L’ora dei panettoni è finalmente arrivata anche quest’anno. Un’annata molto particolare e controversa, il 2020, che ha visto la diffusione e le conseguenti difficoltà a causa della pandemia da Coronavirus che ha colpito il mondo intero. Ebbene, siamo giunti ai titoli di coda anche di quest’anno bisestile. In vista delle imminenti festività natalizie, caratterizzate dalle dovute norme di sicurezza per evitare ulteriori contagi da Covid-19, sono già pronti i primi pandori e panettoni. L’aria e l’atmosfera del Natale si respira già nell’aria da diversi giorni, regalando come sempre magia e sogno nonostante il periodo difficile per molti. Ed arrivano loro a consacrare questo importante momento: i panettoni. Dolci associati alle tradizioni milanesi gastronomiche del Natale. Ampiamente diffusi in tutta Italia, Argentina, Uruguay e il Sud del Brasile.
I panettoni più costosi in assoluto: alcuni arrivano anche a 500.000 euro
Il panettone più costoso in assoluto, il così definito “panettone dei nababbi” o “panettone gioiello”, è un lievitato commissionato a Dario Hartvig della pasticceria del Borgo a Carmagnola (TO) da un facoltoso indiano. Il costosissimo panettone, senza precedenti, oltre ad essere stato creato con ingredienti d’eccellenza, è stato ricoperto con foglia d’oro alimentare 22 carati, ma soprattutto è stato decorato alla perfezione alla base con un mega bracciale di diamanti. Prezzo totale? oltre € 500.000. Considerando che però è un panettone da 5 kg. Un dolce tradizionale senza ombra di dubbio da multimilionari, di cui esiste anche una così detta “versione povera”. Un panettone da 1 kg ricoperto da sfoglia d’oro alimentare 22 carati e tempestato di cristalli. Costo € 800.
Il panettone perfetto
Le regole per un panettone perfetto? Il panettone deve avere una buona consistenza, compattezza e anche essere bello ed invitante a primo impatto, almeno per quanto riguarda la confezione. Nel caso si volesse regalare a qualcuno per Natale. Il profumo è un’altra peculiarità fondamentale. Appena lo si scarta, si deve sentire e percepire una buona fragranza, segno di un sapore dolce e non acidulo. L’etichetta è altrettanto importante per capire la scadenza, la data di produzione, di confezionamento, ma anche le materie prime e gli ingredienti scelti per la realizzazione.
Le origini del panettone sono a tratti leggendarie e ammalianti. Le versioni più attendibili ed accreditate sono principalmente due. La prima narra che Messer Ulivo degli Atellani, falconiere, abitava nella Contrada delle Grazie a Milano. Innamorato di Algisa, bellissima figlia di un fornaio, si fece assumere dal padre di lei come garzone e, per incrementare le vendite, provò a creare un dolce: con la migliore farina del mulino impastò uova, burro, miele e uva sultanina. Poi infornò. Fu un successo senza precedenti. Tutti vollero assaggiare il nuovo pane e qualche tempo dopo i due giovani innamorati si sposarono e vissero felici e contenti. Come in una qualsiasi favola che si rispetti.
La seconda storia accreditata narra che il cuoco al servizio di Ludovico il Moro fu incaricato di preparare un importante e lussuoso pranzo di Natale a cui erano stati invitati molti nobili. Il dolce, dimenticato per errore nel forno, quasi si bruciò completamente. Data la disperazione del cuoco, Toni, un piccolo sguattero, propose una soluzione: «Con quanto è rimasto in dispensa – un po’ di farina, burro, uova, della scorza di cedro e qualche uvetta – stamane ho cucinato questo dolce. Se non avete altro, potete portarlo in tavola». Il cuoco, che non aveva altra scelta, acconsentì e preoccupato del risultato si mise dietro una tenda a spiare la reazione degli ospiti. Tutti rimasero incredibilmente felici ed entusiasti. Successivamente il duca, volle conoscere il nome di quella prelibatezza mai assaggiata prima. Il cuoco gli rivelò il segreto: «L’è ‘l pan del Toni». Da allora è il “pane di Toni”, ossia il “panettone”.
I panettoni delle chef star: Carlo Cracco, Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo
Le chef star sono personaggi legati al mondo dell’alta cucina e dello spettacolo celebri grazie alla loro fama di chef stellati e talvolta resi ancora più famosi grazie alla loro partecipazione a programmi televisivi come Masterchef, Bake off et simili. Il dolce natalizio più “economico” è quello realizzato dalla chef star Antonino Cannavacciuolo, titolare del lussuoso ristorante Villa Crespi. Lo chef campano che presto ritornerà come giudice protagonista a Masterchef propone il suo panettone milanese in due formati: quello da 500 grammi costa 22 euro, mentre quello da un chilo 39.
Il panettone di Bruno Barbieri è stato creato nel solo formato da chilo e costa un euro in meno di quello del collega campano: 38 euro. Ovviamente già esaurito. “Dulcis in fundo” il dolce natalizio più costoso se lo aggiudica Carlo Cracco, spesso soggetto a critiche di diversa natura come accaduto recentemente per l’ormai famosa pizza margherita gourmet. Anche l’ex giudice di Masterchef ha messo in vendita un panettone milanese tradizionale che viene rigorosamente preparato in confezione di latta. Anche quello di Cracco è venduto nel solo formato da un chilo, ma il prezzo è il più alto di tutti: costa 43 euro.