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Fedez vs Codacons, è guerra aperta: l’ente lo querela e lui controdenuncia

Fedez vs Codacons, è guerra aperta: l'ente lo querela e lui controdenuncia

Il Codacons ha querelato Fedez per “diffamazione, calunnia, associazione a delinquere, violenza, minacce plurime e induzione a commettere reati”. L’associazione dei consumatori ha deposto formale denuncia contro il rapper, rivolgendosi alla Procura della Repubblica di Roma. L’ente ha presentato un lunghissimo esposto in cui si elencano gli illeciti che sarebbero stati commessi da Federico Lucia (in arte Fedez) contro l’associazione il suo fondatore e presidente Carlo Rienzi.

Fedez vs Codacons, guerra aperta: l’ente lo querela e lui controdenuncia

È un tafferuglio che ha visto la luce lo scorso marzo. Il Codacons si era scagliato contro Fedez tacciando come “ingannevoli” le commissioni applicate da Gofundme. La piattaforma che era stata usata dai coniugi Ferragni-Fedez e da Salvo Sottile per le loro raccolte fondi in favore della sanità italiana,  per la lotta contro il Coronavirus. La denuncia da parte del Codacons aveva ottenuto un provvedimento d’urgenza dell’autorità competente, schieratasi dalla parte dell’associazione dichiarando illecito il meccanismo di applicazione delle commissioni a carico dei donatori. Una risoluzione che al rapper ai tempi non andò (giustamente) giù e che scatenò nei confronti del Codacons una guerra aperta, non solo da parte sua ma anche di quella della pubblica opinione. L’effetto che ne derivò, spiega il Codacons, fu il seguente. «Fedez ha scatenato i followers contro il Codacons garantendo loro la totale immunità, affermando testualmente che internet non è ‘un mezzo diffamatorio’ e che, pertanto, “si può dire il caz..o che si vuole“, tesi del tutto smentita dalle sentenze della Cassazione».

Il focus sulle buone azioni

Fedez qualche settimana fa ha accusato l’associazione Codacons di aver avviato una raccolta fondi in favore degli ospedali italiani e di aver dato il via alle donazioni per finanziare sé stessa. Una “tesi ridicola“ chiarita dalle info scritte nella pagina ufficiale del sito Codacons, in cui “si dichiarava in modo trasparente che le donazioni servissero a finanziare l’attività legale dell’associazione in tema di coronavirus”. Denunce pendenti per “diffamazione, violenza e minacce” anche per tanti fan di Fedez che “aizzati dal rapper hanno pubblicato sul web minacce di morte e post violentissimi contro il Codacons e che ora dovranno essere individuati dalla Polizia Postale per le indagini del caso”. Così è stato riportato da Codacons. Il movimento dei Consumatori domanda che Fedez e i suoi seguaci rispondano alla Procura di Roma. A vario titolo, dei reati di diffamazione, calunnia, associazione a delinquere, violenza, minacce plurime e induzione a commettere reati. L’associazione comunica che contro i medesimi soggetti “il Codacons sta completando anche un’azione risarcitoria in sede civile”. 

Fedez ha replicato con un video sui suoi profili social in cui si dichiara “basito” e replica punto per punto. «Non è una guerra fra me e Codacons. Sta cercando di bloccare tutte le raccolte fondi su gofundme, forse non sanno che è la piattaforma più usata al mondo per le raccolte. Rienzi (fondatore e presidente del Codacons, ndr) sta cercando di minacciarmi e intimidirmi in tutti i modi. Quello che state facendo, non solo è pericoloso ma non serve a nulla se non ai vostri interessi»

In conclusione

«Se ci pensate viviamo in un paese fantastico. Dove Irene Pivetti con una Onlus fantasma riesce magicamente a farsi dare dallo Stato 15 milioni di euro sull’unghia e in anticipo. Per produrre mascherine che parrebbero farlocche. E chi costruisce una terapia intensiva da zero per dare una mano a questa emergenza si becca 100 querele in un giorno. È fantastico. E un paese in cui tutto è possibile. Il fottutissimo sogno italiano.Sapete, non ci ho capito proprio un ca**o. Perché per cercare di dare una mano senza pretendere nulla in cambio, neanche una pacca sulla spalla, cosa ci ho guadagnato? Cinque anni che perderò in tribunale ad intasare i pubblici uffici. Perché un’associazione che addirittura faceva una raccolta fondi spacciata per aiuto al Coronavirus, e poi i soldi finivano a loro, ha deciso che non sono a livello della loro moralità. Mi viene da ridere.»

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