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Intervista a Simona Bonaldi

Intervista a Simona Bonaldi

In collaborazione con B&G Business & GentlemenL’intervista a Simona Bonaldi, amministratore delegato del Gruppo Bonaldi, tra i più importanti d’Italia nel mondo concessionarie con i marchi Lamborghini, Porsche, Audi, Volkswagen, Skoda e Seat. Un piccolo impero da 220 milioni di euro, guidato da una donna che ha saputo imporsi in un mondo prettamente maschile quale è quello dei motori. Il segreto? “Trovare il giusto equilibrio tra sensibilità e razionalità”.

Non e facile conservare la propria identità, quando tutto intorno a te funziona in maniera diversa. Proviamo a pensare al mondo dei motori. Probabilmente uno degli ambiti piu al maschile che si conosca, eppure proprio in questa realta c’è chi ha saputo affermare lo spirito e i valori dell’essere donna. Donna e imprenditrice allo stesso tempo. Cuore e ragione, emozionalita e razionalita che si fondono nella prospettiva di una conduzione d’azienda che offre un indiscutibile valore aggiunto.

Ecco, per raccontare una manager come Simona Bonaldi forse bisogna partire da qui. Da questa duplice combinazione di identità opposte che si attraggono, si combinano nel piccolo grande universo di una delle piu importanti realta aziendali del settore motori nel panorama nazionale ed europeo. Una leadership confermata anche dai risultati: con oltre 10mila veicoli venduti nel 2009 e il traguardo superato delle 200mila unita vendute dal 1959, anno di fondazione dell’azienda Bonaldi.

Il fatturato consolidato e di 220 milioni di euro, 15 nel settore ricambi. Il gruppo conta oggi 6 società con specifici ambiti di competenza, 230 dipendenti e 12 rivenditori autorizzati esterni. Sette sono i marchi oggi rappresentati: Volkswagen, Seat, Skoda, VIC (Veicoli Commerciali Volkswagen), Audi, Porsche, Lamborghini. A tutto questo si aggiunge l’usato garantito di Supernova Car Outlet che, con oltre 1000 veicoli venduti ogni anno, rappresenta un punto di riferimento nazionale nel mercato dell’usato di qualita. Infine c’è la divisione Motor Sport con la presenza del marchio nei differenti campionati Porsche e Lamborghini.

La storia di una realtà leader nelle quattro ruote come Bonaldi, inizia tuttavia dalla passione per la moto…
E’ vero. L’impresa nasce dall’impegno di mio padre Lorenzo nel settore motociclistico con Moto Guzzi. Poi nel 1959 e arrivato il primo accordo con Volkswagen. Ci sono voluti lungimiranza e coraggio imprenditoriale nell’intuire le potenzialita di questa operazione, scegliendo un marchio pressochè sconosciuto nel mercato italiano. E stato un inizio in sordina ma è stato scelto un cavallo di battaglia straordinario: il mitico “Maggiolino”. Fu l’inizio dell’avventura targata Bonaldi e mio padre aveva al suo fianco mia madre. Lui aveva un’anima piu commerciale, con un grande fiuto e intuito, oltre alla capacità di vedere le cose in anticipo rispetto agli altri. Mia madre Carla gestiva la parte amministrativa, la tipica donna che ha la borsa in mano.

Dal 1959 di strada ne è stata fatta e oggi Bonaldi è diventato un piccolo impero da 220 milioni di euro di fatturato. Quali sono i punti di forza della vostra azienda?
Innanzitutto la capacita di essere molto concentrati sul nostro business per ottenere i massimi risultati. Poi la forza di vantare l’esclusiva su Bergamo e provincia dei nostri marchi e dell’area Nort Est Italia per Lamborghini. Da sottolineare anche la nostra struttura organizzativa che vanta meccanismi consolidati e un presidio del territorio importante con una rete di assistenza comunque in grado di operare scelte autonome.

Lei ha conquistato il testimone lasciato da suo padre, come è avvenuto il passaggio generazionale?
Oggi come allora alla guida dell’azienda ci sono un uomo e una donna. Prima facevano squadra mio padre e mia mamma, adesso il ruolo di amministratore delegato e suddiviso tra me e Gianemilio Brusa. Abbiamo conservato questa impostazione vincente che si sviluppa in due competenze diverse, senza creare sovrapposizioni, ma lavorando in equilibrio e sinergia. Io mi occupo della gestione finanziaria e seguo in primo piano il brand Porsche, lui segue da vicino tutti gli aspetti commerciali del Gruppo. Il dottor Brusa ha una visione piu razionale, io sono piu sensibile ed emozionale. Insieme abbiamo consolidato la capacita di gestire situazioni diverse e di operare le giuste decisioni.

Dal vostro osservatorio privilegiato, come è oggi il mercato dell’auto?
Dopo l’abolizione della distribuzione selettiva nel 2003 ci si aspettava una rivoluzione nel mondo delle concessionarie. Invece abbiamo verificato che su questo fronte nulla e cambiato. Perchè il legame con i nostri marchi è troppo forte e abbiamo lavorato sodo per sviluppare sempre più servizi e assistenza al cliente. Non bisogna dimenticare che l’auto è l’acquisto piu importante per le famiglie dopo la casa. Quindi bisogna garantire affidabilita oltre che il prezzo. Da noi possono toccare con mano l’auto desiderata avendo la sicurezza del marchio e dell’assistenza Bonaldi.

E come sta andando in questo periodo di crisi?
Beh la situazione, come tutti sappiamo, è certamente difficile, soprattutto nell’esprimere al meglio il valore aggiunto di una realtà come la nostra. In ogni caso ci difendiamo bene e abbiamo chiuso il 2009 con un volume di vendite simile al 2008. Per il 2010 ci siamo posti l’obiettivo di conservare questi risultati, ma dovremo darci da fare. Un grande sforzo in questa direzione va fatto ad esempio sul marchio Seat, ultimo arrivo in casa Bonaldi proprio in questo momento non felice. E’ una sfida di mercato che comporterà delle scelte difficili e grande impegno per riportare il marchio a certi livelli. Ma a noi le sfide piacciono molto.

La crisi per molte azienda ha significato cambiamenti radicali e nuovi approcci al business. A voi cosa ha “insegnato” la crisi? Ci ha dato una grande conferma, ci ha ricordato che bisogna essere sempre concentrati sul proprio business, su ciò che ogni azienda sa fare meglio e le permette di distinguersi. Nel nostro settore c’è una concorrenza spietata, se non lavori in un certo modo vieni schiacciato. Noi abbiamo lavorato lungo il cammino dell’efficienza e della trasparenza per non essere fagocitati dalla guerra dei prezzi. Abbiamo dimostrato nei confronti delle nostre case madri di rispettare gli impegni assunti e di non scendere a ricatti, dimostrandoci un partner leale e affi dabile.

In questo mondo dei motori, prettamente maschile, lei è riuscita a imporsi con grandi risultati. Qual è il suo segreto?
Per me è importante trovare sempre il giusto equilibrio tra razionalità e sensibilità a seconda delle situazioni. Sono una donna che cerca di restare tale al 100 per cento, dovendo comunque mediare con le esigenze del mondo dell’impresa. Da noi la figura femminile ricopre da sempre un ruolo chiave, ben rappresentato sin dall’inizio dai fondatori dell’azienda Lorenzo e Carla Bonaldi.

Parliamo del settore corse. Un punto importante della vita imprenditoriale del gruppo Bonaldi…
Abbiamo cominciato per gioco 15 anni fa e oggi siamo in prima linea su tre campionati. Il Campionato Tricolore, organizzato da Porsche Club Italia è dedicato agli amatori; il Campionato Porsche Carrera Cup e il Trofeo Lamborghini con impostazioni agonistiche e l’impiego di piloti di grande caratura. L’impegno nel mondo corse ha determinato la nascita di una apposita business unit Motor Sport che comprende tecnici specializzati, team manager, ingegneri e che comporta investimenti importanti. Per noi rappresenta il settore Ricerca e Sviluppo perchè ci troviamo ad affrontare situazioni limite, trasferendo poi il know how nell’attivita quotidiana a beneficio di tutti i nostri clienti.

Domanda d’obbligo: ma lei che auto possiede?
La mia auto e una Audi S3. Adoro guidare, andare veloce e correre in pista. Tuttavia mi piace anche rilassarmi al volante e godermi il viaggio.

A cura di Mauro Milesi by B&G Business & Gentlemen