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Firenze, l’Arno torna a far paura a 50 anni dall’alluvione

Firenze, l’Arno torna a far paura a 50 anni dall’alluvione

Paura per l’Arno in piena a Firenze: 50 anni fa l’alluvione che devastò la cittàA 50 anni dall’alluvione del 4 Novembre 1966, torna la paura a Firenze. A causa del maltempo che sta imperversando sull’Italia centrale, alle 15.30 di ieri l’Arno aveva già raggiunto la prima soglia di allerta (3,5 metri): alla stessa ora, è stata raggiunta e superata la seconda soglia di allarme (5,50 metri) in località Nave a Rovezzano.

Le immagini che arrivano da Firenze tornano a far paura a 50 anni dall’alluvione che sommerse la città sotto metri di fango. Dopo ore di piogge torrenziali sulla Toscana e sul Centro Italia, l’Arno ha infatti raggiunto la soglia di allerta: per garantire la sicurezza è stato quindi chiuso il Ponte Vespucci ma, nonostante ciò, il fango ha già sommerso i mezzi al lavoro sul lungarno. L’ombra dell’alluvione torna quindi a imperversare su Firenze che, solo qualche giorno fa, aveva assistito alla prima nazionale del documentario che racconta di quel 4 Novembre 1966.

Dal titolo “Camminando sull’acqua”, il documentario è stata solo la prima delle iniziative nell’ambito della rassegna “4 novembre 1966-2016. Cinquant’anni dall’alluvione”. Nel docu-film del regista Gianmarco D’Agostino si vedono immagini inedite di Firenze riprese con la macchina da presa di Beppe Fantacci, l’uomo che insieme a Emilio Pucci ed Enzo Tayar riuscì ad escogitare un piano per risollevare oltre 300 imprese della zona. Nel documentario si alternano le testimonianze di alcuni grandi imprenditori – da Ferragamo a Pucci – alle immagini di una Firenze messa in ginocchio, immagini non troppo diverse da quelle che in queste ore stanno facendo il giro delle testate nazionali e dei social network. “Camminando sull’acqua”, però, è soprattutto una delle grandi storie italiane. Emilio Pucci, Tayar e Fantacci, infatti, nei giorni seguenti l’alluvione volarono a New York dove, grazie ad alcuni contributi economici, riuscirono a creare il fondo Alfa (American Loans to Florence Artisans), fondo che permise a molte aziende di risollevarsi dal fango e di essere ancora oggi marchi d’eccellenza dell’artigianato fiorentino.