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Bilancioni: il valore dell’artigianato

Bilancioni: il valore dell’artigianato

Viaggio alla scoperta della maglieria di lusso
Luxgallery.it ha incontrato Valerio Bilancioni, l’Amministratore Delegato della maison marchigiana punto di riferimento dal 1953 per la progettazione e la produzione di maglieria di lusso in Italia.
Un’azienda nata dall’amore per la qualità di Umberto Bilancioni e oggi guidata con determinazione dai figli Riccardo e Valerio, che hanno trasformato intuito e passione in competenza specialistica, dando vita a un nuovo modo di fare impresa.

La sua è un’azienda di famiglia: com’è stato il passaggio fra le generazioni, è sempre stato il suo sogno succedere a suo padre?
La nostra azienda rispecchia tutte le caratteristiche della tipica azienda a conduzione familiare della tradizione italiana. Nella gestione troviamo, quindi, tutte quelle differenzazioni rispetto a una grande multinazionale dal punto di vista dei valori e dell’etica che supportano il nostro operato quotidiano. Mi riferisco in particolare al forte attaccamento al territorio, all’empatia fra i dipendenti data da un maggiore rapporto umano e, infine, a una forte commistione tra casa e famiglia.

Famiglia che ha per lei un grande valore…
La mia famiglia è cresciuta più dentro all’azienda che fuori e fin da piccoli mio fratello e io abbiamo passato il nostro tempo in bottega. In una realtà di questo tipo è facile e quasi inevitabile appassionarsi e così, oggi, per noi è naturale ricoprire dei ruoli funzionali all’azienda. Se il mio obiettivo è quello di continuare a dare vita alla nostra realtà nella sua unicità, la mia ambizione è quella di ricoprire il mio ruolo nel miglior modo possibile per far sì che l’azienda diventi sempre più consistente nella sua solidità commerciale, strategica e di prodotto.

La famiglia Bilancioni: più artigiani o industriali?
Sicuramente artigiani. Trovo che oggi questa figura, che ha un richiamo e un retaggio al passato, possa avere una proiezione di modernità nei confronti del mondo di domani e ritengo che sia davvero moderno avere un approccio aziendale sempre più legato al valore vero del prodotto e alla cultura che questo genera.

In questo momento di crisi economica, qual è la ricetta per conquistare il mercato?
Oggi l’essere artigiani ha una valenza positiva rispetto a qualche anno fa: infatti, le aziende di questo tipo hanno riacquistato l’allure di un tempo. La crisi non cambia gli aspetti strategici di un’impresa. A mio parere la recessione frena e rende critici alcuni aspetti finanziari, ma se c’era una strategia vincente prima si continua ad averla ora, se i fattori competitivi rispetto agli altri erano validi prima lo sono anche adesso, nonostante il momento critico a livello globalizzato.

Come si traduce questo in Bilancioni?
Se si riesce a intervenire all’interno dell’azienda con delle operazioni capaci di mantenere intatti certi equilibri economici, sicuramente non si ha la necessità di fare operazioni di cambiamento strategico. Nel nostro piccolo, quello che stiamo facendo è razionalizzare cercando di intervenire con equilibrato buonsenso sulle priorità.

Come gestisce una realtà come la vostra la concorrenza con i grandi gruppi?
Se sei artigiano, gli strumenti negativi per competere con le grandi multinazionali sono tutti riassumibili all’interno del settore del marketing e della comunicazione e, di conseguenza, valutabili analizzando l’impatto che la tua azienda può avere rispetto agli altri potenziali competitor. Bilancioni ha deciso da tempo di non mettersi su questo piano, trovando delle alchimie alternative. Non osiamo comprare pagine di pubblicità e comunicazione sui magazine più in, ci interessa concentrarci sul cliente e sul consumatore, optando quindi su operazioni di co-marketing o utilizzando lo strumento internet.

Una scelta che ribadisce il vostro essere di nicchia…
Sì, quello a cui ci rivolgiamo è una nicchia a tutti gli effetti, con tutte le peculiarità che un settore di mercato come questo racchiude. Per noi questa si è rivelata da subito una scelta vincente. Il vero plus che può offrire un artigiano, in fondo, è quello di continuare a essere alternativo rispetto al mass market e alle multinazionali che hanno democratizzato il lusso.

Personalità prima di tutto…
Assolutamente, la nostra strategia si oppone a un mondo dove la personalità deve lasciare il posto a strumenti di omologazione imposti da interventi di comunicazione. Nell’abbigliamento, come nella vita, bisogna che si torni a parlare di conoscenza e di cultura per sapere scegliere e per prendere delle decisioni.
Mi sento distante dal “non buon senso” della moda. Gli anni ’80 sono passati e oggi la moda è e deve essere qualche cosa di culturale. Se prima aveva un valore esprimere concetti di creatività anche distanti dalla quotidianità, oggi anche la moda deve chiedersi se al mondo di domani serve questo tipo di creatività.

Com’è il suo rapporto con il fashion system?
Mi trovo distante dal sistema delle passerelle di Milano e delle sfilate in genere. Trovo che questo approccio, e di conseguenza le persone che lo sponsorizzano, siano molto legati a schemi e preconcetti; insomma, sono molto poco moderni. La moda oggi è diventa obsoleta e ci sarebbero davvero tante cose da cambiare.

Ricerca dei materiali e design innovativo, cosa rende unici i vostri capi?
La qualità e la funzionalità per un nuovo concetto di creatività. In un mondo dove l’eccesso è diventato abitudine, un’equilibrata creatività è una cosa complicata da realizzare ed è difficile da esibire, ma è il frutto di un insieme di fattori sui quali noi crediamo e che non siamo disposti a perdere.

Ci dice un must per lui e per lei della Primavera Estate ’09?
Mi piace pensare alle nostre creazioni come capi sfiziosi più che come veri e propri must. Per lui troviamo sicuramente i giubbini realizzati in nylon con interni in cotone e cachemire, icona di un nuovo modo di vivere lo sportswear più sofisticato, dove hanno importanza non solo tecnicità ma anche la funzionalità e i dettagli chic. Per la donna troviamo invece i trench glamour realizzati in taffetà di seta impermeabile.

Ci può svelare qualche chicca su cui state lavorando per le prossime collezioni?
Stiamo lavorando per valorizzare il nostro core business innovando sempre e costantemente la maglieria.

Come declina il suo concetto di lusso nella sua vita privata?
Prediligo la famiglia… Il lusso è un concetto etereo, ma ci si può sentire davvero un privilegiato quando si riesce a curare gli affetti e le cose importanti della vita, il resto è sana funzionalità.

Francesca Zottola

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