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In Bhutan per il Festival di Paro

In Bhutan per il Festival di Paro

A marzo 2011

Circondato dall’imponente catena himalayana, il Bhutan è un Paese che riserva incredibili sorprese: meravigliosi paesaggi, splendidi monasteri-fortezza e tradizioni millenarie.

Chi ama scoprire ambienti lontani dalle solite rotte turistiche, non può perdere il piccolo paese asiatico, specialmente durante una delle ricorrenze più importanti del luogo, il Festival di Paro, espressione dell’antica cultura buddista, a marzo 2011. Un evento che prevede manifestazioni di più giorni e durante il quale migliaia di pellegrini raggiungono il Regno del Drago per celebrare e rievocare la vita e gli insegnamenti di Guru Rimpochè, riconosciuto come il fondatore delle scuole del buddismo tibetano.

Per poter comprendere meglio l’atmosfera del luogo Earth Cultura e Avventura propone un itinerario con la presenza di un accompagnatore esperto di cultura buddista.

Il Festival di Paro offre al visitatore la possibilità di avvicinarsi ed osservare la spiritualità, le tradizioni, la storia e la cultura del Bhutan, un Paese che va assaporato senza fretta e gustato attraverso le attrattive naturali. Musiche sacre, danze in costume con maschere, rituali, riti religiosi ed esoterici eseguiti da monaci e da laici in un’atmosfera allegra e rilassata che raduna ogni anno migliaia di persone che esibiscono i migliori abiti tradizionali e godono di un momento di gioiosa convivialità.

Il viaggio toccherà la capitale Thimpu, situata in una bellissima vallata piena di boschi a 2.400 metri di altezza, l’imponente Changan Gangkha Lhakhang, uno dei più antichi monasteri della città, il Simtokha Dzong con le sue 284 ruote di preghiera in ardesia ricoperte in lamina d’oro, dal pittoresco bazar degli artigiani e da una scuola d’arte dove vengono insegnate le tecniche di lavorazione della carta e del legno tipiche del Bhutan.

Altrettanto incantevole è la valle di Bumthang, che conserva i più importanti reperti della storia e dell’arte buddista del Bhutan, in un paesaggio naturale di grande fascino, dove vi attende una visita ai principali “dzong” del Paese, dal Tamshing Lhakhang con i suoi affreschi del XVI secolo, al Kurje Lhakhang (XVII secolo) luogo sacro di meditazione di Guru Rimpochè, fino al Jambey Lhakhang costruito nel VII secolo dal re tibetano Songtsen Gampò.

Durante il viaggio non può certo mancare un’escursione al Taktshang Lhakang, letteralmente “la tana della Tigre”, da effettuare a piedi o a cavallo e della durata di circa 2 ore. Edificato a partire dall’VIII secolo a 3.120 metri di altitudine in una posizione suggestiva e aggrappato alla montagna a sfidare le leggi della gravità, il monastero comprende sette templi ed è caro alla storia di Guru Rimpochè, il monaco buddista artefice della prima grande diffusione del buddismo sull’Himalaya che, secondo una leggenda, sarebbe volato fino qui aggrappato al dorso di una tigre per sottomettere il demone della zona.

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