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Baracco, borse di tradizione

Intervista a Luca Baracco Venezia e la terra che la circonda, ha un’atmosfera unica e inimitabile che permea tutto ciò che nasce fra terra e Laguna.

Un esempio sono le borse Baracco dove, in ogni pezzo, c’è tutta l’eccellenza della tradizione sartoriale di una terra unica, che ha dato vita a manodopera qualificata che produce tra Padova e Venezia, gli accessori più belli del mondo per le griffe più blasonate.

Substrato produttivo di questa zona sono le aziende familiari che fanno di queste peculiarità la chiave del loro successo.
Così nasce, nel 1968, anche Baracco da un’idea di Franco Baracco, rappresentante nel settore calzaturiero, che vuole abbinare alla sua attività la produzione di borse da donna.
In poco tempo la società si struttura e Franco affida alla moglie Anna un’azienda che, a partire dai primi anni ’70, vede una continua, lenta e concreta crescita ed espansione non solo in Italia, ma anche in Europa, Stati Uniti e Giappone. La ditta si chiama “Anna e Franco”.

Baracco ecco alcune creazioniA continuare la tradizione di famiglia arrivano i gemelli Luca e Andrea, che, una volta terminati gli studi, decidono di dedicarsi l’uno, Andrea, al mondo delle scarpe e Luca al mondo delle borse.
Sono gli inizi degli anni ‘90 quando Luca subentra in azienda, affiancando la madre nelle svariate fasi lavorative, dall’acquisto dei pellami, al controllo tecnico della lavorazione, al rapporto con la clientela.
Dopo 10 anni di esperienza Luca decide che è arrivato il momento di far diventare la “Anna e Franco” un brand, di carattere artigianale e creativo e così nel 2000 e nasce il marchio Baracco.

“Oggi – spiega Luca Baracco la nostra è un’azienda in crescita, nonostante il periodo. Infatti abbiamo chiuso il 2010 con un fatturato di 2milioni che aumenterà del 40% nell’anno in corso”.

Con questa velocità di crescita riesce a mantenere la produzione in questa zona?
Da sempre le nostre borse sono realizzate da artigiani esterni altamente qualificati che io amo definire “Maestri”. Quindi è impensabile solo ipotizzare lo spostamento della produzione altrove. Infatti solo i Maestri riescono, in ogni collezione, a mantenere elementi continuativi che sono “senza tempo”, reinventandoli di stagione in stagione. Per questo che le nostre borse non potranno mai essere prodotte all’estero e tantomeno copiate. Un problema forte è legato il cambiamento generazionale poiché queste sono figure purtroppo sempre più rare, ma ci stiamo sforzando per dare loro una continuità.

Dove viene generato il vostro business?
Prevalentemente in Italia, dove vendiamo l’80% della nostra produzione. Per questo la distribuzione extraeuropea mira a un futuro già definito, ma con prudenza e accortezza. Certo abbiamo contatti importanti con Cina, Russia e paesi emergenti, ma vogliamo verificare oculatamente se si tratti di situazioni coerenti alla nostra identità, che, dovrà essere costantemente mantenuta.

Lei da sempre si occupa, da solo, delle tendenze, come riesce a rinnovare ogni stagione?
Quando mi chiedono come faccio a trovare gli spunti per creare le mie collezioni non riesco mai a dare una risposta precisa. Penso che il segreto stia nel riuscire a percepire le novità o i “filoni” giusti da tutti gli input che viviamo giorno per giorno. E qui si spazia dalle informazioni “dirette” che si hanno da fornitori, clienti, trendsetter fino a quelle “visive” che mi arrivano dai miei spostamenti in giro per il mondo. Penso che il viaggiare sia una grande università per poter cogliere tutti gli spunti.

Alessandra Iannello

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