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Burri e Fontana a Brera

Burri e Fontana a Brera

Capolavori a confronto

La Pinacoteca di Brera di Milano propone per la prima volta un confronto fra i capolavori delle sue collezioni storiche e i dipinti di due grandi del Novecento, Alberto Burri e Lucio Fontana, dal 16 giugno al 3 ottobre 2010.

Una mostra nuova che permette alle opere dei due straordinari artisti di entrare nel museo milanese, non per completarne le collezioni, ma per proporre una nuova fruizione dei suoi dipinti più noti.

All’allestimento permanente del museo è affiancato, quasi imposto, l’inserimento di alcune opere dei due maestri del XX secolo, di proprietà della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello e della Fondazione Lucio Fontana di Milano, in un vivace e ricco dialogo di confronti, opposizioni e contrasti.

Particolarmente felici appaiono gli accostamenti presentati nella sala di Raffaello e Piero della Francesca, in cui i due capolavori del Rinascimento dialogano puntualmente con la matericità, la struttura formale, la composizione e soprattutto il colore dei maestri del Novecento (Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1950; Alberto Burri, Cretto, 1974 e Sacco e Rosso SP2, 1958). A volte
il raffronto assimila l’opera moderna a un dettaglio figurativo dell’antica, come avviene nella forma centinata del Bianco Nero Cellotex di Burri, che emerge quasi ritagliato dal fondo nero della fuga
prospettica del Ritrovamento del corpo di san Marco di Tintoretto; altre è il solo ritmo, la pausa, la regolarità, il cadenzato ripetersi di statici accoppiamenti, in equilibrata e simmetrica distribuzione
spaziale, ad avvicinare Paolo Veronese (Cena in casa di Simone) e i ripetuti tagli del Concetto spaziale. Attese del 1964 di Fontana.

Suggestivo appare anche l’allestimento, o riallestimento, nella sala dedicata alla pittura del XVII secolo, della grandiosa e pionieristica installazione del neon, ideato da Fontana nel 1951 per la IX Triennale di Milano, che proietta suggestive fluorescenze sulle opere dell’allestimento permanente.

Riferimenti multicromatici e polimorfi – stoffa, olio, segatura, pietra pomice e tela – del Gobbo bianco di Burri si compendiano nella passeggiata di Fiumana di Giuseppe Pellizza da Volpedo, che conclude questo inedito percorso attraverso la Pinacoteca, fatto di opposizioni apparenti/reali sorprendenti assonanze, fra tradizione e sua rottura, fra rappresentazioni classiche e pure forme assolute, fra tecniche pittoriche accreditate e loro componenti costitutive.

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