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Pietro Taricone oggi avrebbe compiuto 45 anni: una ferita ancora aperta

Pietro Taricone oggi avrebbe compiuto 45 anni: una ferita ancora aperta

Il 29 giugno 2010 Pietro Taricone, la prima vera star del Grande Fratello, morì in un incidente con il suo paracadute. Sport estremo che amava fare insieme alla compagna Kasia Smutniak, da cui ebbe la figlia Sophie. Sono passati dieci anni dall’incidente di Taricone, che oggi avrebbe compiuto 45 anni. Ricordiamo alcuni momenti felici della sua vita.

Pietro Taricone fu tra i primi concorrenti del Grande Fratello, con l’edizione 2000, si distinse subito per il suo aspetto tenebroso, il fisico palestrato e gli occhi chiari. Flirtò con Cristina Plevani e con Marina La Rosa, non vinse il reality, ma restò il preferito degli italiani per la sua sincerità e umanità. Dopo il Grande Fratello si diede alla recitazione, iniziando con alcuni ruoli in “Distretto di Polizia” e “Tutti pazzi per amore”. Proseguendo poi con “Ricordati di me” e “Maradona – La mano de Dios”. Innamoratissimo di Kasia Smutniak, con lei viveva una relazione molto accesa, senza freni, stando a pieno contatto con la natura. Una perdita che lasciò un cratere enorme, di cui ancora adesso non si riesce a vedere il fondo.

Morte Pietro Taricone: una ferita ancora aperta

L’indimenticabile protagonista della prima edizione del Grande Fratello, Pietro Taricone, è stato per molti anni compagno dell’attrice polacca Kasia Smutniak, con cui ebbe anche una figlia, Sophie. E le ferite per la sua morte sono rimaste aperte, come ha rivelato il generale Zenon al settimanale “Di più”, chiedendo maggiore chiarezza sul caso e tacciando le istituzioni italiane di superficialità. «Mi faccio domande continue su quanto è successo. Ma, dico io, come è possibile? Come hanno potuto chiudere tutto così rapidamente con un certificato di morte e basta? Non ho mai visto tanta superficialità dopo un simile incidente. Qui da noi in Polonia c’è più sicurezza per questo tipo di lanci con il paracadute, ci si lancia per esempio da un’altezza maggiore. Ma non si può chiudere così rapidamente un’inchiesta. Tutto sepolto, tutto dimenticato, senza indagini accurate fatte da un ufficio specializzato. Eppure Pietro non era alle prime armi con quello sport, lo faceva da tempo, con cognizione di causa, da appassionato vero. Ma nessuno ha saputo darmi risposte esaurienti sulla reale dinamica dei fatti».

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