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Coronavirus: come un’epidemia globale sta spostando tutti gli assi politici ed economici mondiali

Coronavirus: come un’epidemia globale sta spostando tutti gli assi politici ed economici mondiali

La notizia di un nuovo virus altamente contagioso che salta dalla Cina agli Stati Uniti ha colto di sorpresa un mondo intero, non per ultimi europei e americani. Se il Coronavirus o Covid 19 dovesse diventare una pandemia duratura, potrebbe accelerare i cambiamenti fondamentali nell’economia, nella politica e nel lavoro.

In un quadro generale un evento a portata universale, come una malattia infettiva veramente globale (è proprio il caso del COVID-19), può essere altrettanto trasformativo per il futuro al pari di una guerra mondiale o depressione economica. Gli impatti delle principali pandemie possono essere avvertiti ben oltre il semplice bilancio delle vittime.

Ma come i paesi di tutto il mondo stanno reagendo allo scoppio del Covid 19?

Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della SanitàTedros Adhanom Ghebreyesus – ha detto ai giornalisti che questo virus ha un potenziale pandemico, ma può essere contenuto se le nazioni intraprenderanno un’azione rapida. “Se agisci in modo aggressivo ora, puoi contenere questo virus, puoi impedire alle persone di ammalarsi, puoi salvare vite. Questo non è il momento della paura, questo è il momento di agire ora per prevenire le infezioni e salvare vite umane adesso.”

E a questo appello ogni Stato del mondo ha risposto alla sua maniera, tenendo anche conto dei diversi casi di contagio riscontrati e delle esigenze pregresse della popolazione. 

La posizione più contraddittoria e di chiusura l’ha assunta l’America, il Nuovo Continente che si sta preparando alle Elezioni Presidenziali del prossimo novembre, già nel mirino dei bookmakers come si può vedere dal sito GallinaScommesse

Il ruolo dell’America in un assetto socio-epidemiologico così complesso

Il presidente Trump ha tenuto una conferenza stampa alla Casa Bianca con i membri della sua task force sul coronavirus per affrontare le preoccupazioni relative alla diffusione del virus in America e nel mondo. Durante quest’ultima ha dichiarato che il vicepresidente Mike Pence sta guidando la risposta degli Stati Uniti allo scoppio, e che un vaccino si sta sviluppando “rapidamente” e “sta andando molto bene”.

Tuttavia, Anthony Fauci, che dirige l’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, ha dichiarato in seguito alla conferenza stampa che un vaccino non sarebbe applicabile all’epidemia prima di un “anno a un anno e mezzo”, a causa dei ritardi dei test, sviluppo, produzione e distribuzione, dando per buona istanza il 2021 come anno zero di immissione sul mercato.

Finora ci sono stati 60 casi confermati di coronavirus negli Stati Uniti in totale, una cifra che include tre persone rimpatriate da voli di evacuazione e 42 altri dalla nave Diamond Princess che i funzionari giapponesi hanno messo in quarantena all’inizio di questo mese.

Nancy Messonnier, direttrice della divisione epidemie e malattie respiratorie degli Usa, guardando i numeri si è detta preoccupata per la situazione. “Ci aspettiamo la diffusione del coronavirus nel paese – ha detto -. Il punto è solo capire quando”, ha dichiarato. A ciò gli Stati Uniti stanno rispondendo con un atteggiamento di chiusura. La restrizione si è assunta per i viaggi nei e dai paesi più colpiti dall’emergenza: Iran, Corea del Sud e la nostra Italia.