x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Un brevetto made in Naples

Un brevetto made in Naples

Intervista a Gianni Ammirati di Gigiesse Group

Che la ricerca sia il fiore all’occhiello di alcune aziende italiane è una verità che ha permesso a quelle imprese di affrontare con spirito vincente la crisi che attanaglia e che ha messo al tappeto chi non ha cercato nuovi sbocchi creativi e tecnologici. Un esempio è la napoletana Gigiesse che, con il suo marchio Betwoin, ha depositato un brevetto internazionale che ha rivoluzionato il modo di concepire il comfort nell’abbigliamento e ha fatto crescere di concreto il fatturato con incrementi a due cifre, come nell’anno appena conclusosi, che ha visto un balzo del 20% rispetto al 2009 che si era chiuso a quota 25milioni di euro.

“Il marchio Betwoin – dice Gianni Ammirati, amministratore delegato di Gigiesse Groupnasce grazie a un particolare brevetto internazionale che consente di unire su di un unico capo un tessuto stretch e uno fisso. Lo stesso è stato fatto sulle giacche che dotate dello stesso brevetto internazionale sono composte da due tessuti, quello stretch nella parte posteriore e quello fisso sul davanti”.

Questa attenzione all’innovazione ha portato a un accordo che ha visto il Gruppo diventare licenziatario per l’outerwear e il jeanswear della storica sartoria napoletana Luigi Borrelli. Sempre con marchio Borrelli, Gigiesse ha prodotto per il campionato di calcio in corso gli abiti per i giocatori e per lo staff tecnico della squadra di calcio partenopea SSC Napoli.

A riprova che Betwoin è sinonimo di continua innovazione, al Pitti Uomo che è in corso a Firenze è stata presentata la nuova linea InBlack strutturata in otto capi sportivi e al tempo stesso sartoriali. Giacche in misto lana e cachemire,in fantasie scozzesi e quadroni. I pantaloni sono personalizzati nella tasca posteriore con dei ricami fatti a mano che rappresentano le linee di un labirinto con la stampa impressa a fuoco. I colori sono il nero, il grigio scuro e le galvaniche in nichel nero.

Betwoin è da sempre un marchio orientato al pantalone freetime, come nasce l’accordo con una sartoria del calibro di Borrelli?
Gigiesse Group è un’azienda che produce e distribuisce da oltre trent’anni abbigliamento. Oltre al marchio Betwoin ha il marchio Braddock che è un total look per un target dai 30 ai 50 anni con un tocco decisamente british. Gli uffici stili sono sempre a lavoro alla ricerca di materiali e tessuti per mettere sul mercato prodotti di qualità senza tralasciare lo stile. È con lo stesso spirito che nasce l’ufficio stile che abbiamo approntato per il marchio Borrelli. Completamente diverso,nonostante producano lo stesso capo, dall’ufficio stile del marchio Betwoin. Si tratta sempre di pantaloni casual,denim, sia 5 tasche che tasca america ideati per essere in armonia con lo stile di casa Borrelli.

Quali sono i termini dell’accordo?
Si tratta di un accordo di licenza per cinque anni per produrre, distribuire e commercializzare outerwear, mentre di durata decennale è l’accordo per produrre distribuire e commercializzare jeanswear.

Avete in previsioni altre partnership importanti?
In un momento così delicato per l’economia italiana e soprattutto per la moda lo strumento licensing è diventato per Gigiesse Group una vera e propria fonte di business, può essere sfruttato e utilizzato come una leva di marketing per riuscire a diversificare la propria offerta. Siamo pronti quindi a far diventare il licensing una fetta di fatturato importante per la nostra azienda.

Si prevedono estensioni di prodotto che facciano di Betwoin un marchio total look?
Novità per l’autunno-inverno 2011 è la prima linea di capospalla, pensata in linea con la filosofia del casual Friday, in equilibrio tra lavoro e tempo libero.

Come è strutturata la vostra distribuzione?
Oggi il marchio Betwoin è posizionato sul mercato nella fascia alta dell’abbigliamento maschile. Ha varcato i confini italiani riscuotendo un notevole successo anche nei principali mercati mondiali, tra i quali: Germania, Paesi Bassi, Grecia,Spagna,Giappone,Cina e Stati Uniti. La rete commerciale del marchio registra in Italia una presenza in circa 400 negozi di abbigliamento. In occasione dello scorso Pitti particolare attenzione è stata mostrata dai buyer giapponesi, indicazione positiva se consideriamo l’attenzione alla qualità che caratterizza il cliente nipponico. Abbiamo optato per una strategia progressiva, che ci permettesse di agire con sicurezza in modo da riuscire a gestire ogni area in maniera adeguata. L’obiettivo è quello di continuare a crescere a ritmo costante, tanto che già nel 2011 contiamo di ampliare la nostra presenza in Europa e Medio Oriente. L’espansione proseguirà toccando location strategiche posizionandoci con i nostri corner negli shopping mall più prestigiosi.

Alessandra Iannello