
“Prima di essere una modella sono una donna come tutte le altre”. L’ho ripetuto a me stessa milioni di volte. Altrettante volte l’ho ribadito alle persone che ho incontrato lungo il mio percorso di vita, sia uomini che donne. Sembra un dato di fatto ma in realtà non lo è. O meglio, mai dare nulla per scontato. È luogo comune pensare che i modelli siano creature provenienti da un altro mondo, quasi parallelo, differenti dalle persone comuni e dalla quotidianità.
È come se provenissero da una sorta di “Iperuranio” come sosteneva Platone nei suoi scritti. Un mondo dove è quasi impossibile avvicinarsi, perché sinonimo di perfezione assoluta. Un lavoro che prevede la massima esibizione di un corpo statuario, esente da difetti. Sembra una contraddizione ma una buona parte di modelle (ad esempio) ha difficoltà a trovare un uomo. Il “non sentirsi all’altezza” talvolta porta le modelle a rimanere sole. “Sei una bellissima modella, chissà quanti corteggiatori e spasimanti avrai”.
In realtà è vero fino ad un certo punto. L’ammirazione è una cosa, il prendersi la responsabilità e consapevolezza di avere accanto una modella è un’altra. È risaputo che per lavoro noi modelli viviamo sotto i riflettori, ma lontani dal set fotografico rimaniamo persone esattamente come le altre. Senza differenze. Chi va al di là del nostro aspetto fisico e del nostro “social proof” è raro, ma non impossibile da trovare. Serve una grande intelligenza per comprendere l’essenza più profonda. E noi modelli siamo esattamente ragazzi/ragazze come tutti gli altri. Al di là degli shooting fotografici, delle copertine e dei Red Carpet.
Anzi, abbiamo ancor più l’esigenza di essere considerati “altro” (oltre la moda) rispetto ai ragazzi comuni. Esseri umani “normali”. Io mi sento esattamente una donna come tutte le altre. Con pregi e difetti, con le mie smagliature e le mie imperfezioni. La bellezza e il fatto di essere ” modella” di professione è solo una minima parte del mio essere più profondo. Ammetto di essere stata messa da parte (a volte) per senso di inadeguatezza da parte degli altri nei miei confronti. ” Troppo perfetta” o ” troppo irraggiungibile”. L’ idea di TROPPO per difendersi inutilmente dall’insicurezza.
Tutto ciò fa male. Soprattutto per questa smodata ammirazione e distanza da ciò che è comune. E chi ha il coraggio di andare oltre l’apparenza scopre che non si ferma tutto all’estetica. Perché noi modelli siamo pieni di paure come tutti, e talvolta ci sentiamo inadeguati fisicamente anche se nessuno ci crede. Aver avuto la fortuna di poter lavorare con il fisico ( per un periodo limitato) è solo una parentesi della nostra vita. Ma non è tutto ciò che siamo. E lo ribadisco. Il fatto che in molti pensano che viviamo una vita da sogno, tra viaggi e party esclusivi e ricchezza è solo un pregiudizio.
Questa non è sempre la nostra realtà. Anche la bellezza talvolta può ostacolare. Sicuramente “il bello” in tempi moderni è fondamentale in questa società. Ma allo stesso tempo ad alcuni può far “paura”. Viviamo nel secolo del pregiudizio per eccellenza. Un bel ragazzo, in quanto tale, è soggetto ad essere considerato un incallito “playboy” e una ragazza carina un’arrampicatrice sociale o “stupida”. Un ragazzo che cura il proprio fisico e la propria estetica o ha degli atteggiamenti femminili è considerato poco virile e additato negativamente come “gay”. Niente di più sbagliato, come se poi ci fosse qualcosa di negativo nell’avere un orientamento sessuale piuttosto che un altro.
Il giudizio superficiale, a mio modestissimo parere, è la grande piaga sociale del mondo d’oggi. Abbiamo dimenticato ciò che significa osservare le persone per quello che sono intimamente. L’unica cosa è dare giudizi sulla base del nulla. E così fanno anche con i modelli. ” Fa il modello, sarà sicuramente stupido” la famosa affermazione ” bello che non balla” oppure fa la modella, sarà sicuramente una poco di buono” e avanti così. Quando in realtà ci sono moltissimi indossatori laureati che sfruttano la loro immagine solo per racimolare un po’ di soldi per pagarsi gli studi.
Non è sempre solo mera esibizione del corpo a fini narcisistici. Ho una collega che oltre a svolgere la professione di modella partecipa a trattati di storia dell’arte in tutto il mondo. E non solo lei, sono moltissimi i modelli che svolgono attività intellettuali o creative oltre il modeling. Se non si è a conoscenza della realtà delle cose è difficile attribuire una verità assoluta. Sicuramente la conoscenza ci aiuta a capire meglio chi abbiamo davanti. Per cui se vi capiterà un giorno di incontrare un modello sulla vostra strada non soffermatevi solo sul suo aspetto fisico (per quanto sia bello) , ma guardate i suoi occhi e ciò che vi comunica: è lì che si nasconde la sua anima.