x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Non vi piace Achille Lauro? Non avete capito niente

Non vi piace Achille Lauro? Non avete capito niente

È la storia più vecchia del mondo. Si dice che i cambiamenti siamo sempre positivi. Ma qui siamo in Italia e quando qualcosa o qualcuno arriva a minare la tradizione, suscita stupore, scandalo e forse vergogna. Infondo il 90% dei telespettatori italiani che guardano Sanremo 2020 hanno superato i cinquanta anni. Ricordano come se fosse ieri quando nel ’64 assistevano stupefatti una giovane Gigliola Cinquetti incantare il pubblico cantando con un fil di voce ed una purezza e pudore assoluti, “Non ho l’età, non ho l’età per amarti”. Solo che i tempi sono cambiati, la moda anche, e nessuno sembra accettarlo. In questa 70esima edizione il ruolo di “disturbatore” appartiene ad Achille Lauro. 

Achille Lauro

Achille Lauro trasformista come Renato Zero

L’intenzione è già chiara nel titolo del suo brano, “Me ne frego”. Achille Lauro è un genio. Non perché abbia una voce particolarmente bella, non perché sia un eccellente paroliere..e fin qui non abbiamo dubbi. Achille Lauro è un genio perché ci fa saltare dalla sedia quando lo vediamo. Che sia di ammirazione o di sdegno, crea un’emozione forte. Si fa ricordare. Il giorno dopo la prima puntata tutti parlavano del “tizio in tutina trasparente”. Embè? Non è lo stesso sentimento che provocava Renato Zero, idolo Glam Rock, quando nel 1977 cantava “Mi vendo” ricoperto di cipria e paillettes? Anche i nostri nonni allora sventolarono la bandiera dello scandalo. Eppure ha riscritto le regole della televisione italiana.

Achille Lauro david bowie

Achille Lauro nei panni di Ziggy Stardust, rifiuta le convenzioni di genere

Non a caso Achille Lauro ha vestito i panni di Ziggy Stardust alter ego di David Bowie. Ziggy Stardust era il simbolo di assoluta libertà artistica e sessuale. Il brano “Gli uomini non cambiano” cantato in duetto con Annalisa ne è la conferma. Achille Lauro rifiuta le convenzioni di genere e le regole prestabilite. Un atteggiamento anarchico di rifiuto, un modo gentile e mai volgare per dissentire una mascolinità tossica. Nel suo libro “Sono io Amleto” scrive: “Io voglio essere mortalmente contagiato dalla femminilità, che per me significa delicatezza, eleganza, candore”.

Sanremo 2020: Achille Lauro e Annalisa cantano “Gli Uomini non cambiano”

Achille Lauro quarta puntata

Lauro si traveste dalla marchesa Luisa Casati Stampa

Ieri sera durante la penultima puntata di Sanremo, Achille Lauro è apparso al pubblico con l‘ennesimo look sconvolgente, tra rossetto, calze a rete ed un copricapo tra sacro e profano. Ricordiamo che gli abiti indossati da Lauro sono splendide creazioni del maestro Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, mica pizza e fichi. Per la prima volta dall’inizio del Festival si sono uditi fischi tra il pubblico. La provocazione questa volta aveva come figura di riferimento la marchesa Luisa Casati Stampa. La nobildonna, figlia di ricchi commercianti di tessuti vissuta a cavallo tra 800 e 900, è stata musa ispiratrice dei più grandi artisti futuristi dell’epoca, tra i quali Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato Depero, Giacomo Balla e Man Ray. Considerata scandalosa ai limiti della decenza per l’epoca in cui visse, venne definita da Gabriele d’Annunzio “la divina marchesa”.

Achille Lauro

Lasciamo Achille Lauro essere liberamente Achille Lauro. Finché non trascendiamo l’aspetto in cui si mostra l’artista, finchè non superiamo la barriera del “non si era mai visto prima”, non potremo mai capire bene fino in fondo il genio creativo, la musica e l’intenzione. In ogni generazione c’è un gap culturale fino a quel momento impensabile, c’è e ci sarà sempre qualcuno che rompe le regole e le riscrive. C’è stato il momento dell’eleganza senza tempo di Domenico Modugno, quello del molleggiato Adriano Celentano, dei capelloni Beatles, dei Nirvana e dei Backstreetboys. Questa è l’epoca dei Trapper che vi piaccia o no, primo tra tutti Achille Lauro.