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Nicolò Govoni: chi è il 26enne italiano candidato per il Nobel per la Pace

Nicolò Govoni: chi è il 26enne italiano candidato per il Nobel per la Pace

Quest’anno tra i nomi in lizza per il Premio Nobel per la Pace c’è anche quello di Nicolò Govoni, giovane 26enne nato a Cremona. A diciotto anni è partito per l’India e si è unito a una missione umanitaria presso l’orfanotrofio Dayavu Boy’s Home, dove è rimasto per oltre tre anni. Ha studiato giornalismo e lavorato per il canale BBC Knowledge e per le testate South China Morning Post e Metropolis Japan.

Nicolo Govoni

Attualmente vive e lavora in un campo profughi sull’isola greca di Samos. Per conoscerlo meglio è interessante leggere i suoi pensieri sul suo sito internet www.nicologovoni.com Scrive: «Sono nato a Cremona. Non ci vivo più. Sono nato il 17 marzo 1993, figlio di uno sbaglio e di grande amore. Sono cresciuto con i nonni, che mi hanno insegnato la compassione, e a mangiare la frutta. Sono cresciuto leggendo libri, tagliandomi i capelli di rado, e sospirando sempre per la ragazza sbagliata».

Nicolo Govoni

E’ lui stesso a darne notizia dalla sua pagina Facebook:«Ho ricevuto la candidatura per il Nobel per la Pace. È il più grande onore della mia vita finora. Sono a corto di parole. È un sogno che si avvera, un sogno che mai avrei sperato di concretizzare. Sono stati anni difficili, e gli ultimi mesi specialmente. Questa notizia arriva in un momento in cui sento di aver quasi toccato il fondo, e mi solleva lo spirito.» E’ la prima volta nella storia di San Marino che lo Stato candida qualcuno al Nobel. Govoni, autore di tre libri e fondatore di una scuola per bambini rifugiati a Samos, ha cominciato a dedicarsi al volontariato internazionale all’età di vent’anni. Fra le sue esperienze più significative ci sono state l’India e la Palestina.

Nicolo Govoni

L’impegno di volontariato di Nicolo Govoni

Sempre nel suo sito si legge: «Ho diciott’anni e mi sento vecchio. Vivo in un paese che cannibalizza i propri figli e si pulisce i denti con le loro ossa. Fallisco, ancora e ancora. Prendo i miei fallimenti e ci faccio una collana. È una collana pesante. “Non andrai da nessuna parte,” dicono i miei insegnanti. “Ci rinuncio,” pensano i miei genitori. Ho diciott’anni e mi sento vecchio. La ragazza sbagliata, dopo tanto sospirare, mi fa un grande favore, mi spezza il cuore in un milione di piccoli pezzi. A vent’anni parto per fare volontariato. Non ne posso più, sono vuoto e lo sono da tanto, e così quando metto piede in un piccolo orfanotrofio nell’India meridionale, i miei bambini trovano spazio in abbondanza in cui insediarsi. Quello spazio è il mio cuore, che prima riecheggiava vuoto e poi, dopo quell’estate di lavoro e amore, si colma. Ho fondato una scuola per bambini rifugiati, e ho rinunciato a un Master a New York per farlo». La sua biografia è un atto d’amore verso il prossimo, verso i più bisognosi, verso chi dalla vita non ha avuto nulla.