Coronavirus, come evitare il contagio: meglio provare i vestiti in negozio o a casa?

Erika Barone
28/05/2020

Un argomento in particolare pare premere tutti: come posso provare i vestiti e le scarpe prima di procedere con l'acquisto

Coronavirus, come evitare il contagio: meglio provare i vestiti in negozio o a casa?

Siamo tutti consci che la nostra vita reduce da una quarantena e sottoposta a regole e regolette non tornerà alla normalità tanto alla svelta. Almeno finché non sarà trovato un vaccino in grado di abbattere il Coronavirus. Nel frattempo però la fase 2 ci è venuta incontro, con tutte delle micro libertà che stiamo riassaporando poco a poco. Una fra tutte la riapertura dei negozi di abbigliamento, di lusso e non. Come ha scritto Il Corriere della Sera, la fase 2 cinese è iniziata col botto, almeno per quanto riguarda il settore del lusso. Sappiamo bene che noi italiani possiamo fare di meglio (o di peggio, a seconda dei punti di vista).

I negozi di abbigliamento hanno finalmente riaperto i battenti, arrancando tra le avversità. Prodotti non venduti rimasti in lockdown nei magazzini durante questi mesi di quarantena, nuove collezioni in ritardo per una serie di problematiche. Insomma, i negozianti non hanno di certo avuto vita semplice. Contando anche le molte regole a cui dovranno sottostare per mantenere i locali sanificati e sicuri per scongiurare una seconda ondata di contagi da Coronavirus. Obbligatorie le mascherine sia per i commessi che per i clienti, nonché la distanza di sicurezza. Paravento in plexiglass installato nella zona cassa, come nei supermercati, immancabili i guanti per poter venire a contatto in sicurezza con la merce esposta. Una continua sanificazione dell’aria deve essere poi una prerogativa garantita. Un argomento in particolare, però, pare premere tutti: come posso provare i vestiti e le scarpe prima di procedere con l’acquisto?

Posso provare gli abiti in camerino?

L’Istituto Superiore di Sanità si è esposto in questo senso ed ha pubblicato un rapporto riguardante la sanificazione di strutture non sanitarie durante l’emergenza Coronavirus. Il rapporto in questione prende in considerazione superfici, ambienti interni e abbigliamento. «Per i clienti, l’utilizzo dei guanti o la disinfezione delle mani in entrata e in uscita, l’utilizzo della mascherina e il divieto di provare gli abiti che possano entrare in contatto con il viso (ad esempio i maglioni o altri capi che vengono infilati dalla testa) limiterebbero la probabilità di contaminazione degli indumenti», si legge nel testo del rapporto. Dunque, dipenderà dal negoziante se mettere a disposizione la propria merce anche per la prova camerino oppure no, una cosa però è certa, non potrà sottrarsi a determinate regole sanitarie.

Vapore a secco e lampade UV contro il Coronavirus

«Per il commerciante, non mettere a disposizione i capi provati per almeno 12 ore, mantenendoli in un ambiente con umidità inferiore a 65% e a una temperatura inferiore a 22°C, potrebbe rappresentare una ulteriore precauzione». Si consiglia di intervenire con vapore a secco, che non andrà ad intaccare le fibre degli indumenti. Anche le lampade UV possono essere impiegate per questo scopo, ma non sono adatte a tutti i capi. È oltremodo raccomandato, per scongiurare contagio da Coronavirus, dopo aver acquistato la merce, di igienizzarla in lavatrice.

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