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Addio alla cantante australiana Anita Lane, Nick Cave: «Amarla era sia facile che terrificante»

Addio alla cantante australiana Anita Lane, Nick Cave: «Amarla era sia facile che terrificante»

Anita Lane si spenta all’età di 62 anni. La cantante australiana a che aveva collaborato con i Bad Seeds e i The Birthday Party è venuta a mancare. La notizia della morte è stata confermata da Louder Than War. Ripercorriamo la sua carriera.

Anita Lane

Anita Lane è stata negli anni ’80 una figura di spicco per il mondo underground. Non era solo una musa ispiratrice ma molto di più. «La Lane ha insegnato a Nick Cave i segreti di uno sguardo assente, come muovere le labbra, come trasformare il suo corpo in un ghigno rivolto al mondo», scrive Rolling Stone Italia.

Muore Anita Lane

Rolling Stones riporta la notizia della morte di Anita Lane. La cantautrice era la collaboratrice di lunga data di Nick Cave, uno dei primi membri dei Bad Seeds. Cantautrice e artista solista a pieno titolo, la Lane è stata una delle prime collaboratrici di Cave, lavorando con lui e Mick Harvey durante il loro periodo dei The Birthday Party all’inizio degli anni ’80. La causa della morte non è ancora stata annunciata. Anita Lane aveva 62 anni.

Anita Lane

Anita Lane incontra Nick Cave alla fine degli anni ’70. Insieme collaborano per i The Birthday Party nei primi anni ’80. La Lane scrive il testo di A Dead Song del 1981. Successivamente firma altre due canzoni dell’album Junkyard del 1982. Inoltre, ha co-scritto molte delle canzoni che hanno portato la carriera di Cave su un altro livello, tra cui From Her to Eternity e Stranger Than Kindness. Il suo debutto da solista avviene con l’EP del 1988 Dirty Sings. Quest’ultimo vanta la collaborazione di Nick e di alcuni membri dei Bad Seeds. Anita Lane ha continuato a contribuire ai dischi dei Bad Seeds fino a Murder Ballads del 1995.

Anita Lane

Nick Cave: «Amarla era sia facile che terrificante»

Poco dopo la notizia della sua morte, Nick Cave ha pubblicato un tributo alla Lane, «di gran lunga la più intelligente e talentuosa di tutti noi». Ha scritto: «Pensi di conoscere il dolore, pensi di aver elaborato i suoi meccanismi, pensi di essere diventato esperto del dolore – più forte, più saggio, più resistente – pensi che non ci sia più niente che possa ferirti in questo mondo, e poi Anita muore. … Due mesi fa, parlando con lei al telefono, sembrava lontana un milione di miglia. Amava i suoi figli più di ogni altra cosa. Erano il suo orgoglio e la sua gioia. Amarla era sia facile che terrificante. Lascia un grande spazio per piangere».

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