La giornata contro la violenza sulle donne, quest’anno, apre i battenti a molte iniziative online e flash mob. Questa annata è molto particolare: da una parte a causa della pandemia che ha colpito il mondo intero da Coronavirus, dall’altra; il lock-down forzato che ha provocato un continuo e crescente numero di femminicidi tra le mura domestiche: duplicati se non triplicati. I numeri ufficiali comunicati dalla polizia raccontano che il 75% delle vittime dei delitti compiuti in famiglia è composto da ragazze, mogli, ex fidanzate. I dati dimostrano che nonostante le ricche ed importanti iniziative contro la violenza sulle donne, c’è ancora molto lavoro da fare.
Giornata contro la violenza sulle donne: importanti iniziative ma c’è ancora molto lavoro da fare
Nell’anno della pandemia la giornata contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, è più importante rispetto gli anni passati. Il Coronavirus ha cambiato le nostre vite, abolito la socialità, ma non di certo la violenza sulle donne. Secondo quanto riportano i dati più aggiornati del Ministero dell’Interno, le donne uccise fino al 19 novembre quest’anno sono 96. L’anno scorso durante lo stesso periodo erano 98. Un dato che fa molto riflettere e preoccupare: nel 2019 si contavano più di 50 omicidi totali in meno. Nel 2020 da gennaio a giugno i femminicidi sono saliti al 46%. Pensare che durante gli anni 90 su 5 uomini uccisi c’era una donna, ad oggi il rapporto è alla pari. E all’interno delle mura domestiche, che dovrebbe essere il luogo più sicuro per ciascun essere umano, i dati sono sempre più allarmanti : le vittime sono al 75% ragazze, mogli, ex fidanzate. Senza considerare che proprio nei giorni del lock down veniva uccisa una donna ogni 48 ore.
Le conseguenze del lock down fanno riflettere
Molte iniziative organizzate in tutta Italia, flashmob e soprattutto campagne social digitalizzate: “Se ci fermiamo noi, si ferma il mondo”. “Le conseguenze del lockdown si misurano nei dati della violenza domestica destinati ad aumentare ancora con le nuove misure di confinamento, con i centri anti-violenza femministi e le case rifugio che hanno dovuto far fronte a un’emergenza nell’emergenza per non lasciare nessuna da sola e con l’accesso all’aborto che è diventato ancora più complicato. Lavoratrici e madri sono obbligate a un’impossibile conciliazione tra lavoro e famiglia, tra salario e salute. Ma sono soprattutto le donne e le persone lgbt, migranti, precarie e non garantite a pagare la crisi e a perdere per prime il lavoro. La tenuta della sanità e della scuola mostra un sistema sociale distrutto dalle politiche di austerity e fondato sulle diseguaglianze”
Giornata contro la violenza sulle donne: a Padova l’arte contro i femminicidi
Le importanti iniziative contro la violenza sulle donne sono molteplici. In questa annata importante e significativa Padova mette a disposizione l’arte contro i femminicidi. Sette opere d’arte famose che valorizzano al massimo la bellezza dell’essere donna. Con una peculiarità: i volti delle celebri opere sono stati sfregiati e deturpati. C’è chi ha il segno del pugno sull’occhio, chi i lividi sul collo o chi il labbro gonfio: la loro avvenenza, soprattutto interiore, viene distrutta. Questa è l’iniziati va ed idea degli assessorati alle Politiche Culturali e Sociali e alle Pari Opportunità del comune di Gazzo (Padova).
Quest’ultimi hanno fatto realizzare un’installazione artistica dal titolo “Ogni donna è un’opera d’arte; non sfregiarla, rispettala! ”con sette pannelli per comunicare il messaggio che ogni donna è come un’opera d’arte dotata di un’immensa bellezza, da rispettare e non da sfregiare. Ogni opera deturpata richiama le tante mogli, madri, figlie e sorelle che ogni giorno sono costrette a subire violenza in tutte le sue sfaccettature: da quella fisica a quella psicologica ed economica. Una mostra che diventa un simbolo in questo importante 25 novembre. Nelle frazioni del Comune e in altri luoghi limitrofi sono installate opere quali: la Monna Lisa di Leonardo (1503), Marylin Monroe di Andy Warhol (1962), la Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer (1665), la Dama con l’ermellino di Leonardo (1488), la Venere del Botticelli (1485).
Un messaggio chiaro a tutte le donne
«Un messaggio chiaro a tutte le donne che subiscono violenza» sostiene la sindaca Ornella Leonardi, «un invito a farsi aiutare. Parlarne innanzitutto: con un’amica, un genitore, una persona di fiducia o un professionista. E denunciare i soprusi: ci sono i numeri dell’antiviolenza, dei centri di ascolto e delle forze dell’ordine. È indispensabile farsi aiutare per riprendere le redini della propria vita. Purtroppo casi ce ne sono sempre tanti. Anche nei centri piccoli come il nostro, dove da anni siamo impegnati con attività di sensibilizzazione».