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4 – Il Cesanese: un grande vitigno, la prima DOCG laziale

Vino rosso  per eccellenza

A metà strada tra Roma e Frosinone, alle pendici del Parco Nazionale dell’Abruzzo, sorge il territorio del Cesanese. Un vitigno ed un vino quasi sconosciuto al grande pubblico, ma che rientra a pieno diritto tra i grandi Rossi d’Italia. Un vino che fino a 30 – 40 anni fa era a dir poco bistrattato. Amato dai romani, era consumato nella sua versione dolce. Del Cesanese secco, l’importante vino rosso che recentemente ha ottenuto la DOCG, poche tracce sugli scaffali più nascosti di alcune osterie.

Se il Frascati e l’Est!Est!Est! sono i portabandiera dei vini bianchi laziali, il Cesanese è il vino rosso laziale per eccellenza.

Un vitigno dal carattere per niente facile. Da qui il suo fascino, ma anche la difficoltà nel “gestirlo”. Brusco, schietto, dal grande impeto alcolico, il Cesanese è un vero banco di prova per i produttori. Ma è anche un vino che sa premiare chi ha la pazienza e la professionalità giusta.

Questo uno dei motivi per i quali il Cesanese, come già accennato, per anni è stato confinato in un limbo di oblio e mediocrità. Per molti contadini era molto più semplice e, conveniente, puntare sulla versione dolce, più facile da gestire, invece di impegnarsi a trovare i modi ed i tempi giusti per “addomesticare” questo importante vitigno.

Il primo passo è stato fatto. Con il riconoscimento della DOCG, nel 2008, il Cesanese del Piglio si presenta nella sua veste più importante: un vino rosso secco, di grande carattere, incline all’invecchiamento, capace di accompagnare i piatti più importanti della cucina laziale (e non solo). Si sgombra la strada dalle fuorvianti versioni “amabili”, “dolci” e “spumante”. Quest’ultime, in modo intelligente, non sono state eliminate, ma raggruppate sotto la Doc, in particolare quella del Cesanese di Olevano Romano.

Di conseguenza, nulla è andato perduto, ma migliorato. Una chiara distinzione per guidare, al meglio, gli eno-appassionati desiderosi di scoprire vini nuovi ed originali.
Purtroppo, come tanti altri vini “di nicchia” il Cesanese, non è diffuso come meriterebbe. Difficile, a volte impossibile, trovarlo nelle enoteche e nei ristoranti cittadini. Per questo motivo, ancora una volta, una vacanza nella “città eterna” o nel territorio circostante, è la giusta occasione per visitare cantine e produttori, per degustare ed acquistare le ottime versioni di Cesanese.

Il disciplinare.
Il vitigno Cesanese è protagonista di tre diverse denominazioni: il Cesanese del Piglio DOCG, il Cesanese di Olevano Romano DOC, il Cesanese di Affile DOC.
Il Cesanese del Piglio DOCG è prodotto con l’omonimo vitigno (min. 90%) ed altri vitigni a bacca rossa autorizzati (max 10%). Il grado alcolico minimo è del 12%. È prevista la versione “Superiore” con un grado alcolico minimo del 13%. Se affinato per almeno di 20 mesi (dei quali 6 mesi in bottiglia), e con un titolo alcolometrico volumico totale minimo di 14%, può essere etichettato “Riserva”.
Il Cesanese di Affile DOC ed il Cesanese di Olevano Romano sono realizzati con l’omonimo vitigno (min. 90%). Il tasso alcolico minimo è del 12%. Sotto questa Doc il Cesanese è prodotto nella versioni “secca”, “amabile” e “dolce”. È prevista anche una versione “Spumante”.

Nel bicchiere.
Il Cesanese, servito tra 16-18°, si presenta con un intenso rosso rubino, con riflessi porpora, che con l’invecchiamento tendono al granato. Un colore profondo, concentrato che ben rappresenta il carattere di questo grande vino.
Intensità che ritroviamo anche nei profumi: frutti di bosco, confettura di rose, peonia, per citarne solo alcuni. Il tutto accompagnato da un’intensa speziatura che passa dal pepe, alla liquirizia, sfiorando il cioccolato. In bocca, i tannini ci sono, si sentono, ma non sono invadenti. Si percepisce, specie nelle versioni più giovani, l’inclinazione all’invecchiamento del Cesanese. Nella tipologia “Superiore” si fa notare la componente alcolica che, non di rado, tocca quota 14,5%. Infine, si apprezza, come nei grandi vini, la buona complessità dei profumi e degli aromi, che restano persistenti in bocca.

A Tavola.
Gli abbinamenti del Cesanese? Praticamente tutto il menù di un grande ristorante di cucina romana o laziale. Dai primi piatti più famosi (Bucatini all’Amatriciana, Fettuccine al Ragù d’Anatra solo per citarne due) ai secondi a base di carne altrettanto famosi: Coda alla Vaccinara, Cosciotto di Maiale al forno con patate, Cinghiale alle Mele, Cosciotto di Agnello e l’immancabile Abbacchio alla Scottadito (ma potremmo continuare per almeno altre due pagine).

Aziende & Etichette.
– Rosso del Borgo: Cesanese del Piglio “Pedicate”
– Giovanni Terenzi: Cesanese del Piglio “Vajoscuro”
– Antiche Cantine Mario Terenzi: Cesanese del Piglio “Casal San Marco”
– Terre del Cesanese: Cesanese del Piglio “Colle Vignali”
– Corte dei Papi – Colletonno: Cesanese del Piglio “San Magno”
– Coletti Conti: Cesanes del Piglio “Romanico”
– Marcella Giuliani: Cesanese del Piglio “Dives”

Danilo della Mura