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Dalla nautica alla fotografia

Dalla nautica alla fotografia

Intervista a Bernardo Zuccon
Quante volte vi abbiamo parlato dello Studio Zuccon International Project e delle sue creazioni in ambito nautico nate dalla collaborazione con i cantieri più in vista del panorama italiano?
Ecco il Maestro 56, il CRN Blu Eyes, il Ferretti 690, per citarne alcune.

A far parte del team di architetti dello studio, Bernardo Zuccon, classe 1982, laureato con lode presso la facoltà di architettura “Valle Giulia” dell’Università di Roma “La Sapienza”, che dal 2007 si occupa prevalentemente della progettazione nell’ambito nautico.

Amante di fotografia, sta per inaugurare la sua prima mostra.
Dieci scatti
per far conoscere la sua passione e il suo stile: ecco foto in bianco e nero, tecnica che permette di esaltare contrasti e contraddizioni, affidando alla luce la responsabilità di cogliere sfumature, profondità e dettagli della singola cattura.  La fotografia è così rude e raffinata, naturale e inusuale, misteriosa e chiara, emozionale e impassibile, semplice e complessa.

L’appuntamento è il 27 marzo nello studio Zuccon International Project, in via Poma 2 a Roma in occasione di ArchitectsParty Roma 2012, evento organizzato in contemporanea in dieci studi tra i più noti e di tendenza della Capitale, da Towant per la rivista Elledecor e alcune delle più note aziende del design, come Moroso, Dornbracht, Gaggenau, StoneItalia.

Luxgallery ha chiesto all’architetto Zuccon di parlarci della rassegna e della sua esperienza in ambito nautico.

Bernardo Zuccon, Humans

Come è nato l’amore per la fotografia?
Per me la fotografia è una passione, non una professione. È un’attività che svolgo molto volentieri e quindi ho un approccio differente rispetto a chi è fotografo per lavoro. Sono un architetto e ho maturato questo interesse negli anni dell’Università, in cui ho cominciato a cercare di afferrare l’essenza dello spazio, cogliendone i particolari meno evidenti. Con gli scatti cerco di fermare il tempo per far conoscere i dettagli che trovo sulla mia strada e che considero attimi di realtà. Ho avuto, poi, la fortuna di viaggiare molto e conoscere mondi diversi, avendo così stimoli continui.

Come è organizzata la mostra romana?
La mostra è divisa in tre ambiti, che sono i tre filoni in cui io distinguo la mia produzione.
In Details propongo dettagli di quotidianità, suggestioni colte mentre cammino per strada. Mi rifaccio, in questo, all’idea di fotogiornalismo di Cartier-Bresson, immortalando istanti che possono sembrare privi di significato, arrivando a guardare dove gli altri non guardano. Ecco la scala di un condominio di Parigi o le Carrozzerie di San Lorenzo a Roma. Trovo soggetti affascinanti nelle aree degradate o dismesse. Un altro tema che mi è congeniale è quello delle serrature: fotografo quello che si può vedere oltre.
Il secondo filone è Humans. Parlando da architetto, l’uomo è fondamentale nella comprensione dello spazio. Le foto sono state fatte a comparse e non a protagonisti: gli uomini sono inseriti in un contesto. È la collezione che preferisco. Mi piace sempre portare ad esempio il ritratto di un uomo che dorme. È una particolarità: quando ho scattato quella foto ero a Madrid, sulla Gran Via, davanti all’Hotel Metropol, un luogo caotico e frenetico. In quel contesto la mia attenzione è caduta sull’uomo che dormiva vicino all’edificio. Doveva essere molto stanco per riposare in quel luogo, probabilmente stanco della vita.
Il terzo filone è Somewhere in cui ritraggo luoghi e paesaggi. In questo caso, è la bellezza del paesaggio a dare qualità alla foto. So che altre persone hanno scattato quella foto quasi identica. Questa sezione è anche frutto dei miei viaggi in giro per il mondo: trovo la natura molto affascinante.

A quale fotografo o artista si ispira?
A Cartier-Bresson. Uso il bianco e nero come lui e mi rifaccio alla sua idea di fotogiornalismo, molto vicino al mio modo di interpretare la fotografia. Cerco di trasmettere negli scatti la mia passione e il mio coinvolgimento. Non ho fatto corsi di fotografia. A volte non serve la tecnica ma la capacità di trasmettere le emozioni.

Ha in programma altre mostre?
L’esposizione romana è legata ad ArchitectsParty e non è una vera e propria mostra. Propongo dieci lavori, piccoli frammenti della mia attività di fotografo. Mi auguro di fare un evento in una location adatta.

Bernardo Zuccon, Somewhere

Passando al suo lavoro, che caratteristiche deve avere uno yacht per essere di lusso?
Il lusso è un concetto soggettivo. Le barche sono oggetti di lusso in sé perché costano molto ma ci sono imbarcazioni che parlano il linguaggio del mare e sono costruite con materiali semplici, senza ostentazione. Ho lavorato a yacht dagli 8 ai 110 metri. Per barche sopra i 40 metri si parla di progetti completamente custom, un abito su misura per l’armatore. C’è chi apprezza un linguaggio sfarzoso e c’è il lupo di mare che vuole vivere la barca in costume da bagno. Per me è questo il modo giusto per affrontare il mare. Parlando di barche più piccole, si parla di standard diversi e di serialità.

Quali sono le nuove frontiere della nautica?
La nautica sta vivendo un momento critico. Numerosi cantieri hanno chiuso e la nautica italiana è in crisi totale. Ci si aspetta una nuova esplosione del mercato, passato questo periodo. Parlando da progettista, ci sarà un forte ruolo della ricerca. Innanzitutto, dal punto di vista tipologico, si troveranno nuovi modi di progettare le barche, per introdurre nuovi scenari e offrire nuove sfumature della vita in mare. Si penserà anche all’impatto ambientale. Con il Gruppo Ferretti, abbiamo lavorato al Mochi-Craft Long Range 23, prima imbarcazione a emissioni zero. In campo nautico siamo però ancora lontani da un vero approccio ecologico: si parla di motori non inquinanti ma mai dello smaltimento dei materiali di costruzione e di riciclaggio. In questo senso siamo ancora indietro rispetto ad altre sfere di produzione che hanno un aspetto ecologico già sviluppato. C’è quindi da esplorare tutto l’aspetto dell’ecosostenibilità dei materiali e la loro possibilità di smaltimento nel pieno rispetto dell’ambiente.

Caterina Varpi

Nel caso non foste a Roma domani, 27 marzo 2012, potrete ammirare le foto di Bernardo Zuccon sul sito www.bzucconphoto.it.

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