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Autoritratte

Autoritratte

La mostra della settimana

Se avete deciso per le prossime vacanze natalizie di passare qualche giorno a Firenze non perdete la mostra alla Galleria degli Uffizzi “Autoritratte. Artiste di capriccioso e destrissimo ingegno”, alla Sala delle Reali Poste, dal 17 dicembre 2010 al 30 gennaio 2011.

La rassegna fa parte del ciclo “I mai visti” ed è dedicata alla “sezione femminile” della Collezione di autoritratti della Galleria degli Uffizi. Le “Autoritratte” sono una parte minima (solo il 7%) della intera raccolta (1700 opere circa). Attraverso la selezione di effigi di artiste note e meno note, si compone una miscellanea di tipologie, mirando alla notorietà, alla qualità, alla moda, all’originalità e al mistero delle ignote. La mostra rende visibile da una parte la storica condizione di subalternità della donna artista e dall’altra le scelte dei collezionisti, mecenati e direttori, che hanno saputo includere nella Collezione opere di singolare interesse, anche di artiste donne, fin dal Seicento, quando il cardinal Leopoldo de’ Medici ne compose il primo nucleo.

L’esposizione percorre, attraverso l’osservazione di opere passate e contemporanee, l’attenzione rivolta da artiste donne alla propria immagine. Seguendo i loro volti se ne scopriranno i contesti sociali, convenzioni e libertà.

Singolarmente la Collezione di autoritratti degli Uffizi annovera nel Corridoio Vasariano alcune di quelle pittrici che i repertori riconoscono degne di menzione tra Cinquecento e Settecento. Poche emergenti allora, diverse da conoscere oggi, alcune da riportare alla luce di una identità o di una fama perdute, come accaduto a Maria Hadfield Cosway. Un ingresso lento, tra Otto e Novecento, per vie diverse, farà raggiungere la “vetta” di un centinaio di autoritratti “femminili”, oggi nella gran parte conservati nei depositi.

80 i nomi delle artiste in mostra, 60 le “storiche” – dalla Tintoretta a Lavinia Fontana, Rosalba Carriera o Elisabeth Vigée Le Brun fino alle meno note Marianna Waldstein, Irene Parenti Duclos, Therese Schwartze Van Duyl, Elza Ransonnet Villez, Marie Collart Henrotin; ma anche Merret Oppenheim, Marie Laurencin, Kathe Kollowitz, Elisabeth Chaplin, Olga Carol Rama.

Un particolare significato assumono tre ritratti di ignote artiste, “da battezzarsi”, come scritto sul retro di una delle tele, i cui nomi ci auguriamo possano tornare alla luce, come quello di una straordinaria giovane Maria Hadfield Cosway, riconosciuta recentemente ed esposta per la prima volta.

Ai ritratti delle artiste storiche si aggiungeranno le ultime recentissime acquisizioni: 20 nuove artiste che la Galleria degli Uffizi ha invitato – per l’aggiornamento e il futuro della Collezione – alla donazione di un autoritratto. La risposta è stata generosa e variata l’espressione, attraverso quei media, dall’olio, alla fotografia, al collage, all’arazzo, al video, alla scultura che si fanno strumenti della varietas creativa del secondo Novecento. Così oggi gli autoritratti di Carla Accardi, Jenny Holzer, Vanessa Beecroft, Niki De Saint Phalle, Patti Smith, Francesca Woodmann, Ketty La Rocca, Alison Watt, Lynne Curran, Berline de Bruyckere, Nadia Berkani, Antonella Bussanich, Yayoi Kusama, Marilù Eustachio, Lucia Marcucci, Mirella Bentivoglio, Elisa Montessori, Tinca Stegovec, Giosetta Fioroni, Esther Ferrer assumono un ruolo di simbolica “compensazione”, esemplificando quante mutazioni di pensiero e di stile abbiano fecondato il secolo appena trascorso; e ciò proprio ad opera di tante donne risolute, impegnate, capaci d’esprimere ingegno e creatività.

Attraverso un centinaio di pezzi in totale (tra autoritratti, foto, oggetti, studi e copie), sarà possibile rilevare mutamenti stilistici, orientamenti, mode, qualità e tecniche nel corso del tempo, talvolta, scoprendo anche qualche fragile ingenuità.

Molte delle opere in mostra escono dai depositi del museo per la prima volta ed anticipano le intenzioni della Galleria di un progetto di riorganizzazione degli spazi che permetta di poter godere di queste preziose opere in maniera permanente.