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Osterie d’Italia 2019 Slow Food: i locali che hanno ricevuto i premi speciali

Osterie d’Italia 2019 Slow Food: i locali che hanno ricevuto i premi speciali

Chiocciole sinonimo di qualità assoluta. Ma questi locali hanno qualcosa di speciale in più rispetto agli altri

«Le osterie italiane sono sempre di più sulla bocca di tutti, perché gli osti sono diventati nuovamente il fulcro del discorso gastronomico italiano degli ultimi tempi». Lo sostengono Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni, curatori dell’edizione 2019 della Guida alle Osterie d’Italia di Slow Food Editore. «Secondo noi l’osteria è accogliente e conviviale, ha un buon rapporto qualità/prezzo, conosce a fondo la materia prima che usa, lavora prodotti di prossimità, sa proporre il vino, anche se è solo quello della casa, non ha il menù degustazione, non scimmiotta il ristorante importante».

Le chiocciole sono sinonimo di qualità ormai da molti anni e la guida ai migliori locali d’Italia è un successo editoriale ad ogni edizione. Per il 2019 Slowfood ha deciso di assegnare sei premi speciali ad altrettanti locali che si sono distinti per eccellenza: ecco i vincitori dei prestigiosi riconoscimenti.

Premio miglior dispensa: Reis, Frassino (Cuneo)

Il locale condotto da Juri Chiotti ha deciso di puntare tutto sulla sua montagna: la grande maggioranza delle materie prime che utilizza proviene dai terreni intorno all’osteria e va a costruire una tavolozza dalla quale Juri attinge per mettere la valle nel piatto.  Non a casa il suo motto “Cibo libero di montagna” e i commenti dei suoi clienti abituali e non, praticamente tutti positivi. Pagina Facebook.

Jury Chiotti, Reis

Premio miglior carta dei vini: Da Cesare (Roma)

La carta dei vini di Da Cesare al Casaletto è un esempio di come dovrebbe essere al giorno d’oggi una selezione di etichette. «Quella di Leonardo è una proposta identitaria, personale, attenta al territorio e alle produzioni sostenibili, ma senza essere ideologica», affermano i curatori della guida Slowfood. Del resto la trattoria è una vera e propria istituzione a Roma, inserita tra i migliori ristoranti della capitale anche dalle guide estere. Sito web.

Premio Migliore Novità della Guida: Cacciatori, Cartosio (Al)

Anche se l’osteria di Massimo e Federica Milano ha compiuto 200 anni proprio quest’anno il suo nuovo corso, che ha portato all’attribuzione della chiocciola, ha spinto i curatori della guida a considerarla alla stregua di una novità vera e propria. Novità apprezzatissima, anzi, la migliore. Sito web.

Premio Migliore Interpretazione della Cucina Regionale:  Zenobi, Colonnella (Te)

Il premio per la migliore interpretazione della cucina regionale secondo Slowfood spetta a un locale abruzzese. Si tratta di Zenobi, guidato da Patrizia Corradetti che da oltre vent’anni interpreta la cucina teramana con conoscenza, passione, personalità. I suoi piatti sono un inno alle colline del teramano ricche di tradizioni pastorali e di grandi artigiani. Sito web.

Badessa, Casalgrande

Premio Migliore Giovane: Badessa, Casalgrande (Re)

Alberto Ruozzi e Luca Ferrari de La Badessa di Casalgrande (Re) sono due giovanissimi osti che hanno saputo interpretare la cucina del loro territorio con il massimo rigore. Attenzione maniacale alla stagionalità, scelta dei migliori prodotti che si possono trovare e grande tecnica hanno portato questa osteria a diventare nel giro di pochissimi anni un’eccellenza della provincia reggiana. Sito web.

Premio Migliore Oste: Ostreria Fratelli Pavesi, Podenzano (Pc)

Giacomo Pavesi incarna la figura dell’oste alla perfezione: con poche parole è in grado di raccontare un piatto, un vino, una lunga tradizione o un piatto di fantasia, senza tralasciare alcun dettaglio. Ha l’arguzia dei grandi osti e un’innata capacità di leggere il cliente e renderlo felice. Sito web.

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