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Balmoral Capital e Cantieri Canados

Balmoral Capital e Cantieri Canados

Private Equity & Italian StyleIl Fondo di Investimento Balmoral Capital è un’importante società inglese attiva da tre anni anche in Italia attraverso l’acquisizione del prestigioso cantiere nautico Canados. Tra i partner di Balmoral c’è Agostino Ascani, presidente di Canados. Il gruppo internazionale – sempre nel settore nautico – è anche proprietario del marchio Oyster Marine, leader sul mercato delle barche a vela di lusso. Ecco cosa ha raccontato a Luxgallery relativamente alle strategie del fondo di private equity, agli altri settori e mercati di riferimento, nonché sul futuro dello storico e prestigioso cantiere laziale.

Come nasce il private equity Balmoral Capital e cosa offre al “mercato”?
Balmoral Capital è un fondo di private equity inglese che investe in aziende di medie dimensioni e con forti prospettive di crescita. Nato dallo spin off di parte del team europeo di Credit Suisse First Boston Private Equity, Balmoral si focalizza su alcuni Paesi specifici, quali il Regno Unito, l’Italia e la Francia. Il team è costituito da professionisti di varie nazioni e lavora a stretto contatto con il management delle aziende in portafoglio, per definire e implementare strategie di sviluppo del business e di ottimizzazione di tutte le aree della value chain. Abbiamo un approccio particolarmente “hands on”, orientato al medio e lungo periodo e ci differenziamo in tal senso da molti altri fondi di private equity.

Che cosa porta, quindi, un fondo internazionale a investire in italia?
Balmoral è costantemente alla ricerca di opportunità d’investimento che massimizzino la creazione di valore per gli investitori del fondo. In questo senso, l’Italia rappresenta un mercato particolarmente interessante per la presenza di molte piccole e medie aziende, spesso leader nei mercati di riferimento, dotate di grande storia e tradizione, della proverbiale capacità italiana di “creare” e innovare, ricche di know-how e imprenditorialità. In molti casi però, per sfruttare appieno questo potenziale di crescita, occorre dotare l’azienda di nuove risorse non solo in termini di capitale, ma anche di esperienza e professionalità.

Che è la vostra specialità…
Qui il contributo di un fondo come Balmoral può fare la differenza, agendo come catalizzatore dello sviluppo del business. Del resto gli investimenti detti “plain vanilla”, ovvero investimenti sui quali il fondo gestisce più o meno passivamente le proprie partecipazioni nelle aziende, non sono oggi più in grado di remunerare adeguatamente il capitale. È solo con un approccio operativo del fondo, unito a esperienze consolidate e tanta voglia di fare e di investire, che il private equity può diventare il motore dello sviluppo di molte aziende italiane.

Quindi dopo l’acquisto di Canados avete intenzione di rafforzare la vostra presenza anche in altri settori in Italia?
Stiamo valutando al momento alcune opportunità di acquisizione di aziende italiane operanti in settori diversi. Del resto, i partner di Balmoral hanno maturato, nel corso degli ultimi 20 anni, esperienze significative in vari settori industriali, dal settore del bingo in Gran Bretagna alla produzione di piastrelle in Polonia e pane surgelato in Spagna.

Relativamente a Canados, quanto ha risentito il cantiere della crisi del 2009?
Non c’è dubbio che, nel corso della passata stagione, la congiuntura negativa abbia colpito pesantemente il settore della nautica da diporto, con conseguenze irreversibili per alcuni cantieri. Canados è riuscita, mi consenta il gioco di parole, a “navigare” in sicurezza in mezzo a questa tempesta e a salvaguardare i traguardi raggiunti in precedenza per effetto di due elementi: il posizionamento di mercato e l’assetto societario. Canados, infatti, opera in un settore di nicchia, quello delle imbarcazioni “su misura”, con doti molto marine e altissima qualità degli interni, frutto di lavorazioni ancora totalmente artigianali, secondo la migliore tradizione dei maestri d’ascia italiani. La crisi ha senz’altro rallentato le vendite lo scorso anno anche se, a partire da tarda primavera, abbiamo assistito a un’inversione di tendenza come, ad esempio, per l’ultimo Canados 86’ consegnato per l’estate 2009, che è stato conteso da tre clienti diversi. Insomma, nonostante la crisi alcuni clienti non hanno rinunciato ad avere un’imbarcazione di qualità e realizzata sulla base delle loro esigenze e preferenze.

E riguardo all’assetto societario?
L’altro elemento che ha permesso a Canados di affrontare con serenità la tempesta e soprattutto di uscirne bene, è legato all’avere avuto alle spalle un fondo di private equity come Balmoral, che ha supportato l’azienda senza esitazioni in quanto convinto non solo che il mercato sarebbe ripartito, ma soprattutto che, alla ripresa, Canados si sarebbe presentata ancora più forte e competitiva proprio grazie alla sua solidità. E proprio per questi motivi, a differenza della concorrenza, non abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione né operato drastiche riduzioni di personale addetto alla produzione.

Si ringrazia Marco Oddino, Marketingxpression