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Il mercato dell’arte sfida la crisi

Il mercato dell’arte sfida la crisi

E si avvicina ai livelli del boom della pre-recessione
Oggi apre i battenti a Maastricht la 27esima edizione di Tefaf, una delle fiera d’arte e di antiquariato più importanti del mondo.

Per l’occasione la dottoressa Clare McAndrew – economista della cultura, specializzata nel mercato dell’arte e delle arti decorative e fondatrice di Arts Economics – ha redatto il rapporto 2014 sull’andamento generale del mercato dell’arte, da cui emerge che sia quasi tornato ai vertici straordinari degli anni del boom della pre-recessione.

Il focus su Stati Uniti e Cina evidenzia che le vendite totali del mercato internazionale dell’arte e dell’antiquariato hanno raggiunto la cifra di 47,4 miliardi di euro nel 2013, con un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. Questo dato è solo leggermente al di sotto del record di tutti tempi di 48 miliardi raggiunto nel 2007 proprio prima della crisi economica globale che nel 2009 fece contrarre il mercato a 28,3 miliardi.

A confermare la ripresa in corso nel mercato dell’arte e dell’antiquariato nel 2013 sono l’incremento del 25% del valore delle vendite negli Stai Uniti, che ha ora saldamente ristabilito la sua posizione di centro principale del mercato globale, e la crescita del 11% del valore del settore dell’arte del Dopoguerra e del Contemporaneo. Quest’ultimo ha segnato la cifra totale più alta mai raggiunta per le vendita all’asta di 4,9 miliardi di euro poiché sono stati pagati prezzi record per artisti come Francis Bacon, Roy Lichtenstein e Andy Warhol. Ciò nonostante la ripresa non è uniforme in tutte le aree del mercato ed in tutti i paesi.

“Dopo essersi fortemente ripreso nel 2010, il mercato globale dell’arte ha fatto registrare performances molto differenti nei vari settori e nella varie nazioni”, afferma infatti Clare McAndrew nel rapporto.

La crescita delle vendite molto più moderata degli ultimi tre anni riflette il fatto che differenti aree di mercato si stanno riprendendo a ritmi diversi.  Alcuni settori ed imprese private hanno raggiunto picchi di gran lunga superiori a quelli raggiunti nel 2007, mentre altri stanno ancora faticando per riguadagnare terreno.