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Lorenzo Seghezzi: Tra rivoluzione queer, mondo punk ed estetica dell’età vittoriana

Lorenzo Seghezzi: Tra rivoluzione queer, mondo punk ed estetica dell’età vittoriana

Lorenzo Seghezzi, innovativo, sovversivo e rivoluzionario. Cresciuto nella comunità LGBTQ+ milanese, utilizza il fashion design come mezzo di ribellione per la nascita di una nuova tipologia di mascolinità. Lorenzo Seghezzi è un giovane designer italiano. Crea capi su misura frutto di una continua ricerca costante concentrata soprattutto sul corpo, sull’identità di genere e su un’altrettanta sinuosa e libera espressione di sé. Nel 2019 si diploma alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e nel 2020 sfila già ad Alta Roma.

Lorenzo Seghezzi: talento puro che ha rivoluzionato la moda

Traendo ispirazione dal mondo che lo circonda, soprattutto dai racconti, dalle narrazioni e dall’estetica LGBTQ+ e queer di cui è fedele membro e attivista, il designer cerca attraverso le sue creazioni di denunciare in prima istanza i pregiudizi di omofobia e machismo, consegnando una nuova tipologia di mascolinità, molto più sensibile, vulnerabile e al tempo stesso efficace, che prenda spunto dagli universi visivi più disparati. All’interno delle sue collezioni infatti emergono molto i corsetti, gli abiti sartoriali e le tecniche di confezione vittoriane, quanto le influenze punk e drag. Un talento puto in continua ascesa.

Formazione e stile

Nato e cresciuto a Milano in una famiglia molto open-minded, Lorenzo Seghezzi si è sempre sentito libero di esprimersi completamente. Attraverso la propria personalità e libertà creativa. La sua famiglia, infatti, gli ha trasmesso fin da piccolo la passione per l’arte, la dedizione alla creatività e soprattutto il bisogno di manifestare tutto se stesso al “duecento per cento”. Diplomatosi in scenografia presso il Liceo Artistico Statale di Brera ha frequentato il corso triennale di Fashion Design presso NABA. Nuova Accademia di Belle Arti di Milano dove si è laureato a fine 2019. In Accademia ha imparato le basi della sartoria e della modellistica, ma è grazie allo studio autodidatta ed Internet che è diventato il designer talentuoso che troviamo oggi. Inoltre, ha avuto la fortuna di essere stato selezionato tra i migliori studenti NABA e di presentare le sue collezioni a Milano Moda Graduate. Fashion Graduate Italia e Altaroma, fino ad arrivare ad organizzare da solo la sua prima sfilata personale “Queer Asmarina SS2021” ad ottobre del 2020.

Lorenzo Seghezzi: “Tutto quello che confeziono o che disegno è la più libera e concreta manifestazione del mio gusto personale”.

“Almeno per il momento, Lorenzo Seghezzi non è ancora un vero e proprio brand, ma tutto quello che confeziono o che disegno è la più libera e concreta manifestazione del mio gusto personale. Da ragazzino la mia passione per la moda è nata dal bisogno di creare vestiti che potessero farmi da armatura, da scudo contro bullismo e omofobia”. Così, la passione di Lorenzo Seghezzi ha preso forma tra i primi tentativi di applicare borchie alle giacche di pelle dei mercatini. Altresì quelle sperimentazioni tie-dye che faceva alle camicie di suo padre. “Penso che la cosa sia abbastanza evidente, perché mi capita spesso di sentirmi dire “Si vede che l’hai fatto tu quel pantalone!”, e per me non c’è nulla di più soddisfacente”. Inoltre il giovanissimo stilista dichiara: “Preferisco lavorare in modo più fluido e apparentemente caotico. Anche se vi assicuro che nel mio cervello ha tutto perfettamente senso e nulla è dato al caso. A parte gli schizzi e le macchie di colore dei tessuti con cui realizzo molti dei miei capi, il resto è meticolosamente calcolato”.

Un mix perfetto di immenso talento

Lorenzo Seghezzi, grazie al suo immenso talento, riesce a mixare perfettamente l’essenza del mondo queer, passando al mondo punk e all’estetica dell’età vittoriana. “Calibrare l’equilibrio tra punk e queer mi viene più che spontaneo, perché ho avuto la fortuna di crescere nella comunità LGBTQ+ alternativa milanese. Di conseguenza faccio fatica a scindere le due influenze e, anzi, nei miei capi cerco di trasmettere il carattere sovversivo di entrambe per lanciare un messaggio di denuncia nei confronti della mascolinità tossica che, ancora oggi, attanaglia il mondo”. Gli ostacoli sono tantissimi, come gestire tutto da solo e con budget limitati. La pandemia da Coronavirus , ovviamente, non ha aiutato nemmeno il giovane designer. Durante il primo lockdown, ad esempio,  ha cucito tutta la sua ultima collezione utilizzando praticamente solo materiali che aveva a disposizione già in casa. Durante l’estate, invece, ha organizzato da solo una sfilata per presentarla al pubblico.

Lorenzo Seghezzi: tra futuro e corsetti

“All’inizio pensavo fosse una fase ma mi sto rendendo conto che sta diventando una vera e propria passione. Non ho mai provato così tanta soddisfazione nella confezione di altri capi più “standardizzati”, permettimi il termine un po’ volgare”. La corsetteria è una dei tratti peculiari e grandi passioni avvincenti di Lorenzo Seghezzi. “Da un punto di vista concettuale, mi piace interpretare il corsetto sia come dispositivo per enfatizzare una costrizione fisica, sia per il fatto che sovverta i concetti di “femminilità” e di “mascolinità”. Da imposizione, diventa una rivendicazione del proprio corpo a dispetto di quella costrizione”. I suoi punti di riferimento?  Vivienne Westwood, Jean Paul Gaultier e Thierry Mugler. Nel prossimo futuro? Tantissima sperimentazione di nuove forme e materiali e studio di nuove tecniche artistiche. Infine: “Mi piacerebbe coinvolgere sempre più rappresentanti della comunità queer nei miei lavori e riuscire ad organizzare sfilate anche all’estero, oltre che a Milano”.