Un messaggio per, e tutte le donne. «Nere, asiatiche, bianche, ispaniche e nativo americane, che nel corso della storia di questo paese hanno aperto la strada per questo momento». Kamala Harris fa così il suo esordio come vice-presidente degli Stati Uniti d’America, fasciata da un tailleur bianco firmato Carolina Herrera, stilista venezuelana naturalizzata statunitense. Il colore è stato scelto in onore delle suffragette. Sono già virali le parole di Kamala Harris, prima vicepresidente donna degli Stati Uniti. Le sue origini sono indiane e giamaicane. Kamala durante questo importante momento era ben consapevole del primissimo impatto del suo discorso istituzionale sull’America. Per l’occasione ha scelto un completo total white dal taglio maschile, mescolato dalla camicia con fiocco.
Kamala Harris ha voluto ricordare, attraverso il suo look, le donne del passato che le hanno permesso di arrivare alla Casa Bianca
«Anche se sono la prima a ricoprire questa carica, non sarò l’ultima – sorride Harris, fasciata di bianco come Hillary Clinton quando ha accettato la nomina a presidente o Geraldine Ferraro, prima candidata donna alla vice presidenza – Ogni bambina, ragazza che stasera ci guarda vede che questo è un paese pieno di possibilità. Il nostro paese vi manda un messaggio: sognate con grande ambizione, guidate con cognizione, guardatevi in un modo in cui gli altri potrebbero non vedervi. Noi saremo lì con voi».
Così la democratica americana Kamala Harris ha voluto ricordare, con le sue scelte sartoriali, le donne del passato che le hanno permesso di arrivare alla Casa Bianca. Il bianco (solitamente) non è il colore preferito di Kamala, che preferisce invece i tailleur dalle nuance blu o neri. Questa volta l’ha fatto soprattutto in onore delle donne. Il così detto “suffragette white”, una strategia già usata dall’universo femminile che manifestò in passato il diritto di voto: vestirsi di bianco per avere un impatto visivo maggiore sui mass media.
Il capo d’abbigliamento indossato in occasione del primo discorso è particolarmente evocativo
Kamala Harris ha fatto la storia dell’America per ben tre volte in un giorno. Il colore bianco (evocativo del suo look) è ampiamente percepito come la nuance che rappresenta a pieno le suffragette. Proprio coloro che ad inizio Novecento lottarono per l’approvazione del 19esimo emendamento sul diritto di voto alle donne. Fino ad allora non considerate idonee ed estromesse da qualsiasi espressione riguardo opinioni politiche. La nuova vicepresidente degli Stati Uniti d’America ha sempre posto lo sguardo a ciò che la sua immagine esprimeva. Un invito e un messaggio a sognare e a credere che in America, per tutte le donne, sia presente una possibilità importante: «Perché ogni ragazzina che guarda la TV stasera vede che questo è un Paese di possibilità».
Chi è Kamala Harris
Kamala Devi Harris è nata il 20 ottobre 1964, ad Oakland, in California. Sua madre, Shyamala Gopalan, era un’oncologa specializzata nel cancro al seno, emigrata da Tamil Nadu (India) nel 1960 per conseguire un dottorato in endocrinologia presso UC Berkeley. Il padre Donald Harris è un professore emerito della Stanford University, giunto dalla Giamaica. Si contraddistingue fin da giovanissima per la sua determinazione, personalità e il carattere forte, caratteristiche personali che le permettono di fare carriera in differenti ambiti lavorativi molto competitivi. Dapprima quello legale, poi quello politico. Entra a pieni titoli all’Howard University di Washington e successivamente per la sua formazione superiore all’Università della California, nel dipartimento di legge. Promossa all’esame di Stato nel 1990, inizia a esercitare la professione di avvocato.
Una carriera dorata e l’approdo in Senato
Gli albori professionali di Kamala Harris sono in veste di sostituto procuratore distrettuale nella contea di Alameda, in California. Questi esordi le permettono di farsi notare grazie ad una buona dose di carattere e ambizione. Solo quattro anni dopo viene promossa alla commissione per l’assistenza medica della California. Nel febbraio del 1998 diventa assistente del procuratore distrettuale a San Francisco.
Sempre sorridente e caratterizzata da una solarità contagiosa, esprime un’immensa positività. Di fede battista è anche praticante. Apprezzata per la sua spiccata personalità, viene trasferita a capo della divisione criminale, nella quale si occupa di casi di violenza sessuale. Non solo: furto rapina e omicidio. Nel 2002, diventa sostituta procuratrice distrettuale di San Francisco. Durante l’annata 2008, invece, diviene procuratrice generale dello Stato della California. Nel corso del 2014 sposa Douglas Emhoff: la coppia include nel nucleo familiare anche le due figlie di lui avute dal precedente matrimonio. Ma l’anno d’oro arriva nel 2016: Kamala Harris raccoglie oltre l’80% di voti per la sua candidatura a senatrice della California, ottenendo l’approvazione dell’allora presidente Obama e del vice Joe Biden.