Ecco il “Dizionario del dandy” di Giuseppe Scaraffia edito da Sellerio, con cui imparare a conoscere una delle figure più affascinati dell’immaginario collettivo
Lord Brummel, Lord Byron, Baudelaire, Disraeli, Wilde: ecco alcuni dei più famosi dandy vissuti tra Otto e Novecento. È anche attraverso aneddoti, citazioni, racconti su di loro che Giuseppe Scaraffia ci porta a conoscere la figura del dandy, nel “Dizionario del dandy” edito da Sellerio per la collana “La memoria”. Artificio, bellezza, cravatta, donna, immagine, ironia, mistificazione, sigari, solitudine, specchio, queste solo alcune delle voci in rassegna nel testo.
“Non è agevole dire che cos’è un dandy. Eppure ognuno lo sa e lo sente come una luce calda e frusciante. Egli è l’indefinibile, l’indicibile, colui che fa crollare le più diverse e complesse definizioni, come castelli di carta, col soffio profumato del suo sigaro. Se ne parla senza poterlo afferrare… egli sceglie di sfuggire ad ogni presa intellettuale. Il dandy non è un concetto ma una linea, un progetto… Essere dandy è uno stato di grazia, frutto di un estenuante lavoro su di sé. Nei momenti di pigrizia e di abbandono, il dandy si degrada a semplice snob”.
Desideroso di stupire, di affascinare prima ancora che piacere, dotato di senso dell’umorismo, raffinato sino all’esasperazione: questo è il dandy. Ha una fissazione per il bastone da passeggio, per i guanti che proteggono la mano nuda dal contatto indesiderato, per il cilindro che deve essere brillante e levigato, per il monocolo. Uno specchio è sempre alla sua portata, nel salotto, in camera da letto, sulla scrivania.
Giuseppe Scaraffia
L’autore insegna all’Università di Roma. Fra le sue opere: Scritti su Diderot (1983), Marcel Proust (1986), Sorridi Gioconda! ( 2005). Con Sellerio ha pubblicato: La donna fatale (1987), Infanzia (1987), Il mantello di Casanova (1989), Torri d’avorio (1994), Miti minori (1995) e Il bel tenebroso (1999), Gli ultimi dandies (2002). Il Dizionario del dandy è stato pubblicato per la prima volta nel 1981.