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Il cosmo magico di Leonardo: torna l’Adorazione dei Magi restaurata, una delle opere più all’avanaguardia

Il cosmo magico di Leonardo: torna l’Adorazione dei Magi restaurata, una delle opere più all’avanaguardia

L’Adorazione dei Magi di Leonardo degli Uffizi torna in Galleria dopo un restauro compiuto all’Opificio delle Pietre Dure, durato cinque anni

Una delle opere che ci offre la misura di quanto Leonardo Da Vinci fosse all’avanguardia è senza ombra di dubbio L’adorazione dei Magi. Poco importa se si tratta di un lavoro incompiuto, come la maggior parte delle commissioni artistiche del genio fiorentino, ciò che si evince all’interno dell’opera è sufficiente per intuire la genialità assoluta di Leonardo. Una struttura prospettica magistrale, un’opera all’apparenza volutamente enigmatica, misterica e che esprimesse questo contenuto astratto attraverso la sua nebulosa composizione, dove si affollavano figure quasi indistinguibili, intente in azioni e gesti non decifrabili. In realtà, la complessità dell’Adorazione dei Magi sta in gran parte proprio nel suo essere un dipinto incompiuto, e incompiuto in modo difficilmente comprensibile.

Leonardo da Vinci, infatti, partendo nel 1482 da Firenze alla volta di Milano, lasciò la pittura a diversi livelli di avanzamento: alla stesura di azzurro del cielo, appena accennato, si affiancano aree quasi di solo disegno; figure più costruite e rilevate con colori scuri; immagini che si sovrappongono ad altre, cancellandole e cambiando l’intenzione precedente; zone di ricerca spaziale e volumetrica. Interpretare un’opera così non era certo facile, ma soprattutto per i restauratori non era una procedura comune confrontarsi con le idee continuamente in divenire di Leonardo, invece che con un lavoro finito. Nel novembre del 2011 la grande tavola dell’Adorazione dei Magi di Leonardo fu trasferita al laboratorio di restauro della Fortezza da Basso, dove per molti mesi fu sottoposta a numerose indagini diagnostiche, prima che, nell’ottobre 2012, venisse finalmente presa la decisione congiunta di intraprenderne il restauro.

La pulitura è stata effettuata sui materiali non originali che col tempo si erano sovrapposti alla superficie, il cui spessore è stato solo assottigliato in maniera graduale e differenziata, a seconda delle condizioni di ogni singola area e di ogni figura. Altrettanto importante per la futura conservazione è stato il risanamento del supporto e del sistema di traverse con la predisposizione di un più adeguato funzionamento di controllo dei movimenti del legno, pur nel rispetto della struttura originale. Il progetto di conservazione messo a punto dall‘Opificio delle Pietre Dure, in collaborazione con le gallerie degli Uffizi, comprende anche un piano di conservazione preventiva che segua e controlli l’opera nel tempo. In occasione della presentazione di questo prestigioso restauro al pubblico, all’Adorazione dei Magi di Leonardo sarà affiancata l’omonima pala, sempre degli Uffizi, di Filippino Lippi, commissionata nel 1496 al pittore per l’altare maggiore della chiesa di San Donato a Scopeto dai medesimi Canonici Regolari del convento di Sant’Agostino che nel 1481 avevano dato lo stesso incarico al da Vinci. Leonardo, come abbiamo accennato, non portò a compimento l’opera e non rispettò la consegna pattuita nell’arco dell’anno per la sua andata a Milano al servizio di Ludovico il Moro, per cui i Canonici si rivolsero poi al pittore Filippino Lippi. In mostra anche tre tavole raffiguranti San Donato, Sant’Agostino (prestiti del North Caroline Art Museum) e la coppia dei Santi Ubaldo e Frediano (collezione privata), che si presume siano quanto rimane di una predella dell’Adorazione del Lippi, che abbiamo voluto affiancargli per l’occasione. Non resta che andare a Firenze e vedere lo straordinario capolavoro tornato alla luce.