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Finarte, nuova casa d’aste a Milano

Finarte, nuova casa d’aste a Milano

In via Brera 8
Finarte scrive un nuovo capitolo della propria storia.

La rinomata casa d’aste torna in attività grazie a un gruppo di investitori che ha rilevato il marchio, fondato dal banchiere milanese Gian Marco Manusardi nel 1959, e punta a valorizzare l’arte italiana scommettendo sugli strumenti online e avvalendosi di un team di esperti giovane e competente.

Il 4 marzo 2015 si è tenuto il cocktail di presentazione della nuova Finarte nella sede di via Brera 8 a Milano dove hanno preso parte anche i sei nuovi soci: Diego Piacentini, Senior VP International di Amazon, Rolando Polli, ex Chairman Mc Kinsey&Co, Giancarlo Meschi ex Amministratore Apple Italia, Attilio Meoli, con un passato in Finarte all’epoca della gestione Porro, Marco Faieta già responsabile di grandi commesse ingegneristiche per il Gruppo Finsider e Simona Valsecchi, fiscalista con incarichi negli Organi di Controllo di alcuni fondi di investimento.

L’attività di rilancio sarà affidata a 4 Dipartimenti, ciascuno dei quali guidato da un professionista di grande esperienza nel settore.

Arte Moderna & Contemporanea, diretto da Camilla Prini (ex responsabile Bonhams Italia), che presenterà in catalogo opere dal Novecento italiano all’arte contemporanea; Dipinti Antichi, affidato allo storico dell’arte Michele Danieli e dedicato ai maestri dell’arte italiana antica, dal XIII al XVIII secolo; Ottocento, che verrà curato da Marco Bertoli, già consulente di Christie’s New York e curatore di mostre a livello internazionale, senza tralasciare la Fotografia che, affidata alle esperte mani del critico Roberto Mutti, proporrà opere di questo settore in forte crescita.

Anche grazie alle competenze ed esperienze dei soci fondatori, uno dei focus su cui si concentrerà Finarte è quello offerto dalle piattaforme online art trade, così da ampliare a livello internazionale l’orizzonte delle compravendite in asta.

Finarte a Milano

Un’operazione, quella del rilancio del marchio Finarte, promossa e fortemente voluta dall’Amministratore Delegato Attilio Meoli che della Finarte originaria conserva un affezionato ricordo: “Ho maturato in Finarte un‘esperienza lavorativa durata quindici anni a cavallo fra gli anni ’80 e ‘90 e ho poi seguito con una qualche apprensione e attenzione le vicende del marchio durante l’ultimo periodo. Ricordando i successi vissuti in prima persona, dalla vendita di Fiumana, ai rilievi del Bambaia, alla Collezione Jucker, ho condiviso  l’idea di far rivivere lo storico marchio milanese con Giancarlo Meschi e poi con gli altri investitori. Obiettivo successivo, una volta consolidata l’attività di casa di vendite all’asta, sarà quello di affiancare all’attività “core” quella di art advisory per il sistema bancario e per il mercato finanziario in generale”.

Accennando brevemente agli aspetti finanziari del progetto Meoli ha poi precisato che “la società ha recentemente deliberato la trasformazione in Società per Azioni e contestualmente un aumento di capitale in due tranche di cui la prima a seicentomila euro, in fase di esecuzione, e la seconda, con delega al Consiglio di Amministrazione, per un ulteriore aumento con sovrapprezzo prevedendo l’apertura del capitale a terzi. Ambizione di medio periodo sarà invece quella di riportare il titolo ad essere quotato sul mercato borsistico”.

In programma per l’autunno la prima asta del 2015 della nuova Finarte.

Inaugurazione della nuova Finarte

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