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Fine quarantena: andare al mare sarà possibile, solo dentro scatole di plexiglas

Fine quarantena: andare al mare sarà possibile, solo dentro scatole di plexiglas

Avete presente i Tre metri sopra il cielo si Step e Babi? Scordateveli. Ora i tre metri non serviranno più per indicare la prima fase dell’innamoramento, bensì segneranno la distanza tra un ombrellone e l’altro. E probabilmente non basteranno nemmeno quelli per proteggersi dal pericolo Coronavirus. Vi starete chiedendo in che senso, ebbene: serviranno anche le barriere di plexiglas. Ecco dunque una disamina su come potrebbero essere, e probabilmente saranno, le nostre vacanze al mare Estate 2020. Almeno secondo i primi progetti a cui stanno lavorando le associazioni dei lidi balneari.

L’estate 2020 prevede non solo ombrelloni e sdraio isolati dal plexiglass, ma anche accessi agli stabilimenti balneari scaglionati e igienizzazione tecnologica dei locali comuni obbligatoria.

Le strutture in plexiglas sono state già progettate da alcune aziende che fornito la propria disponibilità alle categorie che si occupano del turismo. L’idea è stata quella di proporre le stesse barriere installate nei supermercati. Per quanto riguarda gli operatori turistici è di facile previsione una consistente assegnazione di prescrizioni. Si passerà dall’accesso scaglionato alla spiaggia, all’installazione di dispenser di igienizzante nei bagni, nei bar, e negli spazi che prima erano comuni. Non dimenticando quanto sarà necessario indossare la mascherina per stare all’aria aperta. Gli accessi agli stabilimenti balneari e alla spiaggia in generale, potrebbero essere scaglionati secondo fasce d’età e potrebbe subentrare anche una prenotazione obbligatoria prima dell’accesso.

Anime in plexiglas

A proporre l’idea delle barriere in plexiglas da spiaggia è stata un’azienda di Modena. Si tratta di veri e propri box trasparenti, realizzati con pareti di plexiglas e profili in alluminio. I box sono quadrati, da 4,5 metri per lato con un accesso da un metro e mezzo. I bagnini e i gestori degli stabilimenti balneari in Romagna si sono detti contrari al progetto. Progetto bocciato con pochissimi preamboli anche dal presidente della cooperativa bagnini di Rimini, Mauro Vanni. «Credo sia un’idea balzana dai costi improponibili. Voglio vedere chi si chiuderebbe in un recinto come questo, tra quattro pareti di plexiglas, sotto il sole cocente. Faremmo morire i nostri clienti di disidratazione. Chi viene al mare vuole stare all’aria aperta e non in quello che assomiglia a un recinto per polli».

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