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Tony Cragg in 4 D

La mostra della settimana
Chi si reca a Venezia per la Mostra Internazionale di Architettura o il Festival del Cinema, ha numerosi eventi e mostre da seguire. Ecco una proposta da non perdere.

Uno dei protagonisti della scultura britannica contemporanea è di scena fino al 9 gennaio 2011 alla Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale di Arte Moderna.
Il progetto “Tony Cragg in 4 D – dal fluire alla stabilità” è stato espressamente concepito per gli spazi del museo, in un percorso che si snoda lungo i tre piani della struttura. In rassegna una quarantina di opere in vetro, bronzo, acciaio, plastica, legno, pietra, ma anche venti bozzetti preparatori, acquarelli, realizzati in trenta anni e mai esposti in Italia.

Le opere documentano la versatilità di linguaggio di Cragg, in un confronto continuo con gli spazi e le opere esposte permanentemente alla Ca’ Pesaro.

La mostra, a cura di Silvio Fuso e Jon Wood, è una coproduzione tra la Fondazione Musei Civici di Venezia e KunstMeran/Merano Arte (dove, a cura di Valerio Dehò, si sposterà in parte dal 5 febbraio al 28 maggio 2011) e si realizza in collaborazione con Galleria Michela Rizzo e Caterina Tognon Arte Contemporanea, Venezia.

L’arte di Tony Cragg

Dopo una prima fase (anni Settanta), in cui accosta frammenti colorati di detriti urbani in inedite composizioni a metà fra collage e scultura, Tony Cragg si muove via via verso opere più imponenti, in cui il minimalismo si fa monumentale, con gli immensi blocchi di legno, ferro, bronzo e fibra di vetro.

Suo interesse fondamentale diventa “la creazione di oggetti e di immagini che non esistono nel mondo naturale o funzionale ma che possano riflettere e trasmettere informazioni e sensazioni sul mondo e sulla [sua] stessa esistenza” (Tony Cragg, 1985). Per tutto ciò fondamentale risulta non solo la scelta dell’elemento costitutivo ma anche la sua elaborazione in forme capaci di evolversi e trasformarsi.

Il “maniacale” interesse di Cragg per il potenziale moto dei corpi lo spinge, quasi scientificamente, a cercare, studiare ed esporre tutte le possibili mutazioni di una struttura primaria. Tutto accade comunque dentro l’universo della poetica del fare. Non forme chiuse ma “aperture” in cui prevale l’idea di confronto con lo spazio e del rapporto tra oggetti, materiali e immagini.

Tony Cragg, dichiaratamente laico e “materialista”, o forse proprio per questo, compie un’operazione esteticofilosofica in cui l’arte ha il compito di far emergere una profonda spiritualità fisica e plastica, in “alternativa all’osservazione della natura” e “alla percezione dell’ottusa nostra realtà, soggetta solo alle leggi dell’utile” (Tony Cragg, 2005).

http://www.museiciviciveneziani.it/