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Oscar 2017, Fuocoammare di Rosi è fuori: Sorrentino aveva ragione

Oscar 2017, Fuocoammare di Rosi è fuori: Sorrentino aveva ragione

Il regista de La Grande Bellezza aveva definito la candidatura del film di Gianfranco Rosi  “un inutile masochistico depotenziamento del cinema italiano”

Ormai è ufficiale: Fuocoammare è stato escluso dalla rosa di film che concorreranno all’Oscar 2017 per il film in lingua originale.

Il film di Gianfranco Rosi non compare tra le nove pellicole della “shortlist”, la preselezione di nove candidati al miglior film in lingua non inglese, che diventeranno 5 con le nomination ufficiali del 24 gennaio. Ma è ancora in corsa, già nella “shortlist” come documentario.

Il docu-film ambientato a Lampedusa al cui centro c’è la tragedia degli sbarchi dei migranti è stato scelto come candidato italiano al premio Oscar 2017 per il Miglior film in lingua straniera lo scorso settembre dalla commissione dell’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali) composta da Nicola Borrelli (direttore generale del ministero dei Beni Culturali), Sandro Veronesi (scrittore), Osvaldo De Santis e Francesco Melzi D’Eril (distributori), Tilde Corsi e Roberto Sessa (produttori), Piera Detassis e Enrico Magrelli (giornalisti) e Paolo Sorrentino (regista).

Proprio quest’ultimo, che nel 2014 ha vinto l’Oscar per il miglior film straniero con La grande bellezza, non aveva nascosto di non essere d’accordo con la scelta finale della commissione di cui faceva parte.

“Fuocoammare è un bellissimo film, ma andava candidato all’Oscar nella categoria dei documentari. Questa scelta è un inutile masochistico depotenziamento del cinema italiano che quest’anno poteva portare agli Oscar due film: un film di finzione che secondo me avrebbe avuto molte chance è Indivisibili di Edoardo De Angelis, mentre Fuocoammare può concorrere e vincere nella categoria dei documentari”, aveva dichiarato.

Forte della sua recente esperienza con La grande bellezza, Oscar nel 2014, il regista aveva spiegato che la composizione dei votanti della categoria al miglior film straniero è cambiata da tre anni. Mentre prima c’era un gruppo ristretto di votanti, peraltro di età elevata, ora questa categoria è giudicata da tutti gli oltre seimila membri dell’Academy. Membri che, ragionava Sorrentino, si aspettavano probalbilmente di vedere un film di finzione, con una sceneggiatura, una storia, attori

C’è da dire che la “profezia” di Sorrentino si è avverata, anche se non bisogna dimenticare che Fuocoammare a febbraio ha trionfato alla Berlinale conquistando l’Orso d’oro, il premio più importante del Festival del cinema di Berlino, e appena premiato come migliore documentario agli Efa, gli European Film Awards.

I membri dell’Academy hanno preferito il tedesco Vi presento Toni Ermann di Maren Ade, il canadese Xavier Dolan con E’ solo la fine del mondo (Gran Premio della giuria a Cannes), l’Iraniano The Salesman di Asghar Farhadi, che già nel 2012 aveva vinto l’Oscar per il film straniero con Una separazione, e poi lo svedese A man called Ove di Hannes Holm e il cartone animato di Claude Barras La mia vita di Zucchina, candidato per la Svizzera.

Ancora, l’australiano Tanna di Bentley Dean e Martin Butler, Il danese Land of mine di Martin Zandvliet, il norvegese The King’s Choise di Erik Poppe, il russo Paradise del maestro Andrei Konchalovsky.

Il film di Gianfranco Rosi resta comunque in corsa come documentario anche per gli Oscar ed è già entrato nella lista ristretta dei quindici documentari che diventeranno cinque il giorno delle nomination, il 24 gennaio, un mese prima della cerimonia dell’Academy a Los Angeles, il 26 febbraio.