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Parigi Fashion Week: Dior e Valentino, collezioni a confronto

Parigi Fashion Week: Dior e Valentino, collezioni a confronto

Maria Grazia Chiuri contro Pierpaolo Piccioli, com’è andata la prima sfilata da divorziati

Quelle di Dior e di Valentino erano certamente le sfilate più attese di questa edizione di Parigi Fashion Week dedicata alle anticipazioni della moda donna per l’estate 2017.
All’ombra della Tour Eiffel le due maison caposaldo del lusso in formato fashion hanno visto debuttare, alla rispettiva direzione creativa, Maria Grazia Chiuri, la prima donna stilista per Dior, e Pierpaolo Piccioli, alla prima prova da Valentino senza la sua spalla di sempre, la Chiuri appunto.

La prima collezione firmata da Maria Grazia Chiuri per Dior, dedicata alla moda donna della primavera estate 2017 e andata in scena a Parigi lo scorso 30 settembre, ed è stata un inno al femminismo, da canto suo Pierpaolo Piccioli, nella domenica di Mode à Paris, sulla passerella di Valentino ha presentato le sue anticipazioni per la prossima estate 2017 che sono state definite dai più, in primis dallo stilista, “espressione di grazia sovversiva”.

Se la Chiuri ha raccolto un’eredità pesantissima, quella lasciata da Raf Simons per non arrivare all’indimenticabile Christian Dior, oltre a rappresentare per Dior un cambio epocale, essendo la prima donna alla direzione creativa, per Pierpaolo Piccioli riuscire a continuare il lavoro di successo fino ad oggi realizzato in coppia non era di certo cosa scontata.

Guardando ai front row, ecco che entrambe le sfilate avevano un parterre di tutto rispetto e gremito di star, oltre a buyers e stampa in grande spolvero.
Se la prima cosa da dire è che Piccioli ha assistito alla sfilata di Dior e la Chiuri a quella di Valentino, prova che il divorzio lavorativo non ha incrinato per niente il rapporto personale, ecco che da Dior, oltre ai volti immagine della maison Jennifer Lawrence e Rihanna, seduta in prima fila Maria Grazia Chiuri ha voluto Bebe Vio, la donna simbolo delle ultime Paralimpiadi di Rio ma anche della nuova era della maison Dior, basti pensare alla prima uscita della sfilata, accanto a Arianna Errigo e Rossella Fiamingo.
Da Valentino, Pierpaolo Piccioli ha voluto i suoi amici di sempre da Mika ai colleghi Alber Elbaz e Olivier Rousteing passando per Jessica Alba ma ad attirare gli sguardi in prima fila è stato come sempre Valentino Garavani, primo e insindacabile giudice, che al termine della sfilata ha scritto sul suo profilo Instagram: “Beautiful @maisonvalentino show.” e quel “.” vuol dire molto.

Bebe Vio, Arianna Errigo, Rossella Fiamingo - Parigi Fashion Week, Dior

Simone Marchetti su Repubblica ha definito la collezione firmata da Maria Grazia Chiuri per Dior “una bella, indossabile, desiderabile collezione di abiti e accessori”. Niente di trascendentale e con qualche, per alcuni troppi, richiamo a quello che negli ultimi anni eravamo abituati a vedere proprio sulla passerella di Valentino. Il mandato della Chiuri da Dior è però quello di ridare smalto alla tradizione della maison, ed è proprio quello che la stilista ha fatto con estrema semplicità. Le vendite in negozio di questa collezione primavera estate 2017 decreteranno se basta a fare di questa prima prova, una buona prova per Dior più che per Maria Grazia Chiuri, la cui bravura non può essere messa in discussione.

Dior Spring 2017 - Parigi Fashion Week

Da Valentino, Pierpaolo Piccioli doveva dimostrare di saper guardare avanti e la risposta, come per la descrizione della collezione, arriva direttamente da lui “Il passato non si rinnega ma questo è il momento di dimenticare per ricominciare”.
La nuova era di Valentino da spazio all’emozione ma toglie un po’ di romanticismo rarefatto che ha caratterizzato le collezioni degli ultimi anni traducendosi in abiti per la prossima estate 2017 pensati per una donna meno angelicata e più viva, a tratti sovversiva e che gli sono valsi una standing ovation.

Valentino Spring 2017 - Parigi Fashion Week

Chi ha dunque vinto il confronto tra Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli? Per noi la partita è finita in parità, perché votata, in entrambi i casi, all’eccellenza.