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“Artisti al caffè”

“Artisti al caffè”

Libro postumo di Fabrizio Misuri, poeta-collezionista sui retroscena dei più noti caffè otto e novecenteschi frequentati da artisti

In libreria da pochi giorni Artisti al caffè di Fabrizio Misuri (Siena 1945 – Firenze 2002) delle Edizioni Polistampa, che parla del mondo dell’arte e degli artisti con un taglio insolito, quello che li vede riunirsi nel loro punto di ritrovo per eccellenza tra la l’Ottocento e il Novecento, il caffè.
L’autore, poeta da sempre amante della pittura, è stato un grande collezionista e questo lo ha portato a ripercorrere e analizzare la vita dei suoi pittori prediletti. La narrazione, suddivisa per capitoli in base ai periodi di riferimento, è correlata e scandita da schede che approfondiscono i temi trattati ed è illustrata da sedici tavole a colori con alcune opere, della stessa collezione Misuri, di Baccio Maria Bacci, Giovanni Bartolena, Xavier Bueno, Niccolò Cannicci, Raffaello Gambogi, Oscar Ghiglia, Ulvi Liegi, Llewelyn Lloyd, Plinio Nomellini, Guido Peyron, Alberto Pisa, Mario Puccini, Ottone Rosai, Adolfo Tommasi, Ludovico Tommasi. Questo libro, frutto di ricerche durate anni, è uscito postumo e ne rappresenta l’eredità.

“A Firenze un buon numero di pittori prendeva a riunirsi sul finire degli anni Quaranta al Caffè Michelangelo nell’allora via Larga, poi chiamata via Cavour. Mostravano bella sicurezza gli artisti affermati, i difensori appunto delle regole, gli altri facevano da corona, ma nel giro di qualche anno cominciarono a farsi notare giovani insofferenti che parevano affascinati da strane idee. Ma chi erano questi giovani ed a cosa miravano veramente?”. Siamo nella prima metà dell’Ottocento, il caffè è il punto di ritrovo dei nuovi artisti, un luogo dove circolano idee, dove si può conversare, leggere e, per quei pittori perennemente senza un soldo in tasca, scroccare qualche pasto. Dai locali parigini come il Lapin Agile e Les Closeries des Lilas si passa a quelli italiani, come i fiorentini Caffè Michelangiolo e Le Giubbe Rosse o il romano Aragno.
Il testo racconta le storie che hanno visto questi luoghi protagonisti del nuovo fermento culturale e le curiosità più piccanti o insolite degli artisti che li hanno animati. Si va dai macchiaioli agli impressionisti, dai futuristi ai pittori metafisici, raccogliendo aneddoti e curiosità e soprattutto le vicende private dei maestri: l’amore per il proprio mestiere e quello per la donna, le difficoltà e le incomprensioni che incontrarono con la società, insieme ai loro conflitti personali, mettendo in luce aspetti nascosti del loro carattere, come l’infinita umiltà di Fattori, la tragica solitudine di Van Gogh, la sregolatezza di Modigliani.

www.polistampa.com