (Immagine di copertina – Santuario Tindari Foto Pippo Leonardi Facebook)

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