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La moda a favore dell’ambiente: dalla Green Fashion Week alle lotte per una moda più ecosostenibile

La moda a favore dell’ambiente: dalla Green Fashion Week alle lotte per una moda più ecosostenibile

Il recente e controverso caso dell’Amazzonia

Chi salverà l’Amazzonia? Come? E dove ci spingeremmo per evitare il peggio per l’ambiente e in generale per il nostro pianeta? Ciò che sta accadendo negli ultimi giorni lascia veramente senza parole. Uno dei “polmoni” verdi della Terra sta venendo letteralmente raso al suolo dai continui incendi che divampano senza sosta. I rischi conseguenti sono gravissimi: deforestazione e cambiamenti climatici, ma non solo.

ambiente

La situazione tra qualche anno potrebbe subire una svolta critica: “si arriverebbe a un intervento militare, molto probabilmente, per evitare un disastro che potrebbe avere conseguenze irreversibili”. L’Amazzonia è la più grande foresta pluviale al mondo, con una superficie totale di circa 5,5 milioni di chilometri quadrati (circa sedici volte l’Italia intera ) che si trovano per più del 60 per cento in territorio brasiliano.

È uno degli ecosistemi più ricchi al mondo

È uno degli ecosistemi più ricchi al mondo ed è fondamentale, tra le altre cose, per la produzione di ossigeno e per la rimozione di anidride carbonica nell’atmosfera. Il suo ruolo centrale nel rilascio di vapore acqueo, che determina poi la quantità di piogge, dalle correnti oceaniche alle temperature globali.

La sua importanza è così grande che già oggi è riconosciuto da tutti che non possa e debba essere il solo Brasile ad occuparsene. La protezione della foresta amazzonica si scontra però con enormi interessi economici dei paesi dove si trova, il Brasile prima degli altri. Da tempo gli alberi vengono tagliati per ottenere enormi pascoli per l’allevamento, per la coltivazione e per la produzione di legname. È un problema grave: solo il Brasile nel 2018 era stato deforestato e da tempo si parla di un “punto di non ritorno”. Quando l’ecosistema, non sarà più in grado di tenersi in equilibrio, scomparirà progressivamente.

Una situazione drammatica. Dopo l’elezione del nuovo presidente del Brasile, un populista di estrema destra da sempre favorevole allo sfruttamento dell’Amazzonia, la situazione si è aggravata ulteriormente. Dopo anni in cui il Brasile era diventato un modello per la lotta alla deforestazione, il nuovo presidente del Brasile ha invertito completamente i piani, riducendo le sanzioni, gli avvertimenti e i sequestri operati dalle autorità brasiliane verso le società che partecipano alla deforestazione violando le regole.

https://www.instagram.com/p/B1ZrYICFh6k/

In generale, facendo capire molto chiaramente a chi distrugge la foresta, di non dover temere grandi conseguenze. “Gli effetti delle sue decisioni e posizioni, secondo molti, si sono già visti con i più alti tassi di deforestazione da anni e un aumento del numero degli incendi”.

La moda a favore dell’ambiente

Si sa, la salvaguardia dell’ambiente del pianeta Terra è una delle tematiche più sensibili e odierne degli ultimi tempi. A testimonianza Greta Thunberg, l’attivista sedicenne che combatte per il pianeta e che è stata anche recentemente candidata per il premio Nobel per la pace. Greta è divenuta un’eroina globale e il simbolo di una generazione che non si arrende di fronte ai cambiamenti climatici e all’inerzia della politica riguardo a quest’ultimi.

Greta Thunberg

E la moda? Come reagisce a questi eventi? Sono molte le modelle, soprattutto brasiliane (come la super top Adriana Lima) che negli ultimi giorni hanno postato sui propri profili social, il disastro che sta avvenendo nella foresta amazzonica. Il Fashion world, si vede ancora una volta protagonista a favore dell’ambiente e della sua tutela.

https://www.instagram.com/p/B1ZrFgblqsx/

La Green Fashion Week

Prima a Los Angeles, poi Las Vegas, Dubai, Abu-Dhabi, Milano ed infine Roma. Ma non si fermerà qui. È la Green Fashion Week. Momenti di riflessione sui temi della sostenibilità e sfilate dei brand più innovativi del panorama italiano e internazionale. Sempre a favore, ovviamente, dell’ecosistema. La Green Fashion Week è organizzata da GD Major e dall’associazione no-profit FSA, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e in collaborazione con l’iniziativa dalle Nazioni Unite, UNFCCC per la lotta contro i cambiamenti climatici.

https://www.instagram.com/p/BpSAeUxgOS0/

Una Fashion Week che guarda al futuro prima che ai trend di stagione

Oltre all’innovazione “sostenibile” del settore tessile, la Green Fashion Week lancia anche una search platform completamente green: bookingcasting.com che permette ai clienti di trovare modelli e modelle professionali e geolocalizzati con un semplice click, riducendo così in modo notevole i costi di trasporto, le emissioni di CO2 rilasciate nell’atmosfera e l’impatto ambientale nei processi di stampa per la realizzazione di book cartacei e composite. Una Fashion Week che guarda al futuro prima che ai trend di stagione.

Gli stilisti che hanno detto “addio alle pellicce” a favore della causa animalista e al rispetto delle forme di vita dell’ecostistema

Esiste la “Flora” e la “Fauna”, come da sempre ci hanno insegnato alle scuole primarie. Per cui, è vero che è importante prendersi cura delle sorti dell’ambiente, ma è altresì vero che è importante rispettare chi vive in esse e chi le popola. Primi tra tutti, gli animali. L’ultimo stilista in ordine di tempo, che ha detto “basta alle pellicce animali” è il re della moda Giorgio Armani. Il progresso tecnologico raggiunto in questi anni ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali”, recita il comunicato della maison di Giorgio Armani, il quale ha firmato un accordo con la Fur Free Alliance per sostituire già dalla collezione autunno/inverno 2016-2017 le pellicce vere con quelle ecologiche.

Il numero di stilisti e marchi celebri che hanno sposato la causa animalista però sono diversi, complice la maggiore sensibilità da parte dell’opinione pubblica e la nuova filosofia vegan che ne fa da protagonista. Una certificazione animal free testimonia come nel settore si utilizzino sempre di più materiali alternativi come rayon, canapa, bambù, poliestere, solo per citarne alcuni, al posto di quelli di origine animale: da marchi prestigiosi come Geox e Inditex, a stilisti come Tommy Hilfiger contagiando positivamente il mondo della moda.

Il “NO alle pellicce” si propaga con crescente entusiasmo

C’è chi sposa la causa animalista con convinzione e chi perché ha fiutato il cambiamento popolare, in ogni caso, il risultato è che il no alle pellicce si propaga con crescente entusiasmo . Tra i tanti stilisti convertiti ad un mercato “green” dell’alta moda c’è il brand Hugo Boss e Stella McCartney. Oggi sono circa 300 le case di moda che dichiarano di ‘non vendere pellicce animali, o che hanno già avviato le procedure per diventare fur-free‘: tra i tanti nomi segnaliamo Calvin Klein, Converse, Abercrombie & Fitch, H&M, Benetton, Killer Loop, Levis, Lacoste, Timberland, Palais Royal, Zara.

Un grande aiuto alla diffusione della sensibilità animalista nel settore tessile lo si deve anche al coinvolgimento di importanti star del mondo del cinema come Jessica Alba, Penelope Cruz, Charlize Theron, Pamela Anderson, Eva Mendes, le attrici Sarah Jessica Parker e Kim Cattrall protagoniste del serial televisivo Sex and the city. Inoltre non possiamo non citare le modelle Christy Turlington e Twiggy. Sono solo alcuni dei nomi celebri che hanno rinunciato a indossare capi in pelliccia, schierandosi al fianco di Lav, Peta ed altre celebri associazioni internazionali.

Le eco-pellicce di Giorgio Armani

“Siete rimasti senza scuse e noi siamo rimasti senza tempo”

E c’è anche chi è scesa frontalmente in campo contro le stesse case per cui fungono da testimonial, come Jane Birkin nei confronti di Hermes per i maltrattamenti subiti dai coccodrilli, le cui pelli vengono adoperate per le celebri borsette realizzate con il nome della star francese. Perché ognuno di noi può e deve contribuire alla protezione dell’ecosistema e degli individui che lo popolano. “Ognuno di noi è responsabile di quello che sta accadendo nel mondo, ultimo dei quali, la deforestazione dell’Amazzonia”.