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Come le concessioni governative hanno trasformato il gioco online

Come le concessioni governative hanno trasformato il gioco online

I visitatori di Ca’ Vendramin Calergi a Venezia, oppure dei saloni affrescati con usciere in livrea del Casinò di Montecarlo, non hanno mai avuto alcun dubbio sulla legittimità delle sale in questione. Anche dove mancano i secoli di storia, come nel caso di Las Vegas, a supplire arrivano il riconoscimento internazionale e la consapevolezza che, trattandosi di istituzioni che operano alla luce del sole, o almeno delle luci a neon, esse sono senza alcun dubbio in possesso delle necessarie licenze. Chi sceglie invece uno delle migliaia di casinò online con sedi in tutto il mondo deve invece affidarsi a una scatola virtuale di cui conosce la facciata esterna, ma non quella interna. Come è possibile allora che decine di utenti diano la propria fiducia a piattaforme rinomate e stimate a livello transnazionale come 20Bet scommesse, giri alle slot e tavoli virtuali?

Gli inizi del gioco online furono acque agitate sia per i nuovi iscritti, attratti dalle promozioni di benvenuto e dai montepremi generosi, che per i più esperti, incuriositi dalla novità tecnologica. Operando nell’anonimità della rete e senza alcun tipo di regolamentazione in vigore, le piattaforme pionieristiche che non avevano alle spalle società già note, come la tedesca Interwetten per le scommesse sportive, potevano a volte rivelarsi autentiche truffe. È proprio a questo punto e in risposta a una domanda crescente che numerosi governi hanno deciso di mettere mano alle legislazioni esistenti in tema di gioco d’azzardo, riconoscendo la modalità online come una nuova entità da equiparare alla precedente.

Se si prende a esempio l’Italia, l’Autorità per le Dogane e i Monopoli, chiamata prima della riorganizzazione con la sigla AAMS, è stata incaricata di valutare la posizione finanziaria e l’affidabilità dei potenziali nuovi operatori prima di concedere loro una licenza. I requisiti sono severi e includono, oltre a un fatturato a sei zeri e un contributo una-tantum consistente, il fatto di avere già operato nel settore del gioco d’azzardo per un certo numero di anni. Una volta ottenuta la relativa licenza e avere fatto ingresso nel mercato italiano, ha inizio la seconda fase di monitoraggio da parte dell’Agenzia. Il controllo viene effettuato non solo a livello del regolamento interno di un casinò per quanto riguarda la ripartizione degli utili in forma di vincite, ma anche delle transazioni in entrata e in uscita per escludere il rischio di riciclaggio di denaro di provenienza criminale.