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Benedetta Porcaroli è Anna in 18 regali: «Un film che ti aiuta a perdonare gli errori commessi dai genitori»

Benedetta Porcaroli è Anna in 18 regali: «Un film che ti aiuta a perdonare gli errori commessi dai genitori»

Classe 1998, Benedetta Porcaroli vive a Roma e di professione fa l’attrice. Molto attiva su Instagram da brava millennial. È figlia di genitori separati, sua mamma di mestiere fa la segretaria presso il Quirinale, mentre sua papà è un ex avvocato che si è poi dedicato all’archeologia. Il passaggio dalla vita di una comune ragazza romana al set di importanti film e fiction è stato breve. Giovane e intraprendente, Benedetta Porcaroli ha visto crescere la sua notorietà dopo poco dal successo ottenuto grazie alla serie tv Baby (2018)ma c’è di più…!

La carriera di Benedetta è tutta in divenire, infatti, dal 2 gennaio 2020, la Porcaroli è approdata sul grande schermo con il film 18 regali”, diretto da Francesco Amato e distribuito da Lucky Red.

Il film

Ispirato alla straordinaria storia di Elisa Girotto, la donna che ha commosso il mondo lasciando 18 regali per i futuri compleanni della figlia quando ha scoperto che avrebbe avuto poco tempo per vederla crescere. Come ogni anno Alessio (Edoardo Leo) consegna alla figlia Anna (Benedetta Porcaroli) un regalo lasciatole da Elisa (Vittoria Puccini). È il giorno del diciottesimo compleanno di Anna e da scartare le rimane l’ultimo regalo, ma un desiderio di ribellione e un senso di vuoto incolmabile la spingono a scappare dalla festa organizzata dal padre. Si ritrova a vagare di notte in mezzo alla strada e una macchina, non vedendola, la investe. Al suo risveglio Anna si ritrova faccia a faccia con la madre che non ha mai conosciuto. Il destino le regala così l’opportunità di conoscere Elisa, e di farsi conoscere a sua volta, in un insolito viaggio ricco di pathos e commozione. Clicca QUI per la video intervista a funweek.

Stralcio di intervista a Benedetta Porcaroli ai microfoni de Il Messaggero

«Mia madre poverina non vorrei neanche citarla, bisognerebbe darle un premio per la pazienza. Io ho avuto un periodo di ribellione, ma questo lavoro ti costringe a inventarti delle cose che non hai mai provato: non ho mai avuto una perdita così e non ho mai vissuto quel tipo di dolore. Ho dovuto prendere un pezzetto della mia esperienza, di vissuto, elevarlo a potenza e cercare di immaginarlo. A un certo punto mi è arrivato addosso da solo. E’ stato un percorso molto sofferto: un percorso anche divertente, di avventura, ma metabolizzare questo dolore è stato difficile. Il suo tipo di ribellione non è rabbia risolta, ma rabbia ancora in corso: lei rifiuta la mancanza della madre e non vuole fare i conti con questo dolore. L’incontro con questa donna che non ha mai conosciuto le servirà proprio per affrontare questo passaggio inevitabile. Il tema è comunque la mancanza di qualcosa che scatena una ribellione: hanno due tipi di ribellione molto vicina. Entrambe sono alla ricerca di un’identità, Anna ha difficoltà perché ha questa presenza presente: lei rifiuta il punto di vista della madre, perchè non lo ha, e non vuole avere delle informazioni su di lei, perché le rifiuta».

Vittoria Puccini e Benedetta Porcaroli

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