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Monet e la sua Giverny: «Devo ai fiori l’essere diventato un pittore»

Monet e la sua Giverny: «Devo ai fiori l’essere diventato un pittore»

Claude Monet si trasferì in Normandia il 29 aprile 1883, precisamente a Giverny. Proprio a Giverny, avvolto e immerso nella rigogliosa natura, ne subì gli influssi ispiratori, che tanto influenzarono i suoi dipinti. Le ninfee lilla negli stagni, i fluttuanti salici piangenti, tutto di quel posto gli riempì il cuore fino a farlo innamorare. Egli stesso si prese cura dei verdi paesaggi di cui era circondato, un vero e proprio parco naturalistico che vide la sua mano fino al dicembre 1926, l’anno della morte di Monet. Con l’ausilio di un team di giardinieri ideò differenti paesaggi che avrebbero poi ispirato le sue opere.

«Il giardinaggio è un’attività che ho imparato nella mia giovinezza quando ero infelice. Forse devo ai fiori l’essere diventato un pittore» Monet

Il Ponte Giapponese, 1899

«[…] giacché il colore che creava in sottofondo ai fiori era più prezioso, più commovente di quello stesso dei fiori; e sia che facesse scintillare sotto le ninfee, nel pomeriggio, il caleidoscopio di una felicità attenta, mobile e silenziosa, sia che si colmasse verso sera, come certi porti lontani, del rosa sognante del tramonto, cambiando di continuo per rimanere sempre in accordo, intorno alle corolle dalle tinte più stabili, con quel che c’è di più profondo, di più fuggevole, di più misterioso – con quel che c’è d’infinito – nell’ora, sembrava che li avesse fatti fiorire in pieno cielo» Monet

A Giverny ci si può immergere in passeggiate suggestive, sommerse in cespugli di rose, peonie, ninfee e gerani, effetti cromoterapici e olfattivi da nirvana. I visitatori che esplorano Giverny, si ritrovano come dentro all’immaginazione di Monet, potendo poi anche entrare nella colorata casa di famiglia del pittore. Una full immersion impressionista. La sala da pranzo è irradiata da un giallo brillante, mentre la cucina è tutta piastrellata blu e bianca. Lo studio del pittore impressionista è diventato oggi una camera che detiene le copie delle sue opere più iconiche.

Jeune fille danse le jardin de Giverny

Sarebbe meraviglioso poterci tornare presto, o visitarlo per la prima volta, e, nell’attesa, udite udite, è possibile! Giverny, in tempi di quarantena e distanziamento sociale obbligatorio, accoglie chiunque voglia fargli visita anche online. Bisogna semplicemente collegarsi all’account Instagram della Fondation Monet. In questo modo ci si ritroverà catapultati all’interno dei soffici, delicati, colorati, paesaggi che ispirarono uno dei fondatori dell’impressionismo francese: Oscar-Claude Monet.

«È a Giverny che bisogna aver visto Claude Monet per poter dire di conoscere lui, il suo carattere, il suo amore per la vita, la sua intima natura […] Colui che ha concepito e realizzato questo piccolo universo al tempo stesso familiare e magnifico è un grande artista» Gustave Geffroy

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