x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Intervista a Luca Martini del gruppo toscano

Intervista a Luca Martini del gruppo toscano

La nuova vita dei modelli storici di Franco MartiniSi ritrova il dna dell’azienda nella collezione autunno-inverno 2011-2012 di Franco Martini. Infatti, l’azienda toscana, ha recuperato dai propri archivi modelli storici che vengono rivisitati e attualizzati nei tacchi e nelle proporzioni, nei colori e nei materiali.
Lo stivale alla cavallerizza è la scarpa-icona della prossima stagione, un modello declinato in pellami e suggestioni differenti, che racconta una femminilità non ostentata e una grande maestria artigianale.

Il modello biker è un altro must have della collezione, lo stivale è caratterizzato da un doppio strato di pelle ton sur ton che si sviluppa su due livelli: la parte più esterna avvolge la gamba fino al polpaccio, mentre quella più interna, che si congiunge all’altra con una cucitura alla base della suola, prosegue fino al ginocchio.

Il cavallino è maculato o nero nei tronchetti con lavorazione a intreccio “spigato” mentre il bon ton delle “mary jane” in suede o pitone si alterna alla femminilità degli stivali tacco 9 con listini in cuoio che dalla suola intrecciano la scarpa sul collo del piede.

Cervo, vitellino, camoscio sono le pelli utilizzate per la realizzazione degli stivali mentre cavallino, suede e pitone sono impiegati per le decolleté e i tronchetti alla caviglia.

«Noi nasciamo – dice Luca Martini, Amministratore Delegato di Franco Martininegli anni ’60 come artigiani specializzati nella realizzazione di calzature per contadini e soldati. A seguito dei mutamenti di mercato ci siamo evoluti fino ad arrivare alla produzione di eleganti calzature da donna».

Come si sposa un’anima pratica come quella che caratterizza le solide calzature di contadini e soldati con il mondo fashion delle scarpe da donna?
Il trait d’union è l’artigianalità. Ogni singolo pezzo Franco Martini nasce dalle mani degli artigiani toscani, cosiccome le materie prime impiegate per la loro realizzazione. Negli ultimi anni abbiamo potenziato molto l’ufficio stile interno e abbiamo instaurato diverse collaborazioni con giovani designer esterni. Comunque le linee guida di ogni collezione sono: seguire le tendenze con lo stile che da sempre ci caratterizza.

Come è strutturata la distribuzione?
Delle 40mila paia di scarpe annue che produciamo il 95% viene commercializzato all’estero. Di questo il 50% è rappresentato solo dal Giappone, mentre il resto da Germania, Austria e Svizzera, Asia, Benelux, Usa, Russia e altri paesi europei. Le nostre calzature sono presenti nei principali department store giapponesi quali Isetan, Mitzukoshi, Takashimaya, Seibu, Daimaru e nelle più importanti boutique mondiali che vanno da Tomorrowland a Ships, da United Arrows a Barneys New York fino a Estnation.

Il nostro Paese è quasi inesistente nel business di Franco Martini!
In Italia i negozianti hanno timore a investire su marchi nuovi. Noi ci posizioniamo in una fascia di prezzo alta dove risentiamo la concorrenza di marchi già consolidati e dove non è facile scalfire le quote di mercato. Nel nostro piano industriale a tre anni contiamo di portare la percentuale del fatturato interno almeno al 40% del totale. Per questo stiamo investendo in comunicazione, nei new media quali i social network e nell’e-commerce.

Come pensate di muovermi sui nuovi mercati?
Gli obiettivi dell’azienda per i prossimi tre anni sono di raddoppiare il fatturato oltre che ampliando il mercato domestico anche entrando in quello dei Paesi dell’Est, dell’America e della Russia. A più lungo termine ci rivolgeremo verso Brasile, India e Cina.

È previsto un ampliamento della gamma dei vostri prodotti?
I nostri clienti ci stanno chiedendo da tempo anche la collezione uomo ma noi siamo un po’ restii perché la nostra tradizione è caratterizzata dalla calzatura femminile. Inoltre vogliamo aumentare l’offerta del mondo del complemento perché è un plus molto importante per i punti vendita dove noi siamo posizionati.

Alessandra Iannello

Argomenti